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Unità: Mamma, quello è un carabiniere?». A Bologna la preside sgombera l’occupazione

Alle Elementari don Marella intervengono le forze dell’ordine, e perfino la Digos in borghese, fra la sorpresa di genitori e piccoli alunni

03/10/2008
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l'Unità

di Alice Loreti / Bologna

Occupazione morta sul nascere alle elementari don Marella di Bologna. Ieri maestre, genitori e bambini erano già pronti a trascorrere la notte nel refettorio dell’istituto, con sacco a pelo e materassino. Ma i Carabinieri, chiamati dalla preside, sono intervenuti bloccando tutto. Contemporaneamente, la Procura di Bologna ha indagato una mamma per l’occupazione della scorsa settimana alle elementari XXI Aprile. Sale la temperatura nelle scuole bolognesi e lo scontro si preannuncia caldissimo. La giornata alle don Marella era iniziata nel migliore dei modi. Famiglie e docenti, al suono della campanella, si erano riuniti in un’aula, per decidere le iniziative della nottata. Proiezione di documentari sul tempo pieno, dibattiti per gli adulti e giochi per i bimbi, poi la favola della buonanotte. Ma già nel primo pomeriggio, due agenti della Digos in borghese stazionavano davanti ai cancelli dell’istituto. Poco dopo, sono arrivate due volanti dei Carabinieri, con tre agenti ed un maresciallo, che sono entrati nell’edificio. I Carabinieri hanno chiesto di parlare a porte chiuse con la preside e due rappresentanti dei genitori. Nel frattempo, un agente della Digos scattava fotografie ai presenti, suscitando rabbia e preoccupazione tra le mamme. «Questo è il clima nel nostro Paese – dice una mamma -. Noi siamo nella nostra scuola, vogliamo difenderla da un decreto che la ucciderà. E le Forze dell’ordine si permettono di entrare a casa nostra, con la divisa?».
Tra i bambini c’è grande stupore. «Mamma, ma quello è un carabiniere? – chiede Fabio -. Ha anche la pistola e gli stivali». Dopo più di un’ora di colloquio, i Carabinieri sono usciti, lasciando la scuola. «Quando sono arrivati, volevano sbatterci fuori tutti – spiega Luca Castrignanò, rappresentante dei genitori – e denunciarci. Poi siamo riusciti ad arrivare ad un compromesso, per restare nell’istituto fino alle 23. Io ed un altro genitore, ci siamo presi la responsabilità, firmando l’accordo». In una situazione simile «trattandosi di utenza di un servizio pubblico – commenta la preside, Filomena Massaro - è naturale avere concordato delle forme per definire una situazione che non poteva arrivare ad una denuncia da parte mia». Secondo il portavoce dell’Assemblea delle scuole (il comitato che lo scorso venerdì ha portato 10 mila persone in manifestazione), quanto accaduto non è per niente naturale. «È una novità grave – afferma Mirco Pieralisi – ed inaspettata. Non si può trasformare una protesta in un problema di ordine pubblico. Se no si perde la vera ragione del dissenso, della lotta contro il decreto ammazza scuola del ministro Gelmini».
Intanto, la Procura di Bologna – che in seguito all’occupazione di un’altra elementare, le XXI Aprile, aveva aperto un’inchiesta – ha stabilito che le assemblee notturne all’interno degli istituti sono illecite. Per una semplice questione “oraria”. Le occupazioni avvengono infatti in orario extrascolastico ed infrangono i regolamenti. Il Pm bolognese, Luigi Persico, annuncia provvedimenti. Ed il primo è già arrivato: quello a carico di Ursula Montanari, mamma e presidente del consiglio di circolo responsabile di "aver promosso l’assemblea notturna».


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