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Anno V n. 14 del 28 marzo 2009

   
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Riforma degli assetti contrattuali. Le ragioni del NO della CGIL

Riforma degli assetti contrattuali: le ragioni del NO della CGIL

La crisi negata e la realtà

“L’Italia sta meglio degli altri paesi”, chi sottolinea la gravità della crisi “è un uccello del malaugurio”, “genera ansia”, “gli italiani devono continuare a comprare e non cambiare le loro abitudini”, “chi resta disoccupato deve darsi da fare”, così il Governo continua a negare la crisi economica a fronte di un aumento esponenziale del tasso di disoccupazione e del ricorso alla cassa integrazione, per non parlare dei previsti prossimi sfratti per morosità.

“Gli italiani devono lavorare di più” è l’ultima battuta del presidente del consiglio. Definirla vergognosa è poco se si pensa ai lavoratori precari buttati fuori dal mondo del lavoro sia nei settori privati che pubblici. Solo nei nostri comparti sono decine di migliaia.

La verità è che il Governo, unico in Europa, non ha nessuna idea di come uscire dalla crisi anzi le sue politiche stanno portando un attacco profondo ai diritti costituzionali e ai diritti del lavoro. Gli unici provvedimenti sono a favore del capitale e degli interessi dei più forti, non si intravede alcun progetto che prefiguri l'uscita da una crisi che viene già pagata dai più deboli.

Mentre gli altri Governi, a cominciare da quello americano, investono sulla cultura, sulla scuola, sull’università, sulla ricerca, sulla formazione degli adulti e sui giovani, il nostro taglia proprio i settori della conoscenza.
La scuola italiana non aveva mai subito tagli così drastici e insostenibili, è un attacco senza precedenti alla scuola pubblica, alle lavoratrici ed ai lavoratori, a partire da quelli precari che saranno  condannati ad un futuro ravvicinato di disoccupazione.

I provvedimenti del Governo cancellano la contrattazione e i diritti del lavoro per lasciare il posto al potere unilaterale del Governo su reclutamento, carriere, salario, organizzazione del lavoro, provvedimenti disciplinari. L’accordo separato del 30 ottobre sul protocollo per il pubblico impiego e quello del 22 gennaio sul modello contrattuale vanno esattamente in questa direzione: i contratti del secondo biennio, una manciata di spiccioli concessi dal Governo, sono l'anticipazione dei futuri contratti nazionali.

La Cgil sta consultando le lavoratrici e i lavoratori e sottoponendo a referendum l’accordo separato: è una consultazione straordinaria che garantisce il diritto dei lavoratori a esprimersi con il voto sul merito degli accordi che li riguardano.

Le nostre rivendicazioni, alla base dello sciopero del 18 marzo, sono parte fondamentale della piattaforma della CGIL per uscire dalla crisi, che mette al centro delle proprie strategie la conoscenza come volano dello sviluppo, della crescita economica e sociale e della democrazia.
Vogliamo combattere la crisi, costringere il Governo ad adottare provvedimenti giusti per aiutare i più deboli, vogliamo unire nord e sud affermando un federalismo solidale, perché non è con gli egoismi territoriali che si costruisce un Paese più uguale e più giusto, un paese che favorisca la convivenza di una società multietnica; vogliamo un sistema pubblico di istruzione e di ricerca, che non costringa i giovani a emigrare all’estero per trovare lavoro, che formi cittadini consapevoli capaci di esprimere un giudizio critico ed autonomo.

Il 4 aprile si terrà una grande manifestazione nazionale a Roma per dire no e proporre un'Italia diversa e possibile.

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Tagli e ancora tagli

Mentre si tenta di far passare l'idea che i provvedimenti del Governo sulla scuola siano una riforma epocale, la verità emerge sempre più drammatica. Sono solo tagli e un profondo ridimensionamento dell'offerta formativa della scuola pubblica.

