Lettori e CEL insegnanti di madrelingua nelle università italiane: le denunce della FLC CGIL e l’attesa di un riscontro da parte della Commissione europea
Una battaglia infinita che la FLC sta conducendo da sola.
Come abbiamo scritto tante volte, sulla storia infinita dei lettori e CEL di madrelingua in Italia, la FLC CGIL ha detto e fatto tutto e da sola nonostante il nostro impegno a cercare di coinvolgere gli altri sindacati.
Abbiamo incominciato da soli, abbiamo cercato di condividere ma alla fine siamo rimasti solo noi con la categoria ed i lavoratori, quindi possiamo dire in buona compagnia e forti delle nostre ragioni.
La FLC CGIL sulla questione ha detto tutto: ai rappresentanti delle massime Istituzioni italiane, dal Presidente della Repubblica ai Presidenti della Camera e del Senato che si sono succeduti, a tutti i partiti politici.
Abbiamo quindi dovuto rivolgerci, come sindacato nazionale e dopo più di 20 anni di battaglia solitaria, alla Commissione europea perché l’inerzia di questi lunghi anni con governi e partiti diversi, nati od istinti, gridava vendetta.
Questa inerzia ha fatto precipitare le condizioni lavorative di questi cittadini europei fino ad arrivare al licenziamento dell’intera categoria all’Università di Cassino, contro le leggi nazionali e le sentenze della Corte di Giustizia Europea. Ancora una volta è stato un Giudice del Lavoro ad intervenire per ripristinare i diritti e la legalità contro l’arroganza del potere.
Noi ci chiediamo perché in Italia i lettori ed i CEL debbano passare la loro vita nelle aule dei tribunali per tutelare i loro diritti e perché debbano spendere soldi e salute quando si potrebbe semplicemente rispettare le leggi e le sentenze, anche italiane come quelle della Cassazione.
Perché parlare e richiamare l’Europa solo quando si chiedono sacrifici ai propri cittadini e perché non garantire loro le tutele che derivano da una Europa unita.
Noi aspettiamo fiduciosi la risposta da Bruxelles, una risposta che non dovrebbe tardare ad arrivare.
L’Italia non può venir meno un’altra volta ai propri obblighi giocando sulle parole e/o facendo finta di risolvere per lasciare tutto come prima o peggio di prima, come è accaduto con la legge 240/2010 che ha azzerato tutto quanto chiarito dalla CGE e da Bruxelles in questi lunghi anni.
Noi lo diciamo in modo inequivocabile a tutti.
La discriminazione che la FLC CGIL ha denunciato alla Commissione europea va ben oltre le precedenti denunce alla Corte di Giustizia Europea e riguarda l’insieme della categoria dei lettori e dei CEL di madrelingua, perchè non vi può essere nessuna discriminazione pretestuosa all’interno della stessa categoria come fa la legge 240/2010.
Noi difendiamo una categoria unica di insegnanti universitari di madrelingua, inseriti nelle leggi e nelle norme che regolano le università italiane, con diritto di cittadinanza, parametro retributivo del ricercatore confermato, con un tempo pieno come per tutti i lavoratori italiani ed un tempo definito, una professionalità normata e riconosciuta in uguale misura su tutto il territorio italiano per uscire da questa giungla di precarietà, di abusi e di discriminazione.
Questa è l’unica strada per mettere fine a questa storia poco edificante per un paese che è stato tra i primi paesi fondatori dell’Europa ma che per colpa di certi uomini politici non ha rispettato i Trattati fondatori.
Tutte le nostre denunce, di questi lunghi mesi, sono state accompagnate da un’ampia documentazione che abbiamo mandato non solo alle Istituzioni italiane ed europee ma anche ai politici e alle Ambasciate ed Istituti culturali dei paesi europei che vedono penalizzati e discriminati i propri cittadini nel nostro paese.
Quello che ci aspettiamo è un governo che decida di risolvere definitivamente il contenzioso e quindi di erogare i fondi necessari alle università.
I lettori e CEL sono figure già radicate, da anni, nelle università italiane e garantiscono il rispetto dei parametri europei nell’insegnamento delle lingue e nella preparazione dei nostri ragazzi che, crisi o no, diventeranno cittadini europei.
Lingue uguale lavoro e non è per caso che si riscontra conferma anche in questo anno scolastico un boom d’iscrizione nei licei linguistici.
Aspettiamo con fiducia senza abbassare la guardia.
Troverete in file una sintesi del nostro lavoro.
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