FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3820193
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Messaggero:Fioroni: «Scuole di pomeriggio, ecco i fondi» Per fermare la dispersione scolastica risorse aggiuntive che gli istituti gestiranno autonomamente

Messaggero:Fioroni: «Scuole di pomeriggio, ecco i fondi» Per fermare la dispersione scolastica risorse aggiuntive che gli istituti gestiranno autonomamente

I primi cento giorni del nuovo ministro della Pubblica Istruzione. «Incentivi alla pensione: insegnare è un lavoro usurante»

17/08/2006
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero

di CLAUDIA TERRACINA

ROMA I cento giorni alla Pubblica Istruzione di Giuseppe Fioroni, già democristiano di lungo corso, di fede andreottiana, e di osservanza marinian-rutelliana nella Margherita, hanno prodotto un piccolo miracolo: il ministro, che ha combattuto strenue battaglie in difesa delle scuole cattoliche è diventato paladino della «scuola servizio pubblico di tutti e per tutti. Insomma, esattamente il contrario della riforma Moratti», precisa mentre elenca «gli aggiustamenti a forza di cacciavite» della riforma del governo Berlusconi nei primi tre mesi in viale Trastevere. Dal blocco dei prezzi dei libri di testo, al pagamento delle commissioni di esame, all’assunzione di 23 mila 500 precari, alla sospensione della sperimentazione dei nuovi licei, alla disapplicazione del discusso “tutor” morattiano, alla riforma degli esami di Stato. E, da navigato dc, dopo aver ripristinato per il suo ministero l’altisonante definizione “Pubblica istruzione”, non a caso, ha fatto la sua prima uscita ufficiale alla scuola di Barbiana, dove si ricordava don Milani, mirabile esempio di sacerdote dedito a fare della scuola «un luogo di recupero sociale». E sull’onda dell’insegnamento del prete di Barbiana, caro anche al presidente della Camera Bertinotti, che l’ha citato nel suo discorso di insediamento, Fioroni ha fatto inserire nel Dpef una voce che prevede risorse aggiuntive per combattere la dispersione scolastica.
«Ci serviranno per il recupero di quegli studenti, stimati in un 25-30 per cento, che si iscrivono regolarmente alle superiori, ma che poi si fermano e smettono di frequentare - spiega Fioroni - e il primo passo sarà l’apertura delle scuole di pomeriggio». L’esperimento, in realtà, non è nuovo. Ma la novità è che questa volta dovrebbero esserci i fondi necessari. «La legge sull’autonomia scolastica stanzia 100 milioni di euro per finanziare 10 mila e 800 scuole. Noi puntiamo a ottenere non un centinaio di milioni di euro, ma qualche centinaio di milioni, che - spiega il ministro - verranno distribuiti alle scuole che, autonomamente, sceglieranno come spenderli, producendo poi una rendicontazione semplificata al massimo. Non esiste un modello precostituito deciso dallo Stato, né un brevetto valido da Palermo ad Aosta. Ogni istituto dovrà decidere chi impiegare e con quali obiettivi, vuoi di formazione vera e propria, vuoi ludici, teatro, musica, o sportivi. Insomma - si accalora - la nostra intenzione è fare delle scuole un punto di riferimento del territorio».
Il modello, si capisce, è quello delle parrocchie dove si giocava a calcetto e a biliardino, ma si facevano anche i compiti. Ma il cattolicissimo ministro dà al progetto anche un significato strettamente politico e chiarisce che «la nostra lotta alla dispersione scolastica sarà impostata in modo diametralmente opposto a quello scelto dalla Moratti, che ha stanziato circa 15 milioni di euro per un progetto triennale che affida il recupero del disagio giovanile a strutture private come San Patrignano o il Cis, in tutto venti centri che operano in venti città. Noi rispetteremo quel contratto, giunto alla seconda annualità, ma abbiamo scelto di non delegare più all’esterno i programmi di recupero perché vogliamo che l’interlocutore dei ragazzi e delle famiglie sia direttamente la scuola, nelle metropoli e nelle periferie, nei piccoli e grandi comuni, non una serie di centri avulsi dalla realtà scolastica».
E il vulcanico Fioroni ha anche in mente la riorganizzazione del corpo insegnante. Con il metodo “random”. Che vuol dire «cercare a caso». Ha avviato una campagna di ascolto dei docenti di ogni ordine e grado via Internet. «Non mi sono limitato a consultare i rappresentanti di categoria e le commissioni preposte - si inorgoglisce - ho anche fatto scegliere al computer alcuni gruppi di insegnanti regione per regione, nelle scuole di ogni ordine e grado. Abbiamo cominciato con le materne e le elementari e andremo avanti». Per fare cosa? «Ho passato un pomeriggio con chi insegna da meno di 15 anni e chi invece è nella scuola da 30-35 anni, per capire i loro problemi e le loro aspirazioni. E mi sono convinto che anche insegnare dopo un certo numero di anni può essere considerato un lavoro usurante. Quindi, potremmo ipotizzare alcuni meccanismi di accompagnamento alla pensione con una serie di incentivi». Insomma, anziani a casa? «Solo con il loro consenso», garantisce Fioroni, che assicura che si spenderà anche per realizzare il passaggio di personale della scuola da un comparto all’altro dello Stato. «Ne ho già parlato con Rutelli - rivela - e i Beni culturali, che hanno sete di nuovo personale, sono pronti ad assorbire quegli insegnanti che vogliono fare una esperienza diversa. Questa volta ci riusciremo».