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Unità-Bologna, in corteo cantando con Springsteen

18.10.2002 Bologna, in corteo cantando con Springsteen di Adriana Comaschi Hanno dominato la piazza con le loro voci, i loro striscioni, la loro musica e le loro preoccupazioni. A Bologna, in me...

19/10/2002
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l'Unità

18.10.2002
Bologna, in corteo cantando con Springsteen
di Adriana Comaschi

Hanno dominato la piazza con le loro voci, i loro striscioni, la loro musica e le loro preoccupazioni. A Bologna, in mezzo a 85 mila persone, in un corteo festoso e riuscito, in una splendida giornata di sole, tantissimi ragazzi: studenti delle superiori, oppure universitari e 'under 30', già alle prese con le 'meraviglie' della flessibilità. Anche molti fan di Bruce Springsteen, che tante volte ha cantato storie della working class americana, arrivato in città per il concerto della sera. In piazza gli organizzatori della Cgil si passano parola, "questa volta è stata superata ogni frattura tra generazioni diverse". Del resto il tema dei diritti tocca i giovani in prima persona, anzi le violazioni più clamorose, in fatto di garanzie, ormai riguardano loro. Cosa che da tempo i diretti interessati ripetono a gran voce, prima in modo isolato, poi nel 'colpo di fulmine' con la Cgil.

Ci sono i ragazzi che giorni fa hanno aderito al 'Mc'strike' per boicottare le politiche ambientali e lavorative della McDonald's, dove si avanti a furia di straordinari e pause negate, a ritmi massacranti. Ci sono i Disobbedienti, che dietro al loro sound system radunano studenti ed esponenti del Bologna social forum. C'è il fronte dei lavoratori precari - interinali, collaboratori, a tempo determinato. Anche il segretario regionale della Cgil domenica aveva ricordato che l'appuntamento del 18 era soprattutto loro. Molti sono sparsi dietro agli striscioni delle aziende di appartenenza, ancora faticano a vedersi come un unico grande gruppo. Spiccano invece i ragazzi dei call center cittadini, protagonisti di alcune vertenze che stanno facendo storia. Li chiamano, li fanno passare avanti, quasi in testa a uno dei tre cortei in programma, lungo la centralissima via Indipendenza. Per la prima volta i lavoratori di Tim e Omnitel affiancano i loro striscioni e marciano insieme. Ad accomunarli esperienza molto simili, a dividerli due contratti diversi. Quello dei metalmeccanici per la Omnitel, delle telecomunicazioni per la Tim. Una differenza non da poco, per il 'peso' storico e contrattuale della categoria metalmeccanici, rispetto a un accordo che ha due anni di vita ed è quindi più debole come il secondo. Guardacaso, la Omnitel passerà armi e bagagli, da gennaio, a questo nuovo e più conveniente contratto. Annullando, insieme, tutti gli integrativi aziendali siglati nelle diverse città.

Se il futuro prossimo è nero, il presente è quantomeno molto molto grigio. Daniele Robazzo alla Tim non lavora più da agosto, quando è stato lasciato a casa dopo 2 anni, insieme a decine di altri interinali. Eppure in piazza è sceso ancora, come ex delegato Cgil per i rapporti con l'Adecco. Sindacalizzato? "Non lo ero mai stato, ma abbiamo iniziato insieme questa battaglia per avere dei diritti, anche se nella precarietà. La cosa bella è che sono stati i sindacati a venire da noi". Racconta Daniele, "oggi il malcontento è grande anche tra gli assunti ma fino a due anni fa non era così, alle assemblee noi interinali non eravamo proprio considerati. Per avere una nostra rappresentanza come Rsu abbiamo dovuto aspettare l'anno scorso, un atto indispensabile per poterci relazionare con le agenzie di lavoro temporaneo e risolvere i problemi più urgenti. Capitava, ad esempio, che in busta paga invece di 800 mila lire a molti ne arrivassero solo 200 mila, 'per disfunzioni nella timbratura dei cartellini in Tim". Oppure l'azienda non permetteva agli interinali di fare più di 5 giorni consecutivi di ferie, anche se ne avevano il diritto: passi per tre mesi, ma per chi lavorava da due anni come me era veramente pesante".

Laura, 26 anni, laureanda in giurisprudenza, lavora invece al call center della Omnitel, prende 700 Euro al mese "ma solo perché lavoro anche nella fascia dalle 19 alle 24, il guadagno 'tipo' è di 600 euro scarsi". Quanto ai ritmi di lavoro, "quasi tutti sono tenuti a part-time, se chiedono di fare degli straordinari non possono, quando però è l'azienda a chiederli vanno accettati. Altrimenti, ti fanno capire, 'non avrai il permesso che volevi'. Decidono loro, l'anno scorso ho lavorato a Natale, il 31, a Capodanno e anche la Befana, sono stata a casa il 26 ma solo perché sono costretti a darti almeno una festività". Poi però aggiunge, "io sono fortunata, ho un contratto a tempo determinato di sei mesi. Ma ho iniziato come interinale, l'agenzia mi ha chiamato una sera per la mattina dopo, per due settimane. Quindi ho fatto altri 15 giorni, sempre informata all'ultimo momento, 'c'è una proroga di tre giorni, l'accetti?' Funziona così". Funziona così, ma i precari si stanno organizzando: il 4 novembre ci sarà il primo sciopero nazionale della Omnitel, entro l'anno quello nazionale della Tim. "Perché finora - spiega Francesco Sinopoli del Nidil, la sigla Cgil del lavoro atipico - se il call center di Bologna sciopera, l'azienda devia le chiamate a quello di un'altra città. Quando a incrociare le braccia saranno tutti i call center, non potranno più ignorarci".


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