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Repubblica-Bari -docenti in fuga dai tagli Non serviamo più, trasferiteci

POLEMICA A Bari docenti in fuga dai tagli Non serviamo più, trasferiteci ANNA GRITTANI A Bari l'italiano non farà più il paio con la storia, e neanche col latino perché le ore saranno d...

05/06/2003
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la Repubblica

POLEMICA
A Bari docenti in fuga dai tagli Non serviamo più, trasferiteci

ANNA GRITTANI

A Bari l'italiano non farà più il paio con la storia, e neanche col latino perché le ore saranno divise tra due professori: insegnanti che l'anno successivo con molta probabilità cambieranno per rincorrere affannosamente il loro orario che non sarà inferiore alle 18 ore. È questa una delle conseguenze del taglio delle cattedre imposto dalla legge finanziaria. La continuità didattica va al macero: a Torino i docenti protestano occupando sei scuole, a Bari diversi docenti, diventati "soprannumerari", sono costretti a chiedere il trasferimento. Eppure il ministro dell'istruzione Letizia Moratti, rispondendo ieri ad un'interrogazione sul taglio degli organici presentata dai ds (onorevole Capitelli), afferma serafica che il decreto taglia-cattedre "non produrrà effetti negativi in relazione alle esigenze di funzionamento delle scuole".
Question time, ore 15, interrogazioni a risposta immediata trasmesse su Raitre in diretta dalla Camera. Al ministro replica il deputato barese dei Ds Alba Sasso. Due minuti di parole durissime sui tagli e sulla legge Moratti: "State creando il caos e continuate e chiamarlo riforma". "La scuola non cresce come dice lo spot", aveva detto poco prima, "ma ritorna all'inizio del secolo con il maestro prevalente. Le famiglie e l'Anci hanno bocciato l'anticipo scolastico e, per i tagli, salta il tempo pieno e quell' "inglese e informatica" tanto promessi". E continua: "Non state facendo immissioni in ruolo, avete abbassato l'obbligo scolastico, ma state imponendo sperimentazioni senza neanche l'approvazione del collegio dei docenti, come è accaduto al Marconi di Bari. Ci sarà meno scuola e meno qualità".
Le reazioni non si sono fatte attendere, a cominciare da Antonio Guida preside dell'Itc Colamonico di Acquaviva: "Con l'imposizione delle 18 ore la cattedra di italiano e storia, che è composta da 14 ore per il biennio e da 15 per il triennio, può essere divisa tra due docenti. Nel mio istituto un insegnante diventato soprannumerario è stato costretto a chiedere il trasferimento". Per Maurizio Lembo della Cgil scuola di Bari "solo adesso le scuole e i docenti si stanno rendendo conto dei disastri di questo provvedimento. Soprattutto nei licei e negli istituti tecnici lo stesso docente non potrà portarsi gli alunni all'anno successivo. Come al solito abbiamo fatto le cassandre quando li abbiamo chiamati allo sciopero mesi fa". Al sindacato stanno arrivando lettere che somigliano a gridi di dolore, come questo dello scientifico "Fermi" di Canosa: "È da ritenere valore assoluto il rapporto affettivo che il docente instaura con il discente lungo gli anni del liceo e che tale dialogo non può essere interrotto, alternato o frammentato". Troppo tardi: dall'anno prossimo sarà proprio così.


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