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Assunti 69mila docenti ma a finanze invariate

Piano triennale I nuovi insegnanti saranno per metà vincitori di concorso e per il 50% precari

08/11/2013
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Il Sole 24 Ore

Nicola Da Settimo Francesca Milano

Nuovo piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale della scuola per gli anni 2014-2016. Il decreto Istruzione approvato definitivamente ieri dal Senato (D1104) riapre, dunque, la partita delle assunzioni nella scuola: saranno 16mila gli Ata,42mila i nuovi insegnanti curricolari e 27mila gli insegnanti di sostegno che otterranno una cattedra nell'arco di un triennio. Le assunzioni saranno suddivise equamente tra vincitori del concorso vigente (quello del 2012 o quelli precedenti, dove ancora vigenti) e i docenti precari inseriti in graduatoria a esaurimento. Il comma i dell'articolo 15, però, prevede una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, che assicuri l'invarianza finanziaria. In pratica, come avvenuto per le assunzioni a decorrere dal 2o11, anche per questo triennio, per conseguire l'obiettivo di una così consistente immissione in ruolo di personale, la legge pone due vincoli: i) il rispetto degli obiettivi programmati dei saldi di finanza pubblica, per quanto concerne il piano triennale; 2) il rispetto del criterio di invarianza finanziaria, in riferimento all'accordo da sottoscrivere presso l'Aran. L'accordo sindacale del zon aveva ridefinito le posizioni stipendiali, abolendo la seconda fascia da 3 a 8 anni e allungando la prima fascia (0-2 anni), che si trasforma in fascia da o a 8 anni, garantendo l'invarianza stipendiale per i primi io anni di servizio. E fatto salvo il diritto alla ricostruzione di carriera previsto per legge, per cui i precari di lunghissimo corso potrebbero passare rapidamente alla fascia retributiva superiore (9-14 anni). «È ancora troppo presto per dire come sarà garantita l'invarianza finanziaria stavolta» spiegano dal ministero, senza però escludere del tutto che anche per il prossimo triennio si ricorreràin accordo con i sindacati al rinvio del pagamento degli scatti di anzianità. SPOSTAMENTI PIÙ RAPIDI Si riduce da cinque a tre anni il periodo di servizio-lasciapassare per il trasferimento in un'altra sede Per il sostegno agli alunni diversamente abili, il decreto ridetermina la dotazione organica di diritto relativa ai docenti di sostegno: saranno il 75% nell'anno scolastico in corso, il 9o% nell'anno 2014/2015 e arriveranno al 100% dal 2015/2016. Sinora la legge prevedeva, invece, un organico pari al 7o% del numero dei posti di sostegno complessivamente attivati nell'anno scolastico 2006/2007. Tale previsione era fortemente riduttiva rispetto alle esigenze del territorio e ha dato luogo a moltissime pronunce di condanna del ministero dell'Istruzione, da parte dei vari tribunali amministrativi regionali, che imponevano di aumentare le ore di sostegno in casi di handicap grave. Anche la Corte Costituzionale era intervenuta, con la sentenza n. 80/2mo, dichiarando illegittime alcune disposizioni della legge 244/2007, che fissavano un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno ed escludevano la possibilità di assumere insegnanti di sostegno in deroga. Dal prossimo anno scolastico i docenti di sostegno saranno ripartiti equamente a livello regionale, in modo da determinare una situazione di organico percentualmente uguale nei territori. Sempre in tema di assistenza agli alunni con disabilità, il decreto scuola va incontro all'esigenza di un uso più flessibile e razionale dei docenti di sostegno, prevedendo l'unificazione delle quattro aree disciplinari delle attività di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado e delle relative graduatorie. Per tutti gli insegnanti assunti a tempo indeterminato il provvedimento introduce una novità rilevante: si riduce da cinque a tre anni il periodo minimo di servizio dopo il quale è possibile chiedere il trasferimento, l'assegnazione provvisoria o l'utilizzazione in un'altra provincia. Si tratta di una misura utile per i tanti docenti che, pur di ottenere una cattedra, hanno accettato di trasferirsi in un'altra città. Ma penalizzante per gli studenti in termini di continuità didattica.