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La Sicilia-Codice deontologico per la categoria

Codice deontologico per la categoria per stabilire "paletti" e regole certe Un Ordine professionale anche per gli insegnanti. Vale a dire, una sorta di organo di autogoverno della docenza che s...

15/09/2002
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La Sicilia

Codice deontologico per la categoria
per stabilire "paletti" e regole certe

Un Ordine professionale anche per gli insegnanti. Vale a dire, una sorta di organo di autogoverno della docenza che stabilisca regole e "paletti" per la deontologia della categoria. E' questa la principale ipotesi allo studio della commissione insediata dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti (nella foto) per definire i criteri per un codice deontologico del personale della scuola.
A spiegare le proposte in discussione è la presidente dell'Associazione docenti italiani (Adi), nonché membro della commissione, Alessandra Cenerini. Per "valorizzare la professione degli insegnanti - ha sottolineato - occorre intervenire su più piani: quello legislativo attraverso la definizione di un nuovo stato giuridico degli insegnanti, quello contrattuale e quello professionale. Allo stato giuridico dovrebbe spettare, oltre alle materie specifiche a esso assegnate dalla legge (definizione generale della funzione docente, formazione iniziale e continua, modalità di reclutamento...), anche l'indicazione dei diritti e dei doveri fondamentali degli insegnanti, quadro generale entro cui il corpo professionale, nella sua autonomia, dovrebbe sviluppare il proprio codice deontologico e i propri standard professionali".
La specifica definizione del codice deontologico però, così come degli standard professionali, ha proseguito Cenerini, "è compito della professione stessa, e questo richiede la costituzione di un organismo di autogoverno della docenza". Due, a questo proposito, le possibili strade da seguire: quella dell'Ordine professionale, che è la soluzione italiana nata con le libere professioni collegate al mercato e "forse la meno adatta", o la soluzione anglosassone del General Council, dove accanto a una maggioranza di professionisti eletti sono previste anche rappresentanze delle istituzioni. L'organismo di autogoverno della docenza sarebbe, in entrambi i casi, definito per legge, ma "non vi è dubbio - precisa Cenerini - che esso debba coinvolgere gli insegnanti e le loro associazioni e non possa essere proposto come atto unilaterale del governo, pena la sua delegittimazione prima ancora di essere varato. Non potrà però nemmeno essere oggetto di contrattazione sindacale. Non è ambito né materia per interventi sindacali, mentre c'è ampio spazio per le associazioni professionali degli insegnanti".
Un'altra questione è stata anche al centro del dibattito in commissione: Un solo codice o tanti codici? Si è posto cioè il problema, ha spiegato Cenerini, "se sia più efficace la formulazione di un solo codice generale per tutti gli insegnanti o la specifica formulazione di codici assunti dai docenti delle scuole autonome. Le due ipotesi non appaiono in contraddizione. Non vi è dubbio che vi debba essere un codice deontologico generale della professione, ma ciò non toglie - ha detto - che entro il quadro generale definito, i docenti delle singole scuole autonome elaborino proprie regole professionali". Insomma, non rigide e assolute norme comportamentali bensì regole deontologiche adeguate ai problemi che si devono affrontare


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