Repubblica: L´università di Padova si ribella e non taglia le spese correnti

PADOVA - Parte dall´università di Padova la ribellione degli atenei italiani al decreto "taglia-spese" Visco-Bersani, che impone per il 2007 una riduzione del 20% del bilancio per le spese correnti, cioè bollette, cancelleria, software informatico. Con una recente delibera del cda, l´istituto patavino ha infatti deciso di non versare quei 7 milioni di euro chiesti dallo Stato per il prossimo triennio, perché altrimenti «ne deriverebbe come conseguenza l´impossibilità per l´Ateneo di adempiere ai propri doveri istituzionali». E così il rettore Vincenzo Milanesi è diventato il portavoce di un malcontento diffuso, l´alfiere della disobbedienza che presto potrebbe coinvolgere altre università, già costrette a fare i conti con finanziamenti di gran lunga inferiori rispetto alle medie europee. «Siamo consapevoli della necessità di compiere qualche sacrificio - dice Milanesi - ma quello che contestiamo è il taglio indiscriminato e uguale per tutti. Noi in passato siamo già intervenuti pesantemente sulle voci di bilancio legate ai consumi, abbattendole di oltre 3 milioni e destinando quelle risorse a investimenti nella ricerca e posti per giovani ricercatori. Se fossimo costretti a sforbiciare ulteriormente non potremmo più pagare luce e gas. Ne va della sopravvivenza stessa dell´Università, ecco perché non verseremo la cifra richiesta a giugno». Per andare oltre la protesta, Milanesi avanza anche alcune proposte, prima fra tutte quella di intervenire con tagli mirati, colpendo le università in maniera proporzionale ai loro presunti sprechi: stabilita una percentuale minima del bilancio da destinare alle spese correnti, si potrebbe imporre il rientro solo a chi ha sforato il budget.
(a.ian.)