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Mess.Veneto-La riforma della scuola ha partorito il topolino

La riforma della scuola ha partorito il topolino di ROMEO CHIAVOTTI Ogni giorno di più si ha l'impressione di trovarsi di fronte a un governo che, al di là dei soliti slogan autocelebr...

21/08/2003
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MessaggeroVeneto

La riforma della scuola ha partorito il topolino

di ROMEO CHIAVOTTI Ogni giorno di più si ha l'impressione di trovarsi di fronte a un governo che, al di là dei soliti slogan autocelebrativi, dimostra di avere poche idee, ma confuse. Il buon senso vorrebbe che almeno le decisioni più importanti dell'esecutivo ricercassero il massimo del consenso, magari anche di una parte dell'opposizione, per avere forza e incisività. Ma di questi tempi pare che il problema sia quello di mettere d'accordo le stesse forze della coalizione di governo. E le decisioni di pochi, soprattutto su questioni importanti, probabilmente non fanno molta strada, ma sicuramente fanno danni notevoli.
È il caso della riforma della scuola targata Moratti. Una legge-delega che, come tale, non ha avuto possibilità di dibattito nelle aule parlamentari, ma è stata imposta, senza coinvolgere sufficientemente le parti interessate, su una materia rilevantissima che disegna il futuro dei giovani e della stessa società italiana. Una riforma dettata più da visioni ideologiche di principio e aziendalistiche che educative e formative e che in alcune invenzioni 'sperimentali' non tiene conto né della realtà organizzativa né dello sviluppo psico-intellettuale dei minori.
Una riforma che, tra subitanee avanzate e altrettanto rapide ritirate (l'improvvisazione e l'incompetenza non sempre pagano), ha finora partorito il classico topolino: l'anticipo di un anno nella frequenza della scuola primaria elementare. Anticipo che, peraltro, in tutta Italia e anche nella nostra provincia è stato fruito in misura minima.
Il ministro ha poi proposto alle scuole, a giugno, una specie di piano di aggiornamento finalizzato all'introduzione della riforma, piano che, da obbligatorio, è diventato facoltativo dopo una valanga di fax di protesta che chiedevano, tra l'altro, su che cosa i docenti dovessero aggiornarsi, in mancanza di decreti attuativi della riforma stessa. Stessa sorte è toccata al Dm 61 e alla circolare 62/2003 del 22 luglio che sono stati drasticamente ridimensionati dalla circolare 68 dell'8 agosto, quando cioè il Ministero si è reso conto, bontà sua, che nei 2 provvedimenti vi erano elementi di illegittimità che potevano essere bocciati dai tribunali amministrativi con un semplice ricorso.
Con il Dm 61 e la Cm 62 il Miur intende procedere all'introduzione di un progetto nazionale rivolto alle classi prime e seconde della scuola elementare finalizzato a una prima attuazione delle linee di riforma previste dalla legge 53/03. Il testo, composto da 2 articoli di 3 commi ciascuno, si prefigge 4 obiettivi: la generalizzazione dell'insegnamento della lingua inglese nelle prime 2 classi della scuola elementare, ove non ancora raggiunta; l'introduzione dell'alfabetizzazione informatica in tutte le prime e seconde classi; l'adozione delle Indicazioni nazionali, in sostituzione dei Programmi nazionali del 1985 quale strumento per la predisposizione dei Piani di studio personalizzati, limitatamente alle prime 2 classi; l'adozione di assetti organizzativi che anticipano le modifiche strutturali, rimettendole all'autonomia delle scuole.
Ora, in relazione ai due ultimi punti citati, e in estrema sintesi, le organizzazioni sindacali hanno espresso forti critiche. E giustamente. In effetti, voler imporre in tempi strettissimi cambiamenti strutturali e ordinamentali per via amministrativa, in assenza dei necessari provvedimenti legislativi, costituisce una forzatura senza precedenti, non solo, ma calata nei periodi connessi con l'avvio del nuovo anno scolastico non può non creare scompiglio e difficoltà nelle scuole.
Sull'introduzione dell'inglese e dell'informatica, ovviamente siamo tutti d'accordo, ci mancherebbe... Va ricordato tuttavia che, prima dell'approvazione della legge 53, le scuole hanno utilizzato tutti gli spazi e le sempre scarse risorse dell'autonomia scolastica per far fronte all'insegnamento della lingua straniera e dell'informatica anche nelle prime 2 classi elementari (per la lingua straniera si è arrivati a una copertura del 30/40%, a fronte del 90% del II ciclo). Con l'avvento del ministro Moratti (e l'ausilio del collega Tremonti) gli organici dei docenti delle scuole sono stati tuttavia tagliati a dismisura. Che ora il ministro voglia restituire parte di quello che ha tagliato non può che farci piacere. Un dubbio tuttavia ci assale: dove troverà le risorse per questo personale? I giochi di prestigio dei ministri e il Circo Barnum che questo esecutivo ci propone con scadenze quasi giornaliere non depongono a favore della sua serietà né alimentano molte illusioni al riguardo.
Una cosa è certa, il fatto che gli investimenti per le Grandi opere, e quelli che rafforzano la posizione imprenditoriale del presidente del Consiglio, abbiano priorità rispetto a tutto il resto dell'agenda Italia, compreso istruzione, università e ricerca, non sono un buon segnale per il futuro del nostro paese.
Segreteria regionale Uil-Scuola


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