I numeri presentati dal Ministero per la formazione dell'organico dei docenti non hanno bisogno di interpretazioni: il prossimo anno ci saranno 42.000 docenti in meno e oltre 20.000 lavoratori precari non avranno più un posto di lavoro né uno stipendio. Il personale ATA riceverà un colpo ancora più duro e indiscriminato: la bozza di regolamento conferma che il prossimo anno ci saranno 15.000 posti in meno e che almeno 8.000 lavoratori precari saranno licenziati in tronco. Malgrado la bocciatura del modello Gelmini dimostrata dalla scelta delle famiglie per l'iscrizione alle prime classi della scuola primaria, si persevera in questa operazione di distruzione della scuola pubblica. La FLC Cgil, dopo lo sciopero del 18 marzo, non si fermerà e, oltre alle numerose iniziative già in calendario, a partire dalla grande manifestazione del 4 aprile a Roma, continuerà nella sua battaglia in difesa della scuola pubblica e del diritto al lavoro. Impugneremo i regolamenti e non lasceremo nulla di intentato per fermare questo disastro.

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Dal 6 all'8 aprile iniziative della FLC Cgil contro il licenziamento dei lavoratori precari

Come prevedevamo gli effetti delle devastanti politiche del governo sui nostri comparti stanno colpendo i precari per primi.

I dati relativi ai tagli effettuati dal ministro Gelmini dei lavoratori docenti e ata della scuola sono drammatici. Il dissesto finanziario in cui stanno precipitando gli atenei a causa della riduzione delle risorse sul fondo di finanziamento ordinario sta già portando al licenziamento di fatto delle migliaia di precari che lavorano con contratti di collaborazione assegni di ricerca e borse mentre gli enti di ricerca provano a sopravvivere giorno per giorno proponendo in alcuni casi ai lavoratori precari evidentemente insostituibili contatti di 2 mesi. Perdura l’intenzione del Ministro Brunetta di confermare la norma "Ammazza precari" Nei settori privati della conoscenza cominciano a sentirsi gli effetti della crisi e dei mancati interventi sugli ammortizzatori sociali.

Per tutti questi motivi, dopo la manifestazione nazionale del 4 Aprile che avrà tra i principali temi la difesa del lavoro, la mobilitazione non si ferma.

Dal 6 all'8 aprile in tutta Italia si terranno iniziative di lotta a livello regionale e provinciale perché "Nessun lavoratore precario sia licenziato".

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Nessun obbligo delle scuole a spese non finanziate

Le abbiamo chiamate “sofferenze amministrative”, ma forse sarebbe più giusto parlare di un disegno per mettere la scuola pubblica in condizioni di non funzionare, per degradarla. Come al solito il governo va in senso inverso a tutti gli altri paesi del mondo che, di fronte alla crisi, investono in istruzione e conoscenza.

Bene. Le scuole devono difendersi. Il pagamento delle visite fiscali non è obbligo istituzionale. Allora, che il ministero le finanzi, altrimenti le scuole non le richiederanno.

Sono mesi che La FLC denuncia questo stato di cose e i primi piccolissimi risultati sono davvero una goccia nel mare e si riferiscono a situazione di due e tre anni fa.

La scuola vive un crisi finanziaria mai vista in 60 anni di vita repubblicana, una situazione che mette a dura prova il funzionamento ordinario.

Eppure le proposte non mancano. Quelle della FLC, ad esempio, sono proposte semplici e concrete per liberare la scuola da carichi burocratici impropri, per snellire il lavoro e per una maggiore trasparenza nella gestione nell’amministrazione, con vantaggio di chi lavora, dell’utenza e delle casse dello Stato. Ma al Ministro Gelmini e ai suoi padroni tutto questo non interessa.

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Noi non siamo spie!

Che l’intolleranza etnica e razziale in questo paese stia facendo passi da gigante è sotto gli occhi di tutti: come hanno dimostrato recenti casi di cronaca basta essere straniero e rimanere in carcere anche quando sei scagionato!

