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Contratto “Istruzione e Ricerca” 2019-2021: il punto sulla trattativa nel settore università

La FLC CGIL chiede un cambio di passo e un’accelerazione del confronto e che si cominci una vera trattativa nel merito delle proposte avanzate.

13/02/2023
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Con la prima bozza dell’ARAN del 6 giugno 2022 relativa alla parte generale del contratto, quella che si applica a tutte e quattro le sezioni (scuola, università, ricerca e AFAM), è cominciata la trattativa per il rinnovo del CCNL istruzione e ricerca, che ha visto, a novembre dello scorso anno, la sottoscrizione di un accordo relativo all’anticipo dell’erogazione del 95% delle competenze economiche già previste dalle leggi di bilancio degli anni 2019-2020 e 2021 per la generalità dei lavoratori del pubblico impiego (incremento del 3,78% della massa salariale). Questo accordo farà parte integrante del nuovo CCNL, che prevederà, per la parte economica, le modalità di utilizzo delle risorse rimaste (5%) e di quelle aggiuntive previste dalla legge di bilancio del 2022 e, per la parte normativa, la rivisitazione delle norme contrattuali in essere, a partire dall’ordinamento professionale, oltre la normativa contrattuale di istituti attualmente non previsti dal CCNL, come il lavoro agile e quello da remoto.
Nonostante il tempo trascorso e i diversi incontri di trattativa all’ARAN, sia sulla parte generale che sui temi specifici per l’università, ad oggi possiamo affermare, senza tema di essere smentiti, che purtroppo non si è arrivati ancora a concordare in dettaglio alcunché su nessuno dei temi importanti che riguardano questo rinnovo contrattuale. Riteniamo comunque utile fornire al personale il punto della situazione su alcuni dei temi affrontati all’ARAN fino ad oggi.

Filo diretto sul contratto

PARTE ECONOMICA

Per quanto riguarda le risorse stanziate per la valorizzazione professionale del personale tecnico e amministrativo delle università statali (lettera b dell’art. 1 comma 297 della legge 30 dicembre 2021, n 234), 50 milioni di euro all’anno dal primo gennaio 2022, queste rappresentano il frutto di un lungo confronto con il MUR, condotto durante tutto l’anno 2021, allo scopo di un riavvicinamento delle retribuzioni del personale del nostro settore rispetto a quelle degli altri comparti. Coerentemente con questo obiettivo, siamo fortemente determinati affinché queste importanti risorse vengano utilizzate per finanziare istituti stabili della retribuzione e non a remunerare attività legate alla partecipazione del personale ad appositi progetti: su questo tema riteniamo si siano fatti passi in avanti rispetto alla posizione iniziale dell’