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Mess.Veneto-Scuola: gravi disservizi a causa della burocrazia

Scuola: gravi disservizi a causa della burocrazia LA PROTESTA I disservizi nella scuol...

17/08/2005
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MessaggeroVeneto

Scuola: gravi disservizi a causa della burocrazia
LA PROTESTA


I disservizi nella scuola, come nella sanità, si chiamano tempi fisiologici di attesa e dire "arretrato" è tabù. Ricostruzione di carriera per chi lavora nell'istruzione provinciale? Un anno di tempo, se il meccanismo della burocrazia di sede è rodato e oliato. Assegni famigliari in busta paga per docenti e Ata? I 12 mesi sono il "plus" d'attesa diffuso e ci vuole la pazienza a dosi industriali, per chi "tiene famiglia". Regolarizzazione degli iscritti ai sindacati della scuola? Ritardi naturali di 3 o 4 mesi, per essere ottimisti. E mica siamo a Napoli o Palermo e Macerata, dove le pratiche vanno alla stagionatura pluriennale come i prosciutti di Parma. Ma nel Pordenonese e sotto la linea Gotica il popolo della scuola protesta con gli stessi alfabeti.
"Doglianze che ricadono a valle negli uffici dell'amministrazione pubblica provinciale, causate dai ritardi dell'amministrazione centrale - interpreta il fenomeno evidente nella quiete agostana, il sindacalista Cgil Gianfranco Dall'Agnese -. Un altro fattore negativo è il sottorganico delle 49 segreterie scolastiche del Pordenonese, investite dall'urto di compiti sempre in crescita del decentramento amministrativo".
Mettiamo sull'altro piatto della bilancia le buone pratiche. "La realtà pordenonese vanta zero arretrati in materia di riscatti o buonuscita del personale di ruolo - continua il cigiellino -. Le pensioni non hanno problemi. L'efficienza c'è, con qualche neo: nel settore precari, per esempio, passa anche più di un anno - dipende dalla tempistica delle scuole - per ottenere il trattamento di fine rapporto (Tfr). Gli assegni famigliari sono un altro elemento che potrebbe essere velocizzato nel salario e le lamentele ci sono".
Smagliature di superficie nell'efficienza della locomotiva amministrativa del Nord-Est: ferie pagate in ritardo ai supplenti ("sono euro attesi, che aiutano a sbarcare il lunario, ma la colpa è del ministero centrale del Tesoro che va in tilt" dice Dall'Agnese), contratti pagati con ritardi di qualche mese ("capita, anche se le vertenze di qualche anno fa sono archiviate").
Occhio ai nuovi contratti della scuola, per i 600 precari chiamati alla nomina a fine agosto: una distrazione di scrittura stoppa la procedura e addio salario. I ritardi cumulati alla voce Tfr? La radice dei ritardi si annida nei terminali periferici: le scuole dovrebbero trasmettere la comunicazione all'Inpdap entro 15 giorni dal licenziamento, poi qualcosa va storto. La pratica lievita di qualche settimana e si va ai supplementari.
"Le scuole periferiche a volte hanno delle sofferenze e il meccanismo si inceppa nella procedura - ammette il sindacalista -. Un errore di trascrizione può bloccare per mesi una pratica con il via libera al pagamento. Le segreterie sono oberate di lavoro, in estate: a fine giugno l'organico va a dieta tra le ferie del personale e la scadenza dei contratti annuali degli amministrativi supplenti. Da luglio a settembre si fatica a reggere il ritmo. In corso ci sono la ratifica dei contratti dei neo-assunti in ruolo, quelli imminenti di supplenza e la predisposizione delle graduatorie di terza fascia di istituto. La stima "a braccio" mette in conto un'ondata di mille precari di terza fascia, docenti e Ata amministrativi o tecnici: tutti con la pratica da smaltire".
Chiara Benotti


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