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Luci e ombre nel nuovo testo di Statuto dell’Università di Roma Tor Vergata

Il commento della FLC CGIL

28/09/2011
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A cura di FLC CGIL di Tor Vergata e  FLC CGIL Roma sud

“Lo Statuto dell’Università di Roma “Tor Vergata”, approvato dal Senato Accademico lo scorso 18 luglio, ha migliorato in alcuni punti il testo licenziato dalla Commissione per l’Adeguamento dello Statuto alla legge 240, limitando in parte i danni legati al carattere centralistico e gerarchico della legge 240. Ciò si è reso possibile grazie alla mobilitazione e alla discussione nelle Facoltà, nei Dipartimenti e nei Consigli di Corso di Studio e al lavoro continuo di raccordo esercitato, in una condizione difficile e minoritaria, dai membri del Senato Accademico e della Commissione statuto democraticamente eletti dal Personale e dalle Facoltà.

La FLC CGIL ringrazia tutti coloro che si sono impegnati per affermare nello statuto un modello di gestione democratica e partecipata di funzionamento dell’Ateneo, partecipando in questi mesi a manifestazioni, assemblee, raccolta di firme, audizioni alla Commissione statuto, ecc.

Nonostante tale impegno permangono limiti gravi nel testo dello Statuto approvato, dovute al prevalere di logiche accentratrici che hanno condizionato tutto il percorso di elaborazione, dalle modalità di designazione della Commissione da parte del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, che non hanno rispettato compiutamente l’esito del voto del Personale, in particolare per il personale tecnico-amministrativo, ai processi di revisione ulteriore del testo dello statuto da parte di “esperti” che hanno alterato gli equilibri raggiunti nella Commissione.

La composizione della Commissione ha infatti favorito il focalizzarsi di un conflitto tra posizioni accentratrici e “decisioniste”, volte a garantire il ruolo

centrale del Rettore e il suo controllo sul Consiglio d’Amministrazione, e posizioni difensive volte a conservare le rendite di posizione di cerchie accademiche legate soprattutto alle vecchie Facoltà; questa polarizzazione ha reso più difficile la battaglia di chi ha teso a rafforzare le ragioni della partecipazione democratica di tutte le componenti della comunità universitaria ed ha portato a pasticciati compromessi istituzionali gravidi di conflitti e poveri di trasparenza. Nella composizione del Senato Accademico e dell’elettorato attivo del

Rettore si è riusciti a mantenere le proporzioni fra professori, ricercatori, studenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario presenti nel vecchio statuto, con un positivo riconoscimento del ruolo dei dottorandi, ma non si è realizzato un esplicito allargamento ai precari, almeno nella veste dei ricercatori a tempo determinato, come pure era stato richiesto. Il dato di maggiore criticità è comunque rappresentato dal non essere riusciti ad ottenere una caratterizzazione più autonoma e rappresentativa del C.d.A., come confermato invece nelle Università di Roma Tre e Sapienza, superando la modalità di designazione Rettorale del Consiglio d’Amministrazione, che nel nuovo Statuto viene confermata, pur con un ruolo più ampio da parte del Senato Accademico. Si è persa inoltre l’occasione di istituire esplicitamente modalità di consultazione della comunità universitaria (bilancio partecipato, referendum), pur adombrati nei principi generali.

Al positivo spostamento dell’asse dell’Università dalle Facoltà ai Dipartimenti, non è corrisposta una capacità di articolare un assetto coerente delle strutture periferiche; l’appartenenza coatta di ciascun Dipartimento ad una Facoltà, la messa in secondo piano dei Corsi di Studio (Laurea, Laurea Magistrale, Dottorato di Ricerca), delle loro competenze e dei loro organi di governo, assenti dallo statuto e delegati ai Regolamenti, immettono rigidità e contraddizioni nel sistema e aprono la strada a conflitti istituzionali e a scarsa trasparenza nei percorsi decisionali soprattutto sulla didattica, che rischia di esserne gravemente danneggiata. La positiva conferma della composizione democratica dei Consigli e delle Giunte di Dipartimento non può quindi attenuare un giudizio negativo anche su questa parte dello statuto.

Aldilà del giudizio sul nuovo statuto, vi è la necessità di mantenere viva l’iniziativa in questa nuova fase in Ateneo: la FLC CGIL impegna i propri iscritti e simpatizzanti ed invita la comunità universitaria tutta a continuare a mobilitarsi sin da subito ed a vigilare sulle norme transitorie e sui regolamenti attuativi, per attenuare o risolvere i molti nodi rimasti aperti. Sul piano generale rimane decisivo mettere in campo tutte le energie per contrastare il disegno del Governo che, con la riduzione progressiva dei finanziamenti (FFO -3,3 % nel 2011 e -5,5% 2012) e con la prossima emanazione dei decreti attuativi (a partire da quello sulla contabilità e del bilancio unico che se non modificato priverebbe di qualsiasi autonomia di spesa i dipartimenti) continua deciso nell’attuazione dello smantellamento del sistema universitario pubblico del nostro Paese”