Corriere: Calderoli: basta servizi esterni Tocca ai bidelli pulire le aule

ROMA — «I bidelli ai miei tempi pulivano la scuola senza offendersi», ricorda Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, con un po' di nostalgia e un certo fastidio per l'andazzo delle pulizie nelle scuole. E trovandosi a Viareggio, al convegno di Legautonomie, a discutere sull'ottimizzazione delle risorse umane del pubblico impiego, non ha rinunciato ad una battuta: perché non riconvertire alla «ramazza » anche quei bidelli — o meglio quel personale ausiliario — delle scuole servite da ditte esterne di pulizia che ci costano tantissimo? Per il ministro della Semplificazione, in buona sostanza, vanno tagliati i servizi in outsourcing — si tratta per lo più di cooperative — perché rappresentano uno spreco dal momento che lo stato paga già del proprio personale anche dove esistono servizi esternalizzati.
Ammonta a 12 mila il numero dei dipendenti delle ditte esterne, su un totale di 167 mila bidelli, termine non politicamente corretto ma non di ignobili origini, come ricorda il professor Rosario Drago, autore di uno studio che uscirà prossimamente sui quaderni di TreLLLe: deriva da «bidal», che nell'antico tedesco significava sacrestano. Ufficializzato in bidello nel 1599 dai gesuiti nella Ratio studiorum, una sorta di mansionario del personale delle prime scuole pubbliche, dove sono indicate incombenze in tutto simili a quelle attuali: pulizia e sorveglianza dei ragazzi.
Una polemica, quella di Calderoli, tutta italiana: all'estero il bidello non esiste. I servizi, con buona pace del ministro della Semplificazione, sono tutti esternalizzati, obiettivo mai raggiunto in Italia nonostante l'impegno di tre Finanziarie. In Germania c'è il custode, con alloggio nel complesso scolastico. Come succedeva in Italia fino ai primi anni 60: bidello-capo coadiuvato da un paio di vice-bidelli, prima della moltiplicazione dei posti sancita dalla circolare Misasi nei primi anni '70. In Inghilterra il bidello rappresenta appena il 5 per cento del personale della scuola e ha anche l'incombenza dello «scodellamento » nelle mense, compito da noi svolto da altre figure. E la sorveglianza? Ci pensano i professori.