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Ata, 5mila unità in più ma non bastano

Ne occorrerebbero non meno di altri 2.000 da assegnare alle scuole nelle quali si registra una evidente carenza di personale.

04/08/2015
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ItaliaOggi

Franco BAstianini

Per l'anno scolastico 2015/2016, l'organico di diritto del personale Ata (203.534), determinato in applicazione della legge di stabilità 2015 e riportato nella nota ministeriale n. 22173 del 27 luglio 20155, sarà incrementato nell'organico di fatto (208.716) di oltre 5.000 unità. Un incremento, superiore a quello autorizzato nell'anno scolastico in 2014/2015, è stato deciso per assicurare alle scuole che ne hanno più bisogno collaboratori scolastici e assistenti amministrativo, per migliorare l'organizzazione scolastica e per garantire servizi efficienti all'interno delle segreterie scolastiche. Anche questo è un modo per realizzare l'autonomia, architrave della legge 107/2015, «per una buona scuola aperta al territorio e con un'offerta formativa ricca, in linea con le esigenze degli studenti».Fin qui le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario all'istruzione, Davide Faraone, in risposta alle proteste da parte delle organizzazioni sindacali della scuola che, in tema di organici del personale Ata, chiedevano un maggior numero di posti in deroga, anche per coprire la riduzione di 2.020 unità disposta appunto in applicazione delle norme contenute nella legge di stabilità 2015. Per l'anno scolastico 2014/2015 l'organico di diritto era fissato in 205.554 unità; per l'anno scolastico 2015/2016 è stato infatti ridotto a 203.535 unità. L'aumento nell'organico di fatto per l'anno scolastico 2015/2016 di ulteriori 5.182 unità di personale, promesso dal sottosegretario Faraone come titolo di merito del governo, non è invece ritenuto, sia dalle organizzazioni sindacali del comparto scuola che dai dirigenti scolastici, sufficiente a consentire a tutte le scuole di avere i collaboratori scolastici e il personale amministrativo di cui hanno assoluto ed estremo bisogno. Ne occorrerebbero non meno di altri 2.000 da assegnare alle scuole nelle quali si registra una evidente carenza di personale. Ma il vero problema sta nell'utilizzo del personale, e soprattutto dei collaboratori scolastici, che non tiene in alcun conto delle esigenze della scuola reale.


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