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Repubblica/Torino: Svolta al liceo. Un'intesa apre al lavoro

Un protocollo mette fine a quello che era un monopolio degli istituti tecnici e professionali

30/04/2006
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la Repubblica

L´alternanza con la scuola ridurrà la dispersione

Dominici: "Così finirà quella separazione tra teoria e pratica che ora è troppo netta"
Pentenero: "Quando gli studenti sono costretti a lungo dietro i banchi non rendono bene"
Intesa tra Regione e Direzione scolastica Adesso il Piemonte è all´avanguardia
TIZIANA CATENAZZO

La scuola piemontese cambia faccia, e apre le porte (tutte, anche quelle dei licei) all´alternanza scuola-lavoro. Ed è la prima regione ad innovare così profondamente l´idea, forse vecchia (ma di sicuro più chiara) che abbiamo della scuola. Due giorni fa, il protocollo d´intesa firmato dal direttore scolastico regionale, Anna Maria Dominici, e dall´assessore Gianna Pentenero. Ma se i percorsi di alternanza scuola-lavoro già esistono, e funzionano, cosa cambia esattamente? Punto primo, che l´alternanza si farà anche dove non c´era, e cioè nei licei, mentre si trattava prima di esperienze proprie o degli istituti tecnici e dei professionali o della formazione professionale (l´alternanza, hanno ribadito i firmatari, contrasta il fenomeno della dispersione scolastica: ma la dispersione non è "tipica" dei tecnici e dei professionali più che dei licei?): i liceali, maggiori di 15 anni, acquisiranno competenze che saranno certificate ma che soprattutto varranno loro un certo numero di crediti scolastici.
Questo è il secondo punto della ‘riforma´ piemontese: tramite un sistema unico e definito di riconoscimento dei crediti, il lavoro diventa "materia" scolastica, come latino, greco o matematica. «L´alternanza diverrà prassi, sarà istituzionalizzata – ha precisato la Dominici – e riconoscerà al lavoro una sua specifica valenza formativa, permettendo agli studenti di liceo un approccio diretto con realtà d´imprese, grandi o piccole, che altrimenti dietro i banchi non avrebbero e neppure potrebbero lontanamente intuire…. L´alternanza disfa la scuola di quella separazione troppo netta fra teoria e pratica, non più rispondente ai mutamenti avvenuti nella nostra società, che non solo si è sviluppata enormemente dal punto di vista tecnologico ma soprattutto ha mutato l´utilizzo e l´elaborazione dei saperi "alti" come delle conoscenze "di base". Questa è una metodologia didattica innovativa su cui il ministero punta tantissimo». La Direzione di via Pietro Micca infatti è riuscita a coinvolgere nel progetto gli enti locali, oltre che i necessari interlocutori (Unione Province Piemontesi, Comune, l´Unione Regionale Camera di Commercio, Industria e Artigianato, Confindustria Piemonte).
Ma allora, la questione è: si verificherà (col bando regionale che dà il via alle sperimentazioni già per settembre ‘06) una "corsa alla sperimentazione", con scuole ben contente di ampliare l´offerta per attirare più iscrizioni? Quale preside si asterrà dal proporre almeno una classe di "scuola-lavoro"? Che influenza avrà il contesto socio-economico nel sistema più "nobile" dell´istruzione, (quello liceale)? «Al momento, riteniamo l´alternanza un modello interessante – ha precisato l´assessore Pentenero – che va almeno sperimentato, secondo criteri certi, e modalità verificabili. Con lo svuotamento dei tecnici e il riempimento dei licei, si sono creati gravi scompensi sia sul piano delle professioni e dell´occupazione, che in quello scolastico: i licei pieni, che hanno assorbito diversi "tipi" di studenti, devono poter rispondere anche alle esigenze di quanti – in una classe di liceo classico, ad esempio – se costretti per troppe ore dietro ai banchi, rendono meno». L´alternanza contro la dispersione nei licei: problema che prima non c´era e ora c´è.


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