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Repubblica/Milano: Nella trincea del liceo che lotta con la riforma

Così in un istituto superiori si affrontano giorno dopo giorno i tagli di personale e fondi e l´obbligo delle 18 ore per gli insegnanti

06/04/2006
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la Repubblica

Vittorio Veneto, il preside: hanno sfasciato la scuola
i ragazzi Studiano meno Creando commissioni di maturità solo interne si sono distrutte le sole prove rimaste
l´azienda Non lavoriamo con i bulloni ma con uomini, non dovremmo occuparci dei soldi ma dei nostri studenti
"Ha cominciato D´Onofrio, poi Berlinguer. La Moratti ha dato il colpo di grazia"
La vicepreside Cristina Re: sono arrivata a sostituire tre colleghi nella stessa ora
MARIANGELA MIANITI

Venga, ne vedrà di belle», dice il preside Michele D´Elia. Liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano: 1.213 studenti, 52 classi, 104 insegnanti, 10 laboratori, decine di coppe sportive vinte, una biblioteca con 16.000 volumi, un museo, 68 richieste di iscrizione respinte per il prossimo anno causa mancanza aule. Il primo liceo scientifico d´Italia, nel senso che partì qui, nel 1923, la sperimentazione degli istituti scientifici voluta da Giovanni Gentile, sopporta molte fatiche comuni alle scuole superiori.
Il problema più grave è la sostituzione dei professori che fanno meno di 15 giorni di assenza. Dobbiamo chiedere aiuto ai bidelli .
Fatiche risparmiabili, se certi politici considerassero la scuola non un´azienda, ma un luogo dove formare le future generazioni.
Abbiamo trascorso due giorni al Vittorio Veneto per capire da vicino le conseguenze di leggi che: «Negli ultimi dodici anni hanno sfasciato la scuola» , dice Michele D´Elia «Ha cominciato D´Onofrio togliendo gli esami di riparazione a settembre, Berlinguer ha dimezzato alla maturità i commissari esterni, la Moratti ha dato il colpo di grazia, il più grave» .
Le conseguenze si vivono ogni giorno negli spazi di questo edificio luminoso e fresco di pittura gialla, con belle piante nei corridoi curate da quelli che un tempo chiamavamo bidelli. D´Elia ha una vicepreside, Cristina Re che insegna matematica e fisica, e una collaboratrice, Elisabetta Giansiracusa, docente di italiano e latino. Con loro vive in simbiosi dalle 8 alle 14 e oltre, ma spesso si portano il lavoro a casa.
Uno dei problemi più gravi è quello di sostituire gli insegnanti assenti meno di 15 giorni, oltre i quali si può chiamare un supplente temporaneo. Gli insegnanti hanno 18 ore di insegnamento a settimana che prima della Moratti venivano distribuite privilegiando la continuità didattica. Chi avanzava ore, le usava per sostituire i colleghi assenti. La Moratti ha inserito l´obbligo delle 18 ore cattedra, tranne che per i docenti di lettere, e ora spesso non si sa come coprire i buchi. Dice Cristina Re: «Ho fatto anche tre supplenze nella stessa ora, in emergenza danno una mano i bidelli a cui non spetterebbero queste mansioni. Ma mica possiamo lasciare le classi incustodite». Mentre parla, Cristina Re risponde al telefono, va alla segreteria, riceve gli studenti, firma carte. «Siamo schiacciati dalle mansioni e dalla burocrazia», cioè firmare comunicazioni, circolari, nomine, pagamenti, ordini di servizio, seguire assenze, ritardi, uscite anticipate, colloqui con le famiglie, verbali, assegnare le classi alle aule, i lavori di collegio, comporre l´orario scolastico. Stipendio? «Lasciamo perdere», dicono. Enrico De Luca, direttore dei servizi generali e amministrativi, dà le cifre annuali e lorde, esclusa la tredicesima. Un collaboratore scolastico primo impiego percepisce 13.659 euro l´anno, dopo 35 anni arriva a quasi 18.000; un impiegato va da 15.302 a 20.679, un insegnante di scuola superiore da 19.082 a 29.945. D´Elia, dopo 39 anni di servizio, ha un netto mensile di 2.791 euro.
«Ora ci tagliano personale e fondi» , dice De Luca. Avremmo diritto a 16 collaboratori, ce ne danno 15. La segreteria funziona bene perché le otto persone che vi lavorano sono brave, ma quando nel 2000 è arrivata l´autonomia, nessuno ci ha fatto corsi di formazione. La gente ha imparato sulla propria pelle a districarsi nei compiti che erano del provveditorato: ricostruire le carriere, Cud, 770, pratiche di pensione, pagamento dell´Irap e senza un euro di gratificazione. Adesso ci tagliano i fondi». Per pagare le supplenze temporanee hanno circa 17.000 euro l´anno (40% in meno), per materiale didattico, laboratori, cancelleria, detersivi, 10.600 ( - 40%), per le commissioni di studio e di lavoro (32), ricevono 100.000 euro, lordi. Riempiono i buchi chiedendo alle famiglie 100 euro. Dalla Regione, che dà soldi a chi frequenta le private, non ricevono nulla.
Il preside D´Elia segue anche gli spilli. Sono le 8.20 e sul portone dice a un ritardatario: «Ma lo sai che ore sono?» . «No» risponde il ragazzo, annoiato. «Questo va malissimo», dice D´Elia «e il padre gli aveva firmato le giustificazioni in bianco. Gli ho fatto notare che non va bene, si è stupito e ha detto: "Ma così è più comodo"» .
I docenti si trovano di fronte un´umanità cambiata. Dice D´Elia: «I ragazzi studiano meno, hanno una soglia di attenzione bassissima, sono poco motivati, molti hanno grandi lacune. Togliendo gli esami di passaggio e creando commissioni di maturità solo interne, la Moratti ha distrutto le sole prove rimaste. Che adulti saranno questi?» La riforma non piace agli istituti superiori milanesi al punto che nessuno ne ha adottato la sperimentazione: «Che - dice Anna Fogliani insegnante di matematica - toglierà il latino in quinta, diminuirà l´italiano e la filosofia per aumentare matematica, fisica, scienze e introdurre materie facoltative. Gli studenti disimpareranno sempre più l´arte del ragionamento, la dialettica e la capacità critica».
Gli effetti li vede già Laura Quarello che insegna storia e filosofia e segue la biblioteca. «Teniamo una statistica dei libri presi in prestito - dice -Da quando la maturità è interna c´è stato un crollo di lettura nelle quinte: prima preparavano ricerche serie, ora scopiazzano da Internet» .
«La scuola non è un´azienda, io non lavoro con i bulloni, ma con uomini» dice D´Elia. Per questo ha organizzato per domani un convegno sull´attualità del Risorgimento e dell´Unità nazionale, si appassiona ai problemi dei ragazzi, e sono tanti, si dispera per il disinteresse o l´inadeguatezza di molte famiglie; depreca che il sindaco abbia deciso di costruire un parcheggio sotterraneo con rampa d´entrata proprio vicino al portone del liceo, e senza avvisarli.
Mentre prende accordi per andare a Sondrio come presidente di commissione, dice: «Per farlo mi alzo alle 4 e mia moglie mi accompagna alla stazione. Due anni fa ci ha fermato la polizia per un controllo di ruotine. Ci ha chiesto: "Che fate in giro a quest´ora?". Gli ho detto: "Io sono un preside e lei un´insegnate. Vado a fare gli esami". Non ci volevano credere» .