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Caccia alla matricola, l’ateneo fa lo sconto

Giù le tasse alla Statale di Milano, le rate della Sapienza. E 700 scuole riaprono a luglio

09/06/2016
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Corriere della sera

di Corinna De Cesare e Gianna Fregonara

Sconti sulle tasse, rateazioni, bonus agli studenti più meritevoli: da Nord a Sud, le università corrono ai ripari contro la fuga delle matricole. Dal 2003 al 2015 gli atenei hanno perso quasi 50 mila iscritti (-14%). Intanto il ministro Stefania Giannini annuncia che 700 scuole riapriranno a luglio per progetti di recupero dei giovani nelle zone a rischio.

C’è chi ha azzerato le tasse per gli studenti con genitori disoccupati, chi garantisce il pagamento dilazionato in tre rate, chi offre un bonus di 500 euro a chi è in regola con gli esami e chi restituisce ai più meritevoli tutto il ricavato della raccolta del 5 per mille.

Dal 2003 al 2015 le Università italiane hanno perso quasi 50 mila matricole (-14%). Una fuga iniziata da tempo e culminata nel rapporto Ocse 2015 in cui l’Italia è ultima per numero di giovani laureati tra i 34 Paesi più industrializzati al mondo e quartultima per soldi investiti nell’università in rapporto al Pil. Uno scenario non proprio esaltante che sta però in qualche modo spronando gli atenei a fare tutto il possibile per attrarre studenti e cervelli. Martedì a Roma il consiglio d’ateneo de La Sapienza ha messo sul piatto tre milioni e mezzo di euro (contro i due milioni dell’anno scorso) destinati a bonus, tagli di tasse per i redditi più bassi e «sconti fino al 30% per il secondo componente della famiglia iscritto all’ateneo» spiega il rettore Eugenio Gaudio. E dopo una specifica richiesta degli studenti, l’università ha approvato anche il pagamento dilazionato in tre rate anziché due. Alla Statale di Milano la prima rata è stata tagliata per tutti, indipendentemente dal reddito, da 693 a 500 euro e oltre al classico esonero per le matricole con 100 e lode alla maturità, il consiglio ha deciso un premio di 500 euro in favore degli studenti che abbiano ottenuto il 90% dei crediti.

Ma gli incentivi arrivano anche da alcuni piccoli atenei del Sud. A pagare il prezzo più elevato del calo delle immatricolazioni è stato proprio il Mezzogiorno dove dal 2003 al 2015 le matricole sono scese del 30% contro un -22% per il Centro Italia e -3% del Nord. I giovani meridionali decidono spesso di emigrare per studiare in altre regioni. E per questo, nel Paese che figura tra i primi tre in Europa per pressione fiscale universitaria, l’Università di Foggia ha deciso di bloccare le tasse (569 euro in media) per il 2016 e per il prossimo anno accademico. Previsti anche azzeramenti e parziali riduzioni per i figli con genitori disoccupati o esodati. E sull’esempio delle università americane, agli studenti atleti che svolgono attività agonistica vengono concesse delle agevolazioni. A Sassari l’ateneo restituisce agli studenti più meritevoli tutto il ricavato della raccolta del 5 per mille sotto forma di borse e premi di studio. «Ma non si pensi a una gara tra università per avere più matricole — precisa Gaudio, rettore de La Sapienza — investire nell’istruzione è nell’interesse del Paese». «Vogliamo solo sostenere il più possibile il diritto allo studio» aggiunge Giuseppe De Luca, prorettore della Statale di Milano. «Sono tutte iniziative meritorie — precisa il presidente di Almalaurea Ivano Dionigi — ma il “fai da te” non fa onore all’Italia e a quel diritto costituzionalmente garantito che è il diritto allo studio. Lo Stato deve fare di più».

Corinna De Cesare


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