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Corriere-Scuola, prove di riforma-Dalla Lombardia al Lazio: corsi di formazione per ragazzi sotto i 15 anni

L'iniziativa della Moratti per combattere la fuga al primo anno delle superiori Scuola, prove di riforma Dalla Lombardia al Lazio: corsi di formazione per ragazzi sotto i 15 anni ROMA - Cin...

25/07/2002
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Corriere della sera

L'iniziativa della Moratti per combattere la fuga al primo anno delle superiori

Scuola, prove di riforma

Dalla Lombardia al Lazio: corsi di formazione per ragazzi sotto i 15 anni

ROMA - Cinque Regioni hanno accettato di sperimentare la riforma Moratti in materia di formazione professionale, forse la parte più innovativa, a partire dal mese di settembre, senza attendere l'approvazione del Parlamento. Questo significa che per un numero limitato ma significativo di ragazzi, sarà possibile assolvere l'obbligo scolastico nei centri regionali. Oggi per frequentare un corso di formazione bisogna aver assolto l'obbligo scolastico e quindi aver compiuto 15 anni. La sperimentazione invece consentirà di anticipare di un anno la scelta, così come previsto dalla riforma. Dopo la Lombardia e la provincia di Trento, la convenzione con i ministeri dell'Istruzione e del Lavoro è stata firmata ieri anche dalle Regioni Piemonte, Lazio, Puglia e Molise, secondo i dettami della riforma costituzionale in materia di devolution scolastica. L'esperimento è limitato a circa seimila studenti.

DISPERSIONE - Il ministro Letizia Moratti ritiene che attraverso la riqualificazione dell'offerta di formazione professionale sarà possibile combattere la dispersione scolastica nelle scuole superiori. Oggi il 6,7 dei ragazzi iscritti al primo anno abbandona la scuola dopo qualche mese, senza aver assolto l'obbligo. Se consideriamo i cinque anni, gli abbandoni si avvicinano al 20 per cento. Questo significa che un numero elevatissimo di ragazzi - circa 500 mila - si accosta al mercato del lavoro senza diplomi né qualifiche.
Al ministero dell'Istruzione sono convinti che ciò accade anche perché l'offerta è limitata: da una parte c'è una scuola farcita di saperi teorici, dall'altra una formazione non sempre di elevata qualità. Molti ragazzi, con una predisposizione per il saper fare piuttosto che per la conoscenza astratta, si sentono tagliati fuori e dopo i primi insuccessi si demotivano e abbandonano la scuola.
La soluzione, dunque, sta nell'offrire loro altre opportunità. "L'aspetto rilevante - ha dichiarato Letizia Moratti - è la realizzazione di una scuola che accanto al sapere, al saper essere, pone il saper fare. Vogliamo raccordare il mondo della scuola a quello del lavoro". "La consapevolezza che ci ha portato a questi accordi - ha aggiunto il ministro - è che il tasso di rendimento della scuola secondaria non è ancora giunto a livelli sufficientemente validi. Per quanto riguarda i ragazzi d'età compresa tra i 14 e i 19 anni, una platea di tre milioni, due milioni e cinquecentomila frequentano le scuole superiori. Il resto non riesce a completare il proprio percorso di studi. Sentiamo la responsabilità di proporre ai ragazzi un'offerta più ampia e personalizzata affinché ci sia una minore dispersione scolastica".

LA SPERIMENTAZIONE - A settembre seimila ragazzi entreranno nella sperimentazione. In tre anni dovrebbero ottenere un titolo di qualifica. Oltre al saper fare, vale a dire alle abilità e conoscenze spendibili nel mondo del lavoro, dovranno acquisire anche dei crediti corrispondenti a quelli previsti per l'assolvimento dell'obbligo. La sperimentazione consentirà al ministro dell'Istruzione di definire gli standard minimi per il riconoscimento nazionale ed europeo delle qualifiche offerte dalle Regioni.

SINDACATI - "Sono esterrefatto per la disinvoltura con la quale il ministero intende perseguire lo smantellamento della scuola pubblica". E' il commento di Enrico Panini, segretario generale della Cgil Scuola. "Con alcune Regioni sono state firmate convenzioni che prevedono l'assolvimento dell'obbligo scolastico anche nella formazione professionale - ha spiegato il sindacalista -. E' una soluzione illegittima e sbagliata. La legge prevede l'assolvimento dell'obbligo solo nella scuola pubblica". E sull'altro fronte, la riforma delle elementari, interviene Daniela Colturani, segretario generale della Cisl scuola: è in atto un "tentativo - denuncia di voler perseguire una riforma che ancora non c'è e che proprio in questi giorni è oggetto di un difficile e controverso dibattito parlamentare".


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