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Corriere/Napoli: La Sun aderisce allo stop dei ricercatori. CGIL: la falcidia dei posti fa record a Napoli e Campania

Scuole e università sono in fibrillazione. La Flc CGIL annuncia nuovi tagli che penalizzano il Sud e la Campania mentre gli atenei si schierano coi ricercatori mortificati dal Ddl Gelmini

23/04/2010
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Corriere della sera

NAPOLI— Scuole e università sono in fibrillazione. La Flc CGIL annuncia nuovi tagli che penalizzano il Sud e la Campania mentre gli atenei si schierano coi ricercatori mortificati dal Ddl Gelmini. In ultimo è il senato accademico della Seconda Università ad esprimere «preoccupazione per la preannunciata astensione dei ricercatori dalle attività di insegnamento» asserendo che «il testo di legge non risolve importanti criticità del sistema universitario e introduce norme di illegittimità costituzionale che generano discriminazioni tra figure universitarie». La Sun giudica «imprescindibile e non ulteriormente prorogabile, da parte del legislatore, un riconoscimento dello stato giuridico dei ricercatori, che tenga conto del fondamentale contributo didattico offerto per il funzionamento delle facoltà e sempre di altissimo livello, e della necessità dell’apertura di credibili spazi che consentano le progressioni di carriera per coloro che hanno mostrato meriti scientifici e didattici». Quindi chiede emendamenti al Ddl che garantiscano abilitazioni e carriera e fondi straordinari ed ancora lo sblocco del turn-over e, «nella convinzione che il Parlamento non resti insensibile a unmoto di protesta serio, propositivo e giustificato che coinvolge gli atenei del Paese», il senato accademico della Sun aderisce alla settimana di mobilitazione delle componenti universitarie dal 17 al 22 maggio e rimanda al 19 maggio la «definizione di ulteriori forme di protesta». Nel contempo la CGIL Flc ha tenuto una conferenza in via Torino «per illustrare le funeste conseguenze della politica governativa nei settori della formazione e particolarmente nella Campania che è, per il secondo anno consecutivo, la regione più colpita dalle scelte del ministro Gelmini, falcidiata da tagli ciechi e senza logica se non quella di impoverire il Mezzogiorno accontentando eventualmente gli ambienti più retrivi della maggioranza governativa come pezzi della Lega». Quindi «tagli indiscriminati, riduzione del pluralismo degli insegnanti nelle primarie, frantumazione dell’apprendimento nelle superiori, la rivisitazione meramente ideologica dei programmi, purtroppo — dice la Flc— non sono sketch di un Bmovie ma la dura realtà che influenzerà negativamente le nuove generazioni». Dal prossimo anno scolastico negli istituti campani si conteranno 3.686 posti in meno dei quali la metà a Napoli, dal totale complessivo dei tagli pari a 25.558 unità per l’anno 2010/11 ed oltre il 50% dei tagli è spalmato sulle 7 regioni meridionali e «senza apparente criterio» secondo il segretario generale della Flc Giuseppe Vassallo: «I tagli— dice— rispondono esclusivamente alla logica del risparmio (all’articolo 64 della legge 133/2008 i tagli previsti nella scuola statale per 8 miliardi di euro cancellano 130.000 posti nel triennio 2009-2011) e non hanno nesso con le iscrizioni. Nel corrente anno scolastico per rispondere alle richieste delle famiglie campane occorrevano 1.813 classi a tempo pieno nella primaria, l’amministrazione ne ha autorizzate giusto la metà (907); i tagli non sono proporzionati alla diminuzione del numero di alunni: nelle primarie, ad un calo di alunni di poco superiore a 3.000 corrisponde un taglio di 1.276 posti docente invece di circa 240; e molte scuole evitano di conferire le supplenze per mancanza di fondi con violazione dei diritti del lavoro e allo studio. Alle 5.000 unità tagliate quest’anno e 9.000 l'anno scorso, seguiranno 3.686 a venire. Il Mezzogiorno è sotto attacco». La Flc Campania ha previsto un folto calendario di iniziative per portare la scuola, il 26 aprile, ai presìdi davanti alle prefetture delle cinque province campane contro il Ddl Lavoro; il 28 al presidio a Montecitorio e il 29 alla manifestazione nazionale al Miur.


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