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Atenei, accademie ed enti di ricerca dicono addio al Mepa

Gli acquisti si faranno sul libero mercato anche per il trasferimento tecnologico e il terzo settore

03/12/2019
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ItaliaOggi

CArlo Forte

Atenei, conservatori, accademie, istituti di ricerca e istituti superiori per le industrie artistiche potranno fare a meno della Consip e del Mepa per gli acquisti di beni e servizi destinati alle attività di ricerca, al trasferimento tecnologico e alla terza missione. E le abilitazioni nazionali avranno valore per 9 anni. Il nuovo termine si applicherà anche a quelle già in corso, la cui validità passerà dagli attuali 6 a 9 anni. Lo prevede la nuova stesura del decreto legge 129/2019, il cui ddl di conversione era ieri al voto finale della Camera.

Attualmente gli istituti di alta cultura sono costretti ad utilizzare il mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa) per effettuare questi acquisti. Che è gestito dalla Consip: una società per azioni, partecipata al 100% dal ministero dell'economia e delle finanze, che opera al servizio esclusivo della pubblica amministrazione. La misura consentirà una velocizzazione delle procedure, che potranno essere svolte direttamente da questi istituti bypassando il Mepa.

Il nuovo testo prevede l'estensione di questi sgravi non solo per le attività di ricerca, i cui acquisti possono essere gestititi autonomamente già ora, ma dai soli enti di ricerca. È previsto, infatti, che queste agevolazioni possano essere estese anche al trasferimento tecnologico e alla terza missione. Per trasferimento tecnologico si intende il passaggio di conoscenza, tecnologia, competenze e apprendimenti dall'ambito della ricerca scientifica al mondo imprenditoriale e al mercato. Mentre la terza missione consiste nell' «apertura verso il contesto socio-economico mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze». In buona sostanza, dunque, si tratta di ambiti finalizzati a collegare gli esiti della ricerca scientifica e tecnologica ottenuti a livello accademico all'applicazione pratica da parte di cittadini e imprese.

Il nuovo testo sposta in avanti di 3 anni il termine di validità delle abilitazioni scientifiche nazionali. L'aumento della durata di validità a 9 anni sarà applicato anche alle abilitazioni già in corso. È prevista, inoltre, una proroga al 31 dicembre 2021 per la facoltà, in capo agli atenei, di attribuire il ruolo di professore di I fascia agli attuali titolari di II fascia e di I fascia ai ricercatori a tempo indeterminato che abbiano conseguito l'abilitazione. Un'ulteriore proroga al 2022 è prevista per i passaggi nei ruoli di II fascia dei ricercatori di tipo b. Sempre che abbiano conseguito l'abilitazione.