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Repubblica-Bari-La riforma Moratti? Senza soldi

Ieri pomeriggio burrascosa riunione tra il direttore regionale Fiori e i rappresentanti sindacali La riforma Moratti? Senza soldi Saranno utilizzati i fondi per l'offerta formativa. Ed ?...

04/09/2002
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la Repubblica

Ieri pomeriggio burrascosa riunione tra il direttore regionale Fiori e i rappresentanti sindacali
La riforma Moratti? Senza soldi
Saranno utilizzati i fondi per l'offerta formativa. Ed è guerra
Gli insegnanti adesso temono il ridimensionamento degli istituti pubblici "E prima o poi arriverà"
ANNA GRITTANI


E' il momento della presa di coscienza: i giochi sono già fatti. Non una lira per la sperimentazione a parte i soldi stanziati dalla legge 440 sull'ampliamento dell'offerta formativa, che prevede per la Puglia complessivamente 8 milioni 920mila euro. Con quei soldi sarà pagata la riforma.
Ufficio scolastico regionale, ore 15. Giorno della resa dei conti con i sindacati. Il direttore scolastico regionale Giuseppe Fiori ha preparato un ordine del giorno. Questioni spinose per le quali Cgil, Cisl, Uil e Snals aspettavano questo incontro da giorni. Dimensionamento e sperimentazione, i primi due punti. Rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Snals, dirigenti del Ufficio scolastico, funzionari dell'ex provveditorato (oggi Csa), attorno ad un tavolo insieme al direttore generale Fiori e al dirigente del Csa di Bari Giuseppe Imbrici, c'è anche l'associazione nazionale presidi.
Diciassette persone dietro una porta chiusa. Tira aria tranquilla, sembra dire: ciò che è fatto è fatto, ma almeno dateci una spiegazione. Si parla di dimensionamento, qualcuno attorno al tavolo urla: "Noi non dobbiamo saperlo dalla 'Repubblica'". E' una voce dello Snals, zoccolo duro della riunione. Qualche minuto più tardi uscirà Giuseppina Di Giacomo, segretaria provinciale: "Noi dello Snals non accettiamo nessuna forma di dimensionamento, né domani né l'anno prossimo. Il personale della scuola non è a termine". Alessandro Calabrese, il collega della segreteria regionale, è lì dentro con tutti gli altri, qualche giorno fa aveva promesso che avrebbe fatto "le barricate".
Sulla sperimentazione i sindacati incassano. "I giochi sono fatti", dicono "ma noi vogliamo essere coinvolti". Soprattutto informati, ci sentiamo di aggiungere. Sappiamo come sono andate le cose: in pieno agosto le scuole si sono proposte all'Ufficio scolastico regionale, che ha accolto una trentina di candidature, ne ha scelte 18, e tra queste nel corso della settimana sceglierà le 15, poco più o poco meno, che sperimenteranno per prime l'accesso anticipato a due anni e mezzo e a cinque e mezzo alla scuola materna ed elementare, il maestro prevalente, l'inglese e l'informatica in prima. Dopo un paio d'ore esce Ciro Minetti, presidente per la provincia di Lecce dell'Associazione nazionale presidi. "Siamo preoccupati - dice - per l'aspetto procedurale e ancora di più per la difficoltà che avranno le scuole a prepararsi ad una sperimentazione in così poco tempo". Qualcuno urla dietro la porta chiusa: "Non si può fare una sperimentazione per vincere politicamente. Ne patiranno le conseguenze bambini anche molto piccoli". Voce di donna, si accoda quella di Carmine Carlucci, Snals, che esce poco dopo: "Non hanno rispettato l'articolo 10 del decreto dello stesso ministro secondo il quale la scelta deve essere fatta con i dirigenti del Csa". Calca la mano Andrea Misceo della Uil: "Nessuno ci ha coinvolto. Si continuano a prendere decisioni senza che nessuno stia a sentire chi lavora sul campo". Ancora più dura la Cgil: "Siamo contrari alla sperimentazione - dice Gianni Milici della segreteria regionale - ma non possiamo opporci. Allora pretendiamo delle garanzie come il coinvolgimento del collegio dei docenti, gli organici e le risorse. Sul dimensionamento non ci sentiamo rassicurati perché il sottosegretario Valentina Aprea è stata la prima a dire di avere un elenco di 2000 scuole sul quale orientarsi".


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