FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3957673
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Azzolina assicura: «L’apertura non è a rischio». I presidi: «Pronti a restituire le chiavi»

Azzolina assicura: «L’apertura non è a rischio». I presidi: «Pronti a restituire le chiavi»

Dal Miur la precisazione. «Timori infondati sulla responsabilità dei dirigenti. Basta l’adempimento dei doveri d’ufficio»

21/08/2020
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Adriana Pollice

«Se la circolazione del virus aumenta sarà a rischio l’apertura delle scuole il 14 settembre e le votazioni del 20 e 21 settembre»: il consulente del ministero della Salute, Walter Ricciardi, ha riacceso ieri mattina le polemiche sul rientro in aula. Matteo Salvini ha attaccato per l’intera giornata: «Irresponsabile ipotizzare la chiusura delle scuole». Italia viva, con Davide Faraone, è tornato ad accusare i suoi stessi alleati di governo: «Ogni giorno si alza uno e la spara». E il governatore della Liguria, Giovanni Toti: «Il Comitato tecnico scientifico è un’accolita di inetti».

A METÀ MATTINATA è arrivata la precisazione: «Non ho mai detto che la riapertura delle scuole e le elezioni sono a rischio. Parlavo di altri paesi». Ricciardi poi ha toccato un secondo tema sensibile: «La distribuzione degli studenti in spazi in cui possano mantenere la distanza di sicurezza è necessaria e non può essere sostituita dall’uso della mascherina. Eventuali deroghe saranno solo temporanee. E comunque bisogna indossarla nel momento in cui, muovendosi, la distanza è allentata». Mettendo così sul tavolo due nodi difficili da sciogliere: reperimento degli spazi e loro messa in sicurezza, utilizzo massivo dei dispositivi di sicurezza. La replica dal solito Salvini: «Se impongono mascherine e plexiglass, mia figlia a scuola non ce la mando». E l’assessora regionale veneta all’Istruzione di FdI, Elena Donazzan: «Basta il distanziamento, la scuola non è un inferno asfissiante».

DAL GOVERNO ieri è subito partito il treno delle rassicurazioni. «Non sono preoccupato – ha spiegato il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri -. La Scuola deve ricominciare in sicurezza». E la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: «L’apertura non è a rischio, è una priorità assoluta. Distribuiremo 11 milioni al giorno di mascherine. Abbiamo allargato le aule affinché gli studenti al banco possano abbassarla». E sulla responsabilità penale dei presidi: «Nessun timore perché parlamento e governo hanno lavorato a norme che permettono di evitare la responsabilità penale o civile. Stiamo assumendo a tempo indeterminato 97mila persone fra docenti e Ata, a tempo determinato ulteriori 70mila e abbiamo accelerato le procedure». Sulla gestione delle positività a scuola il documento ufficiale non è ancora pronto, in caso di contagio potrebbe andare in quarantena la classe (con didattica a distanza), spiega Azzolina, che prometti tamponi alla velocità della luce.

È POI LA MINISTRA DEI TRASPORTI a diffondere ottimismo sul fronte, molto difficile, dei mezzi pubblici locali: «Abbiamo già attivato alcune sperimentazioni, che consentano di aumentare il riempimento». Al commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, il ruolo di tecnico anti panico: «Le scuole riapriranno con il massimo livello di sicurezza possibile. Oggi produciamo oltre 30 milioni di mascherine al giorno, più di quello che ci serve». Dal commissariato speciale sono partite ieri le prime mail per invitare il personale a fare i test («Ti proponiamo di sottoporti a un semplice test sierologico, gratuito e indolore, presso il tuo medico di base») ma sono stati i medici di base a sottolineare come sarebbe meglio utilizzare le strutture sanitarie con percorsi dedicati. Nessuno è davvero tranquillo.

IL PRESIDENTE dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, spiega: «Non ovunque si potrà garantire il distanziamento, dopo due settimane bisognerà passare alla didattica a distanza. Non è esclusa, quindi, una disomogeneità nei servizi per le discrepanze tra aree geografiche». E il sindacato dei dirigenti scolastici Udir: «Se non interverrà una norma del parlamento, il ricorso allo stop alle attività sarà inevitabile. In alcuni istituti mancheranno i banchi fino a novembre, in altri le nuove aule per tutto l’anno, oltre che il personale necessario. Cosicché non si potranno rispettare le norme sul distanziamento previsto dal protocollo sulla sicurezza del 6 agosto». In questa condizione, il capo d’istituto sarebbe il primo responsabile penale e civile, inquisito d’ufficio. Alcuni presidi sono pronti allo sciopero e persino a consegnare le chiavi ai prefetti. Ma dal Miur insistono: «L’adempimento dei doveri d’ufficio rappresenta una garanzia rispetto a qualsiasi diffida».

LA GILDA DEGLI INSEGNANTI: «Le attività che servono a garantire il rientro in presenza e in sicurezza sono in gravissimo ritardo. Si continua a discutere di banchi con le rotelle e di mascherine per cercare mettere una toppa alla drammatica assenza di spazi e insegnanti. Oltre il 50% delle aule non garantisce il distanziamento richiesto dal Cts. L’assunzione degli insegnanti si fermerà a poco più di 25mila rispetto ai quasi 100mila promessi».