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Le dichiarazioni del Ministro Tria non fermeranno la fuga dei cervelli. Servono 1,5 miliardi di euro

Occorre mettere mano subito alla prossima legge di bilancio per una vera inversione di tendenza a partire dalle risorse e dallo sblocco del turnover.

16/07/2019
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I cervelli in fuga costano allo Stato una perdita di 14 miliardi di euro l’anno. È quanto affermato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Tria ad un convegno sull’innovazione digitale.

Ogni anno arriva puntuale la dichiarazione dei responsabili di Governo sull’importanza dell’investimento in cultura, istruzione, innovazione e ricerca quale volano di sviluppo e crescita del Paese.

La FLC CGIL denuncia da anni la contraddizione di tali dichiarazioni in rapporto alle politiche di perenne disinvestimento nell’Istruzione e nella Ricerca e un’assente strategia di riarticolazione dei processi che aumentino la capacità di reclutamento.

Dal 2010 ad oggi solo il 9% di coloro i quali hanno intrapreso il percorso lavorativo accademico hanno avuto la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato. Il restante 91% è emigrato all’estero e oggi occupa posizioni di rilievo che portano valore aggiunto all’apparato produttivo e ai saperi dei Paesi che hanno dato loro un’opportunità. Una parte di loro, minima, ha ripiegato in altri settori della pubblica amministrazione o del privato ed altri, troppi, sono ancora alla ricerca di un lavoro stabile, anche ad un’età tutt’altro che giovane.

I cervelli italiani sono immersi in un coacervo di regole concorsuali spesso gestite in maniera feudale oppure ristrette a pochissimi numeri poiché lo Stato non garantisce adeguate risorse.
Eppure da anni dottorandi, assegnisti, borsisti, collaboratori, ricercatori a tempo determinato contribuiscono con le loro ricerche a punte di avanzamento dei processi culturali e con scoperte innovative in tutti i campi, dalla chimica all’area medica.
Si confrontano costantemente in missioni all’estero con i colleghi d’Europa e del Mondo e raffrontano tristemente lo stato di riconoscimento professionale che i Paesi d’appartenenza riservano loro.

Invece dell’incessante cospargimento del capo di cenere oggi e dei tagli di domani, il Ministro Tria ed il Governo farebbero bene a mettere mano subito alla prossima legge di bilancio 2019 per una vera inversione di tendenza: 1,5 miliardi di euro vincolato a reclutamento, sblocco del turnover, separazione normativa delle assunzioni e delle progressioni di carriera, una riforma del pre ruolo che non condanni le giovani generazioni di cervelli a rimanere al palo per anni come in passato.

14 miliardi di euro di perdita all’anno rappresentano il 37% dell’ammontare dell’ultima legge di bilancio 2018.
1,5 miliardi di euro ne rappresenterebbero lo 0,4%.
Un costo insopportabile per gli equilibri di spesa?
Una dichiarazione costa di meno, una contraddizione costa molto molto di più.

La FLC CGIL continua la mobilitazione affinché vi siano condizioni di dignità del lavoro e che il fenomeno del precariato selvaggio venga finalmente chiuso dalla storia.

D’altronde negli scorsi giorni all’Università di Modena - Reggio Emilia è stata aperta una breccia per la cura dell’Alzheimer. I cervelli ancora rimasti nel nostro Paese, fautori della scoperta, hanno tutti da anni contratti a termine senza diritti e senza tutele.