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Corriere-Lombardia-Chiude la scuola, partono le proteste

Chiude la scuola, partono le proteste Gli insegnanti: troppi tagli, prossimo anno a rischio. Il provveditore: la qualità è garantita Riforma Moratti, calendario scolastico, messa a norma ...

07/06/2003
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Corriere della sera

Chiude la scuola, partono le proteste

Gli insegnanti: troppi tagli, prossimo anno a rischio. Il provveditore: la qualità è garantita

Riforma Moratti, calendario scolastico, messa a norma degli edifici, precariato, tagli alle spese. Un anno difficile per la scuola lombarda, quello che si è chiuso ieri. Il direttore scolastico regionale, Mario Giacomo Dutto, fa un bilancio del lavoro svolto e mette a punto la strategia per il prossimo settembre. "Ci sono ancora alcuni nodi da risolvere, dall'inserimento degli studenti extracomunitari, al cercare di garantire la scuola materna a tutti i bambini della Regione. Abbiamo lavorato tanto, ma è andata bene. Sia per la riforma che per le innovazioni introdotte, anche se il vero banco di prova sarà tra tre mesi". Quando, dopo un anno di sperimentazione in 25 scuole lombarde, saranno tutti gli istituti ad adottare la riforma disegnata dal ministro Moratti. "Certo - continua Dutto - le scuole che hanno sperimentato erano già pronte ad affrontare certi cambiamenti, ma è importante aver messo in moto la macchina organizzativa".
Parole che non frenano i dubbi degli insegnanti. Che, a tre mesi dall'avvio della riforma, ancora non ne conoscono tutti gli aspetti. Da lunedì i primi incontri per parlare di riforma e di portfolio, maestro tutor, laboratori, inglese, e anticipo.
"L'educazione musicale - spiega Francesca Monico, professoressa di musica alla scuola media Locatelli di via Pisacane - potrebbe diventare materia facoltativa. Anni di lavoro che in un attimo perdono dignità. È questo, un segnale di arretratezza culturale".
E mentre i ragazzi festeggiano la fine delle lezioni, tra cene di classe, concerti (questa mattina al classico Carducci, con i tamburi africani), lanci di gavettoni (ieri davanti al classico Berchet), spettacoli (l'altra sera allo scientifico Allende), continuano i dubbi sulla prima elementare a cinque anni e mezzo, le perplessità sui tagli dei fondi per il sostegno a disabili e stranieri, sul futuro degli istituti tecnici (che faranno parte del canale della formazione professionale, diverso da quello dei licei), sul contratto appena firmato. "Ci si attendeva un contratto nuovo - commenta Clara Magistrelli, presidente lombardo dell'associazione nazionale presidi - , ma qui vediamo cattedre ricondotte a diciotto ore, tagli dei finanziamenti, orari di servizio che dovranno conciliarsi con il piano dell'offerta formativa e con l'esigenza di garantire un servizio efficiente in istituti di grandi dimensioni".
I docenti dell'istituto Maxwell-Settembrini hanno scritto una lettera aperta per denunciare la perdita del 10 per cento dei colleghi e "la volontà di risparmio a tutti i costi". E preparano, per settembre, "forme di protesta articolate".
Infine, l'ultima questione aperta, quella della manutenzione e messa a norma degli edifici scolastici. Vetri rotti, palestre inagibili, barriere architettoniche: sono tante le segnalazioni. Proprio ieri l'ultima protesta, degli alunni dell'elementare di via Pianell, molte strutture inagibili. "L'obiettivo - continua Mario Dutto - è mettere a norma tutte le scuole entro il 2004. E vogliamo mantenere il nostro impegno".
Non solo critiche, però. L'anno scolastico concluso ieri, ricorda Dutto, ha messo in luce tante eccellenze della scuola lombarda. "Andremo avanti con l'aumento della cultura scientifica, i progetti della digital school , lo sforzo per estendere l'insegnamento della lingua inglese alle elementari, che già in molti casi tocca vette del 90 per cento. La scuola lombarda ha molte potenzialità e si colloca bene in Europa. E può esportare modelli come l'insegnamento delle discipline in lingue diverse dall'italiano. È, il nostro, un grande patrimonio di qualità ed esperienza".


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