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Emilia-E' a rischio il primo giorno di scuola

Diktat dei sindacati confederali contro l'Ufficio regionale: nelle classi non devono entrare più di 25 alunni E' a rischio il primo giorno di scuola Oltre 100 prof in meno, 10mila stude...

02/09/2003
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Diktat dei sindacati confederali contro l'Ufficio regionale: nelle classi non devono entrare più di 25 alunni
E' a rischio il primo giorno di scuola
Oltre 100 prof in meno, 10mila studenti in più: sciopero in vista
CLAUDIA ZAMORANI


BOLOGNA. Si andrà davvero a scuola il primo giorno di scuola o, come minacciano Cgil, Cisl e Uil, sarà sciopero prima ancora di iniziare?
Quel che è certo è che i sindacati sono sul piede di guerra e che con la Direzione scolastica regionale lo scontro è frontale. Secondo le stime dei confederali, quest'anno ci saranno 114 insegnanti in meno, 10mila alunni in più (extra-comunitari esclusi, pari al 7% della popolazione), che fuori dai numeri significherebbero classi stipate, servizi scadenti, minor spazio per l'integrazione degli extra-comunitari e dei portatori di handicap.
Così, dopo mesi di botta e risposta con la Direzione scolastica, dopo estenuanti balletti sui numeri, naturalmente sempre in reciproca contraddizione, una battaglia che ha lasciato attoniti per primi i genitori, confusi su che pesci pigliare e a chi dar ragione, i sindacati hanno rilanciato ieri a Bologna con un aut-aut: "O la Direzione regionale accetta le nostre richieste entro il 15 settembre - il messaggio è diretto a Lucrezia Stellacci, direttore generale, che l'8 settembre incontrerà Cgil, Cisl e Uil- o saranno prese tutte le necessarie iniziative, sciopero d' inizio anno compreso".
Tre le richieste sindacali. Che alle materne venga garantito il tempo pieno e non solo il part-time; che le classi non siano formate da più di 25 alunni; che i progetti per gli extra-comunitari e i nomadi non vengano abbandonati.
"Tutte false - tuonano i sindacati - le affermazioni della Direzione scolastica regionale". Vale a dire che l'aumento del numero degli alunni va di pari passo con quello insegnanti; che i servizi scolastici saranno garantiti con la razionalizzazione delle risorse (docenti compresi), piazzate al meglio per evitare sprechi. "Quello che si poteva razionalizzare, lo è già stato".
I sindacati, poi, puntano il dito sulla sicurezza e annunciano che denunceranno alla Procura tutti quei casi in cui la composizione delle classi supererà le 25 persone, limite massimo imposto dalla legge. E di casi in regione pare ne esistano, eccome, tanto che per Cgil, Cisl e Uil perché tutto fosse in regola sarebbero necessarie 150 classi in più.
Infine, l'attenzione cade sui precari, quel popolo-nomade che non solo non viene assorbito (le assunzioni sono bloccate da due anni), ma che addirittura rimpingua le sue fila di anno in anno (da 12mila a 15mila nel 2003), fino a costituire un quarto del totale dei docenti. Sorridono Claudio Cattini (Cgil) e Lamberto Benini (Cisl) a sentir parlare di una delle famose '#8216;I' della riforma Moratti, l'informatica di cui, dicono, si sono perse le tracce; mentre il sorriso si fa amaro con la seconda '#8216;I', l'inglese in prima e seconda elementare: "Mancano insegnati e ore". Mentre sulla terza '#8216;I' d'impresa, che prevede la razionalizzazione delle risorse, "il fondo del barile è già stato raschiato, ora stiamo raschiando sotto il cemento".


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