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Repubblica-Bari-Gli studenti nelle aziende la riforma parte in Puglia

LA SCUOLA CHE CAMBIA A settembre nella sperimentazione coinvolti 15 istituti. I ragazzi passeranno un quarto del loro tempo a lavorare nelle industrie Gli studenti nelle aziende la riforma part...

25/06/2003
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la Repubblica

LA SCUOLA CHE CAMBIA
A settembre nella sperimentazione coinvolti 15 istituti. I ragazzi passeranno un quarto del loro tempo a lavorare nelle industrie
Gli studenti nelle aziende la riforma parte in Puglia
Anche le imprese finanzieranno il test

Gli allievi impiegheranno 350 ore l'anno a far pratica in settori quali turismo, tessile, commercio, alimentare
ANNA GRITTANI

La Puglia in prima linea nella sperimentazione numero tre della riforma Moratti. Si chiama "Alternanza scuola-lavoro". Inizia col prossimo anno scolastico. E coinvolge tutta l'Italia. Dall'esito del test dipenderà il decreto attuativo dell'articolo 4 della legge delega, quello intitolato, per l'appunto, "Alternanza scuola-lavoro".
La Puglia in pole position, dunque. Come è già accaduto per il test nelle scuole materne ed elementari appena concluso. E per quello negli istituti tecnici e professionali ancora in corso. Ma questa volta è un'altra storia. Più soggetti, più soldi, più scuole. Alla base del test numero tre ci sarà, infatti, un protocollo d'intesa con diversi firmatari: la Direzione scolastica regionale rappresentata dal direttore dell'istruzione Giuseppe Fiori, la Confindustria e l'Unione Camere (di Commercio) della Puglia.
Non si conosce il finanziamento totale. Si sa però che in Puglia la sperimentazione coinvolgerà 15 scuole. In particolare, le classi seconde, terze e quarte. L'invito è già partito alla volta di tutti gli istituti superiori della regione, inclusi i licei. Le seconde classi cominceranno l'anno prossimo, le terze l'anno successivo, a seguire le quarte. Perché s'inizia in seconda e si finisce in quarta? "Il primo anno - spiega Giuseppe Fiori - è orientativo ed è bene che i ragazzi lo facciano solo a scuola. La sperimentazione si ferma in quarta perché la legge delega prevede che il sistema dell'istruzione professionale sia di quattro anni, più un quinto integrativo per chi desidera proseguire gli studi".
Entrando nel dettaglio, l'orario scolastico sarà diviso tra aula e lavoro. Se 1100 sono le ore annuali di un istituto professionale, 350 saranno quelle da trascorrere in azienda. Fiori spiega: "Le imprese "faranno lezione". Sarà consolidata una sorta di vocazione formativa delle aziende che già da vent'anni sono coinvolte nei tirocini degli istituti professionali". Perché tutto ciò si realizzi occorre l'approvazione del collegio dei docenti, che interverrà anche per decidere a quali materie sottrarre la porzione di orario (350 ore) da destinare al lavoro. I nomi delle aziende ancora non si conoscono. Si sa soltanto che la sperimentazione "sarà innestata" in sette settori: tessile, calzaturiero, turistico, agro-alimentare, delle macchine utensili, delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, del commercio. Se nel primo anno l'attività avrà carattere orientativo, negli altri due "l'offerta formativa - aggiunge Fiori - sarà anche finalizzata all'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro".
L'accordo sarà firmato tra qualche giorno, ma a monte esistono già intese nazionali stipulate (con due protocolli) dal ministero dell'Istruzione con gli stessi "partner": Confindustria e Unione Camere nazionali. Accordi non di poco conto, perché i tre soggetti si impegnano tutti economicamente per il test. Nel caso della Puglia, si parla di svariati milioni di euro divisi tra Direzione scolastica, Confindustria e Unione Camere. È anche probabile che si superi la cifra degli 8 milioni stanziati dalla Regione Puglia per la seconda sperimentazione che consisteva nell'assolvimento dell'obbligo scolastico attraverso la formazione professionale. Il test, in quel caso, fu esteso solo a cinque regioni italiane, mentre per l'alternanza scuola-lavoro scenderanno in campo tutte e venti. Ecco spiegato perché ci saranno più soldi e più scuole in tutta Italia, quanto ai soggetti firmatari, non potranno mancare le Regioni che, con l'applicazione della riforma, sono destinate a gestire il secondo canale della scuola secondaria del futuro, quello dell'istruzione professionale. Dunque, sul protocollo ci sarà anche la firma dell'assessore regionale alla formazione, Andrea Silvestri.


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