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Minaccia di scioperi e proteste all'inizio dell'anno per una situazione definita "molto grave" Scuola al via nella burrasca I sindacati: più alunni, meno insegnanti e sicurezza ...

02/09/2003
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la Repubblica

Minaccia di scioperi e proteste all'inizio dell'anno per una situazione definita "molto grave"
Scuola al via nella burrasca
I sindacati: più alunni, meno insegnanti e sicurezza
"Classi con 28 bambini, così si violano le leggi"
DANIELA CORNEO


Meno classi, meno insegnanti, meno sicurezza. Ma più alunni. Il nuovo anno scolastico fa discutere ancora prima di essere cominciato. E da quello che minacciano i sindacati sarà un inizio burrascoso, all'insegna di scioperi e proteste.
"Affermare - sostengono unanimemente Cgil, Cisl e Uil scuola - che va tutto bene, che gli insegnanti sono impiegati meglio del passato, che si rispettano gli standard europei è qualcosa che grida vendetta". Vendetta contro la direzione scolastica regionale che ha diffuso, secondo i sindacati, dati che falsano il quadro reale della situazione e che non corrispondono a quelli forniti dal Ministero. "I 10.238 alunni in più di quest'anno - dice Claudio Cattini della Cgil - richiederebbero almeno 1.051 insegnanti (più 175 di sostegno), se si volessero garantire gli stessi servizi dell'anno 2002-2003". Un buco di 1.226 insegnanti. Come si colma? Stipando gli alunni nelle classi sino a sfondare il tetto massimo dei 25 e tagliando così molte sezioni. Centocinquanta in meno secondo i sindacati. Meno classi con più alunni significa anche violazione delle leggi sulla sicurezza. "Ci sono classi - denuncia Lamberto Benini della Cisl - che hanno 28 alunni e nei casi più gravi si arriva anche ai 35, quando il massimo consentito è di 25. Sono i decreti ministeriali a consentire la formazione di classi più numerose, violando altre norme dello Stato sulla sicurezza molto più rigide". Diminuiscono le classi e aumentano gli alunni, diminuiscono gli insegnanti di ruolo e lievita il numero di quelli precari. Su 11 mila insegnanti in Emilia-Romagna, 2500 hanno un contratto a tempo determinato. Solo a Bologna quest'anno alle liste dei precari se ne sono aggiunti altri 480. I sindacati parlano di una "logica del risparmio" che incide sulla qualità della didattica: "Nelle elementari non esiste l'insegnamento dell'informatica e l'inglese si fa per un'ora a settimana, non si sa se c'è il tempo pieno o no e gli insegnanti di sostegno sono 175 in meno di quelli che servirebbero". Situazione cui porre rimedio a livello regionale, secondo i sindacati, e al più presto, visto che la scuola comincia il 15 settembre. E a Bologna? Secondo Paolo Marcheselli, dirigente del Centro Servizi Amministrativi (ex Provveditorato), "molte decisioni, in questa logica dell'autonomia, sono nelle mani dei singoli dirigenti scolastici. Per quanto riguarda le mie competenze posso dire che la situazione nelle scuole bolognesi è nella norma quasi su tutti i fronti. Del resto i sindacati fanno il loro lavoro, mentre io e la direzione regionale abbiamo delle indicazioni e stiamo dentro quelle".


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