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Unità: La parola è maestro

Il valore dell'arte di insegnare

21/07/2009
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l'Unità

Marco Rossi Doria
Maestro: può essere aggettivo o nome e richiama l’idea di maestria, in un’arte, in una azione, nel vivere e operare di una persona. Poi c’è il maestro di scuola elementare, oggi detta «primaria». Maschile, singolare. Al maestro di scuola resta appiccicato addosso un senso arcaico di gratitudine per l’arte trasmessa - un po’, forse, come per i maestri delle botteghe artigiane: il suono stesso - maestro - evoca qualcosa del genere. Ma è come un alone che viene da lontano e non si capisce mai se è il residuo di un onore che fu o solo una presa in giro. Ma anche tutto questo ora non è più. Perché di maestri maschi, in Italia, non ve ne sono quasi.… il 4,6% contro il 95,4% di maestre donne. Un record mondiale. Infatti i maestri maschi vanno dal 20% di molti paesi europei al 35% del Giappone.
Dunque la parola «maestro» ha perso anche il suo alone. E ci sono le maestre. Ma - per un difetto grave della percezione collettiva delle cose - «le maestre», femminile e plurale, non godono della stessa potenza che il nome evoca al maschile. Lo hanno capito bene i nostri attuali governanti. Che hanno inventato la riforma del «maestro unico», al maschile, singolare, appunto. Lo hanno fatto per evocare qualcosa di antico e così rassicurare che tutto «andrà a posto», come era una volta… La riforma, naturalmente, non c’è stata: sono solo diminuite le ore di scuola dei nostri figli, soprattutto nel Sud, dove ve ne era più bisogno.
Ma, nonostante ciò, le maestre continuano a lavorare. E bene. Solo in condizioni più difficili. E a lavorare al plurale. Perché fanno parte di 130.000 gruppi di insegnanti di scuola primaria che si occupano degli stessi bambini e che, per farlo come si deve, spendono due ore a settimana tutte le settimane a confrontarsi sul da fare concreto a scuola: assicurare che tutti imparino il sapere di base, dare di più a chi parte svantaggiato e alle parti più deboli che ogni bambino ha, stimolare le inclinazioni e i talenti, mettersi d’accordo con i genitori su alcuni principi educativi irrinunciabili, accompagnare i bambini in un numero enorme di produzioni, esplorazioni in scienze e in italiano, in inglese e matematica, in arte, con e senza il computer… e poi musica, teatro, movimento, campi scuola, ecc. È ancora oggi un universo immenso quello delle «maestre»… più qualche sparuto maestro. Fatto di gente capace di insegnare moltissime cose, che, pur guadagnando poco, discute e decide per un bene comune, quello del «fare apprendere», appunto, a chi sta crescendo. Quello delle maestre è un valore immenso; che resiste ogni giorno, nel mezzo dell’italietta dello sterile litigio e della perenne contrapposizione. Un valore fatto di operatività positiva, a cui, però, nessuno oggi sa inchinarsi più con rispetto.


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