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Sit in precari dell’Università: comunicato unitario FLC Cgil, CISL Università e UIL PA-UR

Il Ministero conferma la volontà di escludere i ricercatori universitari dalle stabilizzazioni e assume un comportamento gravemente scorretto nei confronti delle organizzazioni sindacali.

13/12/2007
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FLC Cgil - CISL Università - UIL PA UR
Segreterie Generali

Comunicato

Le Segreterie nazionali di FLC Cgil, CISL Università, UIL PA UR denunciano il pesante comportamento del Ministro dell’Università e della Ricerca.

Il sit in indetto dalle Organizzazioni sindacali per protestare contro l’esclusione dell’università dal processo di stabilizzazione ha visto la partecipazione di lavoratori precari provenienti da diverse sedi universitarie.

Alla richiesta delle Organizzazioni sindacali di essere ricevute con una delegazione minimamente rappresentativa delle lavoratrici e dei lavoratori precari, il ministero ha risposto con un atteggiamento di chiusura, stabilendo che solo 5 persone incontrassero il capo di gabinetto.

Le Segreterie nazionali denunciano tale comportamento, gravemente lesivo della correttezza nelle relazioni con il sindacato e i lavoratori, rilevando come per la prima volta viene imposto un numero così esiguo alla delegazione di parte sindacale.

Un comportamento quello del ministero assolutamente ingiustificato e inaccettabile soprattutto da parte di chi dichiara di fare del confronto la strada maestra della propria azione politica.

A fronte di questa ingiustificata chiusura, unitariamente è stato deciso che fossero isoli lavoratori precari ad incontrare i rappresentanti del ministro.

A fine incontro i lavoratori precari hanno riferito della chiara e determinata volontà politica del ministero di escludere dalle stabilizzazioni previste dal disegno di legge finanziaria il personale docente e ricercatore dell’università, in tal modo negando qualunque valore a precedenti forme di valutazione comparativa di natura selettiva.

Il ministero con questa posizione, oltre a riecheggiare quella espressa dalla CRUI, smentisce se stesso rispetto agli impegni assunti nei confronti delle organizzazioni sindacali nei mesi scorsi, a fronte della proposta di convertire in contratti a termine le attuali forme di lavoro precarie e, successivamente ad una valutazione, in contratti a tempo indeterminato.

I docenti e ricercatori precari saranno così l’unica categoria di lavoratori della pubblica amministrazione esclusa delle stabilizzazioni a fronte di un reclutamento straordinario, tanto sbandierato dal ministero quanto assolutamente inconsistente nei numeri.

Le Organizzazioni sindacali chiedono che il ministro receda da tale decisione e si impegni a porre fine a questa inaccettabile e ingiustificabile discriminazione.

Roma, 11 dicembre 2007