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Bari. Meno pensionati, più precari Caos per le nuove nomine

Settecento pensionamenti contro i 1200 dell'anno scorso, 67 scuole che perderanno l'autonomia, un altro taglio di cento unità nel personale docente, senza dimenticare gli istituti a pezzi.

01/04/2012
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Corriere del Mezzogiorno

BARI — Settecento pensionamenti contro i 1200 dell'anno scorso, 67 scuole che perderanno l'autonomia, un altro taglio di cento unità nel personale docente, senza dimenticare gli istituti a pezzi. A poche settimane dalla stesura degli organici per il prossimo anno, i sindacati lanciano l'allarme per le scuole della provincia di Bari.
«Ci sono istituti chiusi da mesi e per i quali nessuno interviene ancora», denuncia Claudio Menga della Cgil. E' il caso della scuola materna di Turi, dichiarata inagibile nell'ottobre scorso e mai più riaperta. A pochi centimetri di distanza dal plesso c'era una dolina, una sorta di cavità che negli ultimi 14 anni si è ingrandita, passando dai 30 centimetri fino a 4 metri. Circostanza che ha messo in allarme i genitori che hanno quindi chiesto l'intervento delle istituzioni. I 150 bimbi sono stati trasferiti nei plessi della scuola elementare. Un trasloco che doveva essere temporaneo e che invece dura da cinque mesi. «Ora il problema - spiega il preside Giuseppe Verni - è che non sappiamo che fine farà quella scuola, e quindi non si possono neanche programmare gli organici. Così come non si sa dove andranno a finire questi bambini della materna l'anno prossimo».
Ma quello di Turi è solo uno dei tanti casi legati all'edilizia scolastica. Altro problema è quello delle pensioni. A causa della nuova riforma , hanno chiesto di terminare il servizio in 700, contro i 1200 dell'anno scorso. Questo non farà altro che portare conseguenze nella prossima costituzione delle cattedre: ci saranno, in sostanza, meno posti disponibili per i precari. Con il ridimensionamento scolastico, perderanno l'autonomia 67 scuole e altrettanti dirigenti saranno ridistribuiti sul territorio. «Dopo i tre anni di devastazione prodotti dal governo precedente con un taglio di oltre 4500 posti in provincia di Bari - conclude Menga - non staremo di certo a guardare ed interverremo a tutela dei lavoratori e delle famiglie in tutte le sedi opportune».
Proteste anche nel mondo universitario. Si è tenuto ieri un presidio dei 31 ricercatori fantasma, così chiamati perché vincitori di concorso nel 2010 ma mai assunti dall'Università Aldo Moro. In piazza Cesare Battisti, all'ingresso dell'ex palazzo delle Poste, sono stati distribuiti anche dei volantini. «I fatti sono semplici - racconta Edoardo Renna della Cgil - nel 2009 l'Università di Bari veniva considerata virtuosa, aveva cioè un rapporto tra spese del personale e quelle per il finanziamento ordinario entro i limiti di legge. Ha potuto quindi espletare un concorso per 31 ricercatori».
Ma a distanza di un anno l'ateneo non è rientrato più tra quelli virtuosi e quindi non ha potuto procedere all'assunzione dei ricercatori. «Non perché aveva speso troppo - conclude Renna - ma per i tagli del ministero».
S. Del.
 


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