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Repubblica/Bologna: Dalle superiori ai nidi domani la scuola si ferma

Presidio dalle 10 all´Ufficio regionale

15/04/2007
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la Repubblica

Incrociano le braccia insegnanti, educatrici degli asili e dipendenti delle mense che protesteranno in consiglio comunale

"Prodi si impegna a parole ma i tagli sono gli stessi del governo precedente"

ILARIA VENTURI

LA scuola emiliano romagnola incrocia le braccia. I genitori e le educatrici dei nidi comunali si faranno sentire sotto le finestre di Palazzo d´Accursio. I dipendenti di Seribo, la società che gestisce i pasti nelle mense dei bambini, reclameranno i loro diritti in consiglio comunale. E´ il lunedì di protesta della scuola. Domani lo sciopero indetto da Cgil, Cils, Uil e Snals a livello regionale (è stato revocato solo quello a livello nazionale) rischia di portare alla chiusura molti istituti. Allo sciopero sono interessate tutte le scuole statali, dalle materne alle superiori. I Confederali dell´Emilia Romagna mettono in fila i problemi, che sono le ragioni della protesta: la mancanza di docenti e di bidelli, le richieste di sezione di materna e di tempo pieno alle elementari non soddisfatte, gli indirizzi di studio alle superiori che saltano, i supplenti che non vengono pagati da cinque mesi, le scuole in ginocchio dal punto di vista finanziario. Paolo Tomasi (Cgil), Lamberto Benini (Cisl) e Domenico Cassino (Uil), delle segreterie regionali, non fanno sconti: «Cinque anni di tagli agli organici rendono praticamente impossibile aprire le scuole a settembre», dichiarano presentando i numeri di una scuola in crescita: 57.767 alunni in più dal 2001/2002 al 2006/2007 in Emilia Romagna, tredicimila in più il prossimo anno. «Il punto è che qui, a differenza di altre regioni, c´e un problema strutturale, ossia la crescita progressiva di studenti a fronte di tagli continui agli organici». Mancano, secondo i sindacati, più di mille docenti: 549 nella scuola primaria e 533 alle medie e superiori. «Ed è solo il minimo».
«Questo governo si impegna a parole ma i tagli sono andati nella stessa direzione del governo precedente», l´accusa. Lo sciopero, del personale docente e non, è stato proclamato per l´intera giornata, con un presidio a Bologna, dalle 10 alle 11.30, davanti all´ufficio scolastico regionale (piazza XX Settembre), mentre nelle altre città sarà davanti agli uffici provinciali. Alle 15, al Belluzzi, i sindacati incontreranno in assemblea parlamentari e amministratori (il senatore Vitali e gli assessori Rebaudengo e Virgilio hanno già aderito). Uno sciopero che strappa l´approvazione di Fabio Garagnani, onorevole di Fi, che ieri, mettendo in fila i problemi della scuola, ha detto: «Se si prosegue per questa strada la scuola emiliano romagnola rischia di saltare». Intanto domani alle 17 va in scena la protesta sul nuovo regolamento delle supplenze nei nidi. Le Rdb, con dade e genitori, faranno un presidio davanti al palazzo comunale per chiedere che il nuovo sistema sia revocato. «Chiederemo anche un incontro ai gruppi consigliari sul problema nidi che a quanto pare per questa giunta non sono una priorità» annuncia Massimo Betti. Le Rdb non escludono forme di mobilitazione più massicce, mentre Cgil, Cisl e Uil hanno indetto un´assemblea dei nidi il 7 maggio.


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