Repubblica: "Ma solo i docenti rendono viva la tecnologia"

La registrazione si può sentire molte volte ma alla lunga può esserci un ascolto distratto

ROMA - «Ben vengano i podcast, ma qualcuno crede per caso che si registrino da soli? Sono i professori a farli, a metterci i contenuti. E non viceversa». Benedetto Vertecchi, direttore del laboratorio di pedagogia sperimentale a Roma Tre, non ha alcuna preclusione nei confronti della tecnologia. Anzi.
Lei ad esempio come la usa?
«Da anni ho messo a punto un sistema di risposta automatica e personalizzata agli studenti: il software valuta i test, per ogni errore assembla una spiegazione e le spedisce. C´è voluto un sacco di lavoro all´inizio, ma ora ne fa risparmiare altrettanto, da investire su interazioni più complesse».
Non teme di esser messo fuori corso dalle macchine?
«Nient´affatto. La tendenza anche italiana è sempre più verso strategie blended, che mischiano lezioni frontali, internet, discussioni tra studenti, esercitazioni con esperti».
Si lodano i podcast perché consentono un apprendimento personalizzato. È d´accordo?
«È vero che la registrazione posso riascoltarla quante volte mi pare e questa sicurezza tranquillizza, ha un effetto positivo. Ma alla lunga, proprio l´esistenza di questa rete di salvataggio può spingere a un ascolto distratto. Insomma: all´inizio entusiasmo e vantaggi, alla fine monotonia e calo dell´attenzione».
(r.s.)