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Repubblica-Bari-La carta a scuola si paga extra

Bufera nel liceo scientifico di Putignano: sono finiti i fondi della Provincia e va in scena una raccolta di fondi particolare La carta a scuola si paga extra Un preside impone una tassa di cin...

10/12/2002
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la Repubblica

Bufera nel liceo scientifico di Putignano: sono finiti i fondi della Provincia e va in scena una raccolta di fondi particolare
La carta a scuola si paga extra
Un preside impone una tassa di cinque euro per ogni studente

Circa il 65 per cento degli iscritti ha pagato L'assessore: "Ho qualche dubbio sull'impiego di quei finanziamenti"
ELENA LATERZA

I conti della scuola non tornano, non ci sono i soldi nemmeno per comprare i gessi, la carta o per fare fotocopie. Per questo il consiglio d'istituto ha chiesto a ogni studente un contributo di cinque euro. Scoppia la polemica ed è caos sulle eventuali responsabilità. Accade a Putignano, al liceo scientifico "Ettore Majorana", circa 500, dove da tre giorni si susseguono assemblee e momenti di contestazione. Il preside, Pietro Gonnella, spiega il perché di un provvedimento così antipopolare: "Il consiglio d'istituto è stato costretto a chiedere un contributo integrativo di cinque euro a tutti gli studenti perché la Provincia ha ridotto i suoi finanziamenti del settanta per cento, comunicandolo circa quindici giorni fa, quando molte spese erano già state fatte e necessitavano di una copertura. Ad esempio manca il gesso, la carta o la possibilità di fare fotocopie. La richiesta dei cinque euro è stata fatta tramite una circolare. Circa il 65 per cento degli iscritti ha ottemperato, la restante parte ha strumentalizzato il problema e ha convinto anche gli altri studenti a contestare il provvedimento della scuola. Questo ha portato a due giorni consecutivi di assemblee, senza peraltro trovare una soluzione alternativa al problema. Ieri, pur di tranquillizzarli, ho detto loro che invece di fare la spesa per la mia famiglia, avrei fatto la spesa in cartolibreria. E così è stato, ho speso cinquantadue euro per acquistare i gessi. Dispiace che gli studenti individuino in me la controparte, quando in realtà non sono stato certo io ad aver ridotto del settanta per cento i finanziamenti". Il consiglio d'istituto ha inviato, tramite raccomandata, una richiesta all'amministrazione provinciale affinché tornasse sulla sua decisione, ma non è seguita risposta: "Tutti i presidi -spiega Pietro Gonnella - hanno firmato un accordo, che prevede uno stanziamento alle scuole da parte della Provincia di ventimila lire ad alunno. Ci aspettavamo cinquemila euro, ne abbiamo avuti circa 1410. Per non parlare della riduzione dei fondi statali del trenta per cento, che ha determinato meno spese per attrezzature, laboratori e attività".
Se è vero che quest'anno, a causa della compressione della spesa corrente per effetto della Finanziaria 2003, la Provincia ha ridotto il contributo erogato alle scuole da ventimila a cinquemila lire per studente, c'è da dire che si tratta di un finanziamento annuale, non obbligatorio e da destinare ad altre voci di spesa, come spiega l'assessore provinciale all'istruzione, Luigi Perrone: "Il contributo previsto dalla convenzione con i presidi serva a coprire interventi di piccola manutenzione, come ad esempio, la riparazione di un vetro rotto. Se si parla di gessi, fotocopie e carta, si tratta di materiale di facile consumo per uso didattico, che è a carico dello Stato. Nel caso in questione ho qualche dubbio sull'impiego di quei fondi. E in ogni caso le scuole prima di impegnarsi, dovevano aspettare lo stanziamento annuale della Provincia". In questo quadro dai tratti incerti, chi prova il maggior senso d'impotenza sono proprio gli studenti, intenzionati a continuare le assemblee e a entrare in autogestione: "Immaginate cosa significa fare un compito di latino senza avere la fotocopia con la versione, o una lezione di matematica senza gesso per scrivere sulla lavagna. Per fortuna molti professori, di tasca loro, ci hanno fornito il materiale di cui avevamo bisogno". "Quello che è avvenuto a Putignano è un caso gravissimo -commenta Claudio Riccio, dell'Unione degli studenti - figlio delle inaccettabili politiche di tagli alla scuola pubblica. Questo è solo uno dei tanti episodi che si verificano sempre più frequentemente da quando l'attuale governo ha deciso che la scuola non deve essere il settore in cui bisogna investire maggiormente". "Ci opponiamo-dice Giuseppe Di Molfetta, presidente della Consulta provinciale studentesca di Bari - a qualsiasi direttiva che vada a scardinare il diritto allo studio. E' assurdo che una scuola statale, invece di andare incontro agli studenti con agevolazioni, garantendo la massima gratuità del servizio, imponga una tassa di cinque euro perché ha il bilancio in rosso".


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