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Repubblica-Bari-Tagli e contratto, scuola in piazza

In Fiera oltre mille lavoratori all'assemblea dei sindacati per preparare lo sciopero di lunedì prossimo Tagli e contratto, scuola in piazza "Puglia penalizzata dal governo. Con la guerra meno...

18/03/2003
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la Repubblica

In Fiera oltre mille lavoratori all'assemblea dei sindacati per preparare lo sciopero di lunedì prossimo
Tagli e contratto, scuola in piazza
"Puglia penalizzata dal governo. Con la guerra meno risorse"

"Ora la riforma complicherà tutto, per questo abbiamo bisogno di firmare per gestire il cambiamento con delle tutele"
"Puglia al quarto posto nella diminuzione delle cattedre, si pensa solo a ridurre le spese e non ci sono programmi per nuove assunzioni"
ANNA GRITTANI

Il mondo della scuola barese, sfidato da un contratto scaduto da 14 mesi, provocato dalle mancate assunzioni, stizzito dai tagli e "colpito al cuore" dalla riforma Moratti, non riesce ad essere contenuto dalle due sale messe a disposizione ieri mattina dai sindacati per l'assemblea metropolitana. Si parla di "Contratto, investimenti e assunzioni per una scuola di qualità", si spiegano le ragioni dello sciopero generale di tutto il personale della scuola indetto per lunedì prossimo e si cerca di fornire le motivazioni a chi ancora non le ha.
Ma i temi sono così avvertiti dal quel mondo che non bastano ottocento posti a sedere e molti restano in piedi nell'enormità della sala "Tridente" della Fiera del Levante. Di fronte alla platea di oltre 1000 lavoratori delle scuole baresi, il tavolo dei relatori ornato con le bandiere delle quattro sigle sindacali della scuola che hanno organizzato l'assemblea: lo Snals, la Cisl, la Cgil e la Uil provinciali. Al centro, tra il sindacato di Pezzotta e quello di Epifani, più grande di tutte, la bandiera della pace. E già si coglie il pensiero e la preoccupazione che più tardi esploderà nelle parole del segretario regionale della Cgil scuola Gianni Milici: "Nelle nostre classi si insegna la tolleranza e la solidarietà. Dobbiamo continuare a parlare di pace, ma dobbiamo anche salvaguardare la nostra dignità, che passa per un buon contratto, per questo il segnale deve essere forte".
A sottolineare l'importanza dell'incontro, la presenza di due segretari nazionali: Alfonso Rossini per la Cisl e Massimo Di Menna, numero uno della Uil scuola. Per la Cgil c'è anche Maurizio Lembo, per la Cisl Lena Gissi, per la Uil Andrea Misceo, che introduce l'incontro, per lo Snals Giuseppina Di Giacomo. Sono gli organizzatori, tutti segretari provinciali generali (per il comparto scuola) dei rispettivi sindacati.
Alessandro Calabrese interviene per primo. È il segretario regionale dello Snals. "Il 24 - dice - tutta la scuola deve scioperare contro questo governo che mette la Puglia al quarto posto per il taglio delle cattedre, che pensa a ridurre le spese e che non assume". I toni sono decisi e non si usano mezzi termini. Alfonso Rossini della Cisl rincara la dose: "Lo sciopero deve dimostrare che la misura è colma: 12.500 docenti e 3.600 Ata in meno sono lo specchio della politica scolastica del governo che da una parte sottolinea la qualità della scuola, dall'altra fa mancare le risorse. Così si impoverisce il contratto e la stessa scuola perché si sviliscono le condizioni di lavoro e regredisce la flessibilità".
Sale Massimo Di Menna che per la sua carica di segretario generale della Uil scuola ha rapporti più diretti con il governo. Sintetizza l'iter del contratto che a dicembre sembrava quasi concluso, mentre a gennaio erano sparite le risorse, incluse quelle risparmiate con i tagli dell'anno precedente. E ribadisce: "Dobbiamo dare al governo la sensazione che sul suo modo di procedere c'è il dissenso. Con la riforma la situazione si complica. Alcuni dei decreti attuativi saranno predisposti già nei prossimi giorni. È importante chiudere il contratto proprio per gestire il cambiamento con delle tutele. Così si eviteranno elementi di ingiustizia".


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