Il Governo, invece di ostacolare questa pericolosa deriva, produce norme che la favoriscono: dalle “classi ponte” alla denuncia degli “irregolari” da parte dei medici.
Ma quest’ultima norma non riguarda solo i medici. Essa ha implicazioni per tutti i pubblici ufficiali, compresi gli insegnanti e i dirigenti delle scuole statali. L’abolizione della misura che impediva ai medici di denunciare i clandestini che a loro si rivolgono e l’introduzione del reato di soggiorno illegale unito alla norma che obbliga i pubblici ufficiali a denunciare tutti i reati di cui vengono a conoscenza costituiscono una miscela esplosiva sia nei confronti dei bambini immigrati sia nei confronti di insegnanti e dirigenti scolastici.

Nello stesso momento in cui sventola l’introduzione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, il Ministro dell’Istruzione introduce pratiche che violano i compiti che la stessa Costituzione assegna alla scuola. La cosa è tanto più odiosa perché si riversa su bambine e bambini i cui diritti sono tutelati dai principi costituzionali della nostra Repubblica da quelli della carta costitutiva dell’ONU. 

Per questo la FLC Cgil invita a sottoscrivere un appello all’obiezione di coscienza di fronte a questa palese violazione della dignità e dei diritti delle persone.

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Intesa Gelmini-Formigoni per distruggere l’istruzione professionale statale

Alcuni mesi fa denunciammo la possibilità che il destino della istruzione professionale di stato fosse quello di assumere una funzione sussidiaria rispetto alla formazione professionale regionale, assorbita da quest’ultima nelle regioni più attive e sopravvivente come tappabuchi in quelle incapaci di tenere in piedi un sistema di FP. Un destino che avrebbe irrimediabilmente spaccato in due l’Italia da questo punto di vista.

Oggi, nello stesso momento in cui i destini di questo settore scolastico (che a differenza dei licei e degli istituti tecnici non ha ancora visto una elaborazione ufficiale di regolamenti e piani orari) restano incerti, l’accordo firmato tra il Ministro Gelmini e il “Governatore” della Lombadia Formigoni sull’istruzione professionale anticipa questa soluzione e sancisce la fine del sistema di istruzione professionale nazionale.

In questo accordo si mettono a disposizione della regione le risorse materiali e umane dello Stato, si sancisce che la Regione potrà fare l’esame di Stato (sic!) e che Stato e Regione potranno derogare (derogare, non integrare!) dalle regole legali che lo stesso Stato si è dato, comprese quelle contrattuali (quindi  il CCNL) che ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali.

È uno degli atti più aperti e spietati di deregulation mai codificati in Italia e un passo da gigante per istituire, dopo il federalismo fiscale, il federalismo scolastico.

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Istituti tecnici: al via senza confronto?

Che gli istituti tecnici siano un pezzo decisivo del sistema formativo secondario superiore è evidente a tutti, anche per l’opposizione trasversale che l’ipotesi della loro abolizione aveva suscitato ai tempi della Moratti. Ma proprio questa importanza imporrebbe al Ministero un attento confronto con tutte le parte sociali, non solo con Confindustria. Nel momento in cui varo e attuazione dei nuovi regolamenti sono stati rinviati, il confronto con tutti, categoria compresa, sarebbe un bel modo di utilizzare il tempo guadagnato. Ma il Ministero non sembra volerne sapere, e la consultazione delle parti sociali a cui si riferiscono i testi non corrisponde alla realtà.

Numerose sono ancora le questioni che non convincono nel modello che si prospetta, a partire dal suo carattere “zoppo”, senza cioè la gamba professionale, per finire al taglio delle discipline tecniche, teoriche e pratiche, con tutto quello che ci sta in mezzo (flessibilità, organismi paritetici scuola-azienda, ri-formazione degli insegnanti, riduzione di orari e organici, abolizione di alcuni percorsi scolastici ecc.).

La FLC Cgil non vuole eludere gli obiettivi di rinnovamento del sistema, ma questi vanno sottoposti a un confronto vero con il mondo della scuola e con le parti sociali.

