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Unità-Scuola, la rivolta parte dalla Toscana. "Ci rivolgeremo alla Consulta"

Scuola, la rivolta parte dalla Toscana. "Ci rivolgeremo alla Consulta" "La riforma delle superiori è uno scandalo". Oggi a Barbiana marcia in nome di Don Milani e del diritto allo studio NI...

29/05/2005
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l'Unità

Scuola, la rivolta parte dalla Toscana. "Ci rivolgeremo alla Consulta"

"La riforma delle superiori è uno scandalo". Oggi a Barbiana marcia in nome di Don Milani e del diritto allo studio
NIENTE DA FARE La Toscana non ci sta. "Questo provvedimento è uno scandalo - dice l'assessore al-
l'istruzione della Regione Toscana Gianfranco Simoncini - e se non sarà ritirato ricorreremo alla Corte Costituzionale".
Il decreto di riforma della scuola superiore approvato dal Consiglio dei ministri che sancisce il doppio canale degli studi, con i licei da una parte e la formazione professionale dall'altra, è un salto nel passato che da queste parti nessuno ha intenzione di fare. "Si torna indietro di 40 anni - attacca Simoncini - si torna a una visione classista della scuola e della società dove i ragazzi di famiglia abbienti hanno più possibilità di proseguire gli studi, mentre per gli altri diminuiscono le opportunità formative". Con i figli dei ricchi seduti sui banchi di qualche liceo illustre, magari seguendo le orme del nonno. E poi ci sono gli altri, i figli degli operai, o forse è meglio dire dei precari. Lasciati nelle classi di qualche istituto professionale in attesa di entrare nel mondo del lavoro. Quello della manodopera e dei livelli medio bassi. Con poca specializzazione e tanta voglia di lavorare.
Da queste parti queste operazioni con la memoria si fanno svelte. E in fretta riscorrono le immagini dei film del passato. E con loro le lotte e le battaglie per mettere fine a uno stato così umiliante della scuola italiana.
Qui, a Barbiana, proprio oggi ricorre la quarta marcia organizzata in nome di Don Milani. E qui, nel Mugello, alle pendici del Monte Giovi, il nome di quel prete fiorentino dalla salute cagionevole significa prima di tutto lotta per il diritto all'istruzione. Per una scuola che accolga i figli dei contadini per renderli uguali agli altri. A Barbiana Don Milani arrivò in una giornata di pioggia del 1954, praticamente mandato in esilio per punire la sua intemperanza, i suoi continui contrasti con la gerarchia ecclesiastica. Ma è lì, tra quei pochi casolari sparsi senza luce e acqua e senza nemmeno una strada, che cambierà il volto della scuola italiana. Fino ad ora.
"Ci sarò anch'io alla marcia - continua Simoncini - oggi più che mai è importante esserci perché mai come in questo momento il pensiero e l'azione di Don Milani per una scuola di tutti e per tutti è attuale". Sembrava una conquista consolidata la scuola di tutti. Invece no. Ma qui, in Toscana nessuno è disposto a tornare indietro. Qui, la politica regionale si muove in tutt'altra direzione. "La nostra politica - spiega Simoncini - punta a garantire uguali opportunità a tutti nell'accesso e nella prosecuzione degli studi. Da qui l'idea, alla quale si ispira la legge regionale, di una forte integrazione tra istruzione e formazione, con possibilità di passare da un canale all'altro, ma con l'obiettivo di consentire a tutti di arrivare a 18 anni con una solida preparazione alle spalle". Duro il giudizio della Regione anche per quanto riguarda il metodo scelto dal governo per l'approvazione del decreto: "Il Consiglio dei ministri - conclude - ha scelto di approvare il decreto senza coinvolgere le regioni e le parti sociali, limitandosi a chiedere solo un parere in sede di conferenza Stato-Regione. Un comportamento tanto più assurdo se si pensa che il governo ha affidato proprio alle regioni la competenza esclusiva in materia professionale". Scontro su tutta la linea dunque con il governo. Da sola e con l'appoggio delle altre Regioni. Per rivendicare il diritto allo studio e alla formazione. Contro una scuola classista che promuove i ricchi e boccia i poveri. Esattamente come scriveva Don Milani in "Lettera a una professoressa". Oggi come allora. Era il 1967. Sono trascorsi 38 anni. La battaglia per il diritto allo studio ricomincia.


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