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Repubblica-Palermo-Tornano in cattedra i prof malati

Per cinquecento docenti siciliani stop ai distacchi in biblioteca, in segreteria o negli uffici Tornano in cattedra i prof malati Se non accettano, rischiano di subire il licenziamento SALV...

30/01/2003
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la Repubblica

Per cinquecento docenti siciliani stop ai distacchi in biblioteca, in segreteria o negli uffici
Tornano in cattedra i prof malati
Se non accettano, rischiano di subire il licenziamento

SALVO INTRAVAIA

Prof malato, alzati e insegna. Oltre 500 docenti siciliani giudicati inidonei all'insegnamento per motivi di salute rischiano di essere licenziati se non tornano a scuola o non chiedono di passare nei ruoli dell'amministrazione scolastica o comunque statale. Si tratta di quegli insegnanti che, a causa di particolari patologie, non possono più insegnare e lavorano nei Centri servizi amministrativi (gli ex provveditorati agli studi), alla direzione generale dell'ufficio scolastico regionale o, ancora, nelle scuole sia pure non dietro la cattedra (molto spesso in segreteria o in biblioteca). È uno dei tanti effetti dell'ultima legge finanziaria, che per questi professori ipotizza, dopo cinque anni, anche il licenziamento. Per tutti, nelle prossime settimane, scatteranno visite mediche con l'obiettivo di accertare le loro attuali condizioni e valutare l'opportunità di un ritorno in classe.
"Insegnavo Francese alla scuola media Paolo Balsamo di Termini Imerese - racconta uno di loro, Francesco Piraino - dove, per mantenere l'ordine in classi con 28 ragazzini, occorreva di frequente gridare. Un giorno mi sono ritrovato senza più voce. Dopo tante visite, i medici mi diagnosticarono la paresi di una corda vocale. Oggi lavoro come bibliotecario all'istituto superiore di Termini".
In città i docenti dichiarati permanentemente inidonei all'insegnamento sono 155, mentre altri 100 sono stati dichiarati temporaneamente non idonei. "Alcuni sono affetti da gravissime patologie", spiega Enrica Rinaldi, che presta servizio all'ex provveditorato. Per loro non sarà facile spostarsi in altri ruoli, mentre di rientrare a scuola non se ne parla neppure. Giovanna Triolo, insegnante di scuola elementare, da vent'anni lavora al Csa e non vuol sentire parlare di tornare in cattedra. "Il governo - dice - raccoglie le briciole senza reinvestire nel mondo della scuola". Le fa eco un collega: "Se da domani tutti i distaccati al Csa o alla direzione generale di via Fattori dovessero decidere di rientrare a scuola, i tanti servizi a loro affidati entrerebbero in crisi".
Ma a fare i conti con la Finanziaria non sono soltanto i docenti. Anche il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) che non può più svolgere tutte le mansioni previste dal contratto, e per questo è stato collocato fuori ruolo, in questi giorni è costretto a presentare domanda di trasferimento e a scegliere una sede per rientrare in servizio. Si tratta molto spesso di bidelli che, per motivi di salute, sono stati esonerati dai compiti più pesanti (fare le pulizie, per esempio). Nell'Isola i collaboratori scolastici in queste condizioni sono 217, due terzi dei quali nella sola provincia di Palermo. Rientrando nei ruoli del personale Ata della scuola, manterranno le mansioni che svolgono attualmente ma occuperanno i posti vacanti in organico che, fino a quest'anno, sono stati assegnati a supplenti. Dall'anno prossimo, quindi, a Palermo ci saranno per i precari 139 posti in meno. E in parecchie scuole non si saprà a chi far fare le pulizie.


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