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Valutazione degli alunni e insegnamenti facoltativi

Gli alunni dovrebbero essere tutti uguali non solo nelle opportunità che la scuola deve offrire loro, ma anche nei criteri di valutazione del loro profitto scolastico. Sembra ovvio, ma non per il ministro Gelmini. Nel recente regolamento sulla valutazione degli alunni si sancisce il voto determinante dell’insegnante di religione per chi si avvale di questo insegnamento, ma si nega l’espressione dello stesso giudizio all’insegnante delle attività alternative per chi se ne avvale.

Il regolamento è ancora in bozza, quindi è possibile ovviare a questa palese violazione della legge che è, prima di tutto, un’odiosa discriminazione tra i ragazzi.

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Graduatorie ad esaurimento docenti, slitta la pubblicazione del decreto

Dopo vari annunci del Ministero rispetto alla pubblicazione del Decreto sulle graduatorie ad esaurimento, oggi ci è stato comunicato che, a seguito delle ordinanze del Consiglio di Stato che respingono la richiesta di sospensiva delle sentenze del TAR sulla questione della “coda”, sarà necessario un ulteriore approfondimento.

Non prima di martedì 31 marzo ci sarà sottoposta la nuova ipotesi, per cui la pubblicazione del decreto slitta probabilmente alla prima decade di aprile.

Le ordinanze del Consiglio di Stato, pur non avendo respinto il ricorso del Ministero, ma solo la richiesta di sospensiva, naturalmente determinano una certa preoccupazione sulla sentenza definitiva e quindi il Ministero intende trovare una soluzione che tenga conto di tali ordinanze, anche se non sembra intenzionato a modificare il proprio orientamento.

La prossima settimana pubblicheremo sul sito maggiori dettagli una volta nota la nuova proposta.

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Brevissime

La scuola che fa bene. Un’iniziativa della rivista “Articolo 33” per raccogliere le tantissime buone pratiche della scuola italiana
Conguaglio fiscale e detrazioni. Il recupero degli importi trattenuti è recuperabile con il prossimo CUD.
Ata, seconda posizione economica. Scade il 22 aprile prossimo il termine di presentazione delle domande per partecipare al test preselettivo.
Seconda lingua comunitaria. Dopo le iniziative della FLC Cgil, gli insegnanti, per la maggior parte precari, dovrebbero entrare in organico di diritto.
Indennità di disoccupazione. Scade, come di consueto, il 31 marzo il termine per la domanda di indennità di disoccupazione a requisiti ridotti. Le scadenze per quella ordinaria.
Dirigenti scolastici. Continua la trattativa per il rinnovo del contratto 2006-2009. Il calendario degli incontri.
Incarichi di presidenza. Per il prossimo anno scolastico saranno conferiti solo a chi ha già svolto la funzione negli anni precedenti. Le domande vanno presentate dal 20 aprile al 20 maggio. La direttiva del Miur.
Ispettori scolastici. Ennesimo rinvio della preselezione. Questa volta il 7 maggio. Sarà l’ultimo?
Formazione docenti e Ata. I fondi per il 2009 subiscono un taglio di 3 milioni di euro rispetto al 2008. La posizione della FLC.
Formazione iniziale docenti. La FLC sollecita un incontro al Ministro per discutere la bozza della Commissione Israel.
Mobilità. Integrazione al contratto a causa del passaggio di alcuni comuni da una provincia all’altra.
Docenti di religione. Le regole per la mobilità.
Scuole all’estero. Concluse le operazioni di mobilità.
Scuole all’estero. Sui coefficienti di sede: la proposta di decreto del Miur e il contenzioso promosso dalla FLC per l’equiparazione al Mae.
Contrattazione. Una nota dell’Aran. I sindacati che hanno firmato il contratto quadriennale partecipano a tutti i tavoli negoziali anche nel caso non abbiano firmato il secondo biennio economico.
CGIL. www.radioarticolo1.it, la web radio che parla al mondo del lavoro.
Internet. Il portale della FLC mette a disposizione un estratto dei suoi contenuti con il sistema RSS. Leggi come fare.

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