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Federazione Politiche formative CGIL, SNUR CGIL: lettera ai deputati sul disegno di legge che istituisce la terza fascia del ruolo dei professori universitari

Lettera ai Deputati sul ddl che istituisce la terza fascia del ruolo dei professori universitari

16/12/1999
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Lettera ai Deputati sul ddl che istituisce la terza fascia del ruolo dei professori universitari (16/12/1999)

Agli Onorevoli componenti

della Camera dei Deputati

Onorevoli deputati,

La Federazione per le Politiche formative e della Ricerca e il Sindacato nazionale Università e Ricerca della CGIL apprendono con vivo sconcerto che, attraverso la raccolta delle firme di un consistente numero di parlamentari, si intenderebbe sottrarre la funzione deliberante alla competente Commissione della Camera sul disegno di legge che istituisce la terza fascia dei docenti universitari, già approvata dal Senato.

L'argomento portato avanti in una pressante campagna di stampa e che, presumibilmente è alla base della decisione assunta, è di una singolare inconsistenza: con questa legge si opererebbe una gigantesca sanatoria di persone, gli attuali ricercatori universitari, prive dei requisiti necessari per accedere alla docenza. In realtà, nel testo in discussione è detto chiaramente che questi non mutano nel trattamento giuridico ed economico e si riconoscono loro solo alcuni elementari diritti di partecipazione al governo dell'Università, necessari per realizzare una più compiuta efficacia dell'azione di questa istituzione, specie in un momento come l'attuale di profonde riforme che finalmente restituiscono centralità all'attività didattica.

Si tratta di un riconoscimento elementare e dovuto: si pensi che il d. lgs. n. 382 del 1980, istituendo il ruolo dei ricercatori, rinviava ad un successivo intervento legislativo, da emanarsi entro breve tempo, la definizione del loro stato giuridico. Ad oggi, dopo vent'anni, ciò non è avvenuto.

C'è qualcuno che può pensare seriamente che l'Università italiana, specie a seguito delle riforme in corso, possa funzionare senza il contributo pieno - anche, dunque, nella funzione di governo - dei ricercatori in qualità di docenti? O è proprio il riconoscimento di questi diritti di partecipazione che disturba qualche ben individuabile ambiente accademico?

Confidiamo che il tentativo di sottrazione della funzione deliberante alla Commissione non si traduca nell'affossamento del disegno di legge, ma che dia luogo ad una più attenta riflessione sui dati di fatto e non su elementi ideologici (naturalmente nel senso di falsa coscienza) più o meno abilmente propagandati e che si pervenga, dunque, in tempi rapidi all'esame e alla sua definitiva approvazione.

Distinti saluti

Federazione per le

politiche formative e della ricerca CGIL

Andrea Ranieri

SNUR-CGIL

Marco Broccati