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Repubblica-Torino-Sono tornati gli studenti "Licenziamo Berlusconi"

Sono tornati gli studenti "Licenziamo Berlusconi" GINO LI VELI Colorati, con grande voglia ...

19/10/2002
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la Repubblica

Sono tornati gli studenti "Licenziamo Berlusconi"
GINO LI VELI


Colorati, con grande voglia di urlare slogan, di mostrare la propria passione. Nella giornata di protesta contro la Finanziaria e le politiche del governo sul lavoro e sulla scuola, ci sono anche gli studenti, "uniti con i lavoratori per i diritti", come recita lo slogan sullo striscione di apertura del loro corteo. Quasi una risposta a chi li aveva accusati di essere insensibili ai problemi che Torino sta vivendo. Diecimila, prevedevano alla vigilia, i leader della varie fazioni (Unione degli studenti, Coordinamento studentesco, Sinistra giovanile). Che hanno messo da parte le ripicche e le piccole liti del passato per dare vita ad un corteo unitario, anche visivamente: mentre si muove da piazza Arbarello, tradizionale punto di ritrovo, per infilarsi, in via Cernaia, alle spalle degli operai che sfilano da Porta Susa, lo spezzone giovanile dà proprio un'idea di solidità, di compattezza. Forse non saranno diecimila. Sono certamente tanti. Festosi, pronti a ballare e a cantare sul ritmo di "Bella ciao", nella versione dei Modena City Ramblers o su quello della canzoni dei 99 Posse, diffuse da un paio di furgoni musicali.
Ma i giovani che si mischiano ai metalmeccanici, ai chimici, agli edili, ai dipendenti della funzione, vogliono anche riflettere sulla Fiat: "Siamo andati a volantinare giovedì davanti a Mirafiori. dice Stefano Mosso, terza liceo classico del D'Azeglio- Siamo consapevoli che la chiusura della Fiat avrebbe conseguenze disastrose non solo per i licenziati ma per tutto l'ambito lavorativo piemontese". C'è anche un ragazzo che è arrivato da Palermo, Massimiliano Lombardo, quinta liceo scientifico "per portare la solidarietà del Sud".
Lungo via Cernaia, via Santa Teresa, avendo come meta piazza San Carlo dove prenderà la parola Oliviero Alotto, dell'Umberto I, a ufficializzare questo nuovo tentativo di unione tra studenti e lavoratori, sfilano i ragazzi di tante scuole di Torino e della provincia: D'Azeglio, Gobetti, Volta, Cavour, Boselli, Avogadro, Darwin, Newton di Chivasso, persino il liceo Pellico di Cuneo. Molti hanno ancora occhi di bambini, cui nemmeno le barbe alla Che Guevara , i baffetti incolti, o il percing al naso o alla bocca riescono a dare l'aria feroce. Ma dietro l'aspetto gentile, si nasconde un carattere determinato. Gli slogan tradiscono ironia, accuse e utopia: "Licenziamo il presidente operaio Berlusconi", "Più diritti e meno Moratti", "Trasformiamo l'articolo 18 in un nuovo 68", "Diritto allo studio o diritto alla disoccupazione?". Dietro di loro urlano la propria rabbia , i ragazzi dell'Askatasuna e del Gabrio, guardati da lontano da un discreto servizio di polizia.
Anche le lunghe fermate, prima dell'approdo nella straboccante piazza San Carlo, vengono sopportate con tranquillità. "Quel che conta oggi- dice Andrea, 16 anni- è dimostrare che anche gli studenti possono avere un ruolo in questa città". Intorno alle 12,30, la manifestazione si conclude. È stata anche una festa, grazie alla bella giornata di sole. Così qualcuno, getta a terra bandiere e striscioni e prova agodersela. "Questo 18 ottobre 2002 ce lo ricorderemo per tutta la vita" dicono due ragazze mentre una loro amica tranquillizza la mamma al telefonino: "È andato tutto benissimo, è stato fantastico".


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