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Tuttoscuola: Draghi: le risorse per la scuola ci sono, ma sono spese male

Nelle considerazioni svolte da Mario Draghi di fronte ai partecipanti all’assemblea ordinaria della Banca d’Italia compare un breve, ma secco riferimento alla questione degli insegnanti

01/06/2007
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Tuttoscuola

Nelle Considerazioni svolte oggi da Mario Draghi di fronte ai partecipanti all’assemblea ordinaria della Banca d’Italia compare un breve, ma secco riferimento alla questione degli insegnanti. "In Italia il reclutamento dei docenti, la loro distribuzione geografica e fra le diverse scuole, i percorsi di carriera sono governati da meccanismi che mescolano, a stadi diversi, precarietà e inamovibilità".

La mobilità degli insegnanti, ha aggiunto Draghi, "ha scarso legame con le esigenze educative, con meriti e capacità: ogni anno più di 150 mila insegnanti su 800 mila cambiano cattedra in un travagliato percorso di avvicinamento alla posizione desiderata".

Dopo aver osservato che in Italia manca tuttora un efficace sistema di valutazione delle scuole, che in altri paesi funge da "indispensabile complemento dell’autonomia scolastica", Draghi afferma che "per cambiare la scuola italiana si deve muovere dalla constatazione dei circoli viziosi che la penalizzano, disincentivano gli insegnanti, tradiscono le responsabilità della scuola pubblica".

Infine, il Governatore fa una considerazione destinata a suscitare discussioni soprattutto tra i sindacati, che si avviano a un rinnovo contrattuale che non sembra destinato a muoversi nella direzione da lui indicata. I veri problemi, sostiene Draghi, sono quelli legati alla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, e non quelli della carenza di risorse finanziarie, che non esiste, visto che la spesa per studente è in Italia più elevata che nella media dei paesi europei.