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Repubblica-Bari-Prof e ricercatori: no alla riforma Università occupata per due ore

LA MANIFESTAZIONE Contestato il progetto in discussione al Parlamento Prof e ricercatori: no alla riforma Università occupata per due ore ...

22/02/2005
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la Repubblica

LA MANIFESTAZIONE
Contestato il progetto in discussione al Parlamento
Prof e ricercatori: no alla riforma Università occupata per due ore


Anche i rettorati delle Università di Bari e Lecce - come accaduto in molti altri atenei dalle Alpi alla Sicilia - sono stati occupati ieri mattina da docenti e ricercatori per protestare contro il disegno di legge delega del ministro Moratti per il riordino dello stato giuridico dei docenti universitari, in discussione alla Camera. Nel corso dell'occupazione simbolica, andata avanti per un paio d'ore, docenti e ricercatori hanno discusso l'eventualità di programmare ulteriori forme di lotta se il provvedimento dovesse essere confermato così com'è. Una cauta apertura verso la modifica sembra arrivare però proprio da Casini: il presidente della Camera ieri sera ha fatto sapere che "il dibattito sul ddl è, nella sostanza, un dibattito aperto, nel senso che c'è la possibilità che in Parlamento possa essere migliorato, accogliendo anche i contributi in arrivo dalla società civile".
Le parole di Casini si riflettono nell'opinione di Pasquale Voza, docente alla facoltà di Lettere dell'ateneo barese: "Modificare il provvedimento? È il mio auspicio, ma forse si può anche pensare che questa ipotesi costituisca un accantonamento dignitoso del ddl messo in atto dal governo nei confronti della Moratti. Insomma, una maniera elegante per venire fuori da una situazione pesante. Per quanto mi riguarda - commenta Voza - quello della Moratti è un provvedimento pessimo perché sancisce una tendenza alla precarizzazione anche dentro l'Università. Non c'è una politica rigorosa di reclutamento di forze giovani; si tratta di un reclutamento che tende a precarizzare le forze giovani che finirebbero così per dedicarsi alla ricerca senza alcuna prospettiva. Oltre a questo, c'è il problema dei fondi per la ricerca che diminuiscono sempre più, con il risultato di penalizzare fortemente la ricerca di base e il destino dei ricercatori".
Anche Vincenzo Bavaro, ricercatore a Scienze politiche, Diritto del lavoro, è parecchio critico nei confronti del ddl della Moratti, "una posizione contraria - tiene a precisare - espressa non solo dal movimento ricercatori, ma da larghissima parte del corpo docente. È completamente sbagliata l'idea che i problemi effettivi e la qualità dell'Università si possano risolvere con la precarizzazione - spiega Bavaro - quella riforma potrebbe avere un senso mettendo denaro che non c'è. Anche i trecento milioni di euro stanziati di recente sono serviti appena a pagare i vincitori di concorsi svoltisi anni fa. Si vuole tendere forse a un modello anglosassone? Il rischio da noi è di fare gli anglosassoni senza i soldi che invece loro hanno. Anche i "contentini" dati ai ricercatori, come il recente provvedimento con il quale è stato ridotto il periodo di conferma, servono solo a tenere buoni i ricercatori già in servizio. Ma che futuro si prospetta a chi verrà dopo di loro?".
(t. tum.)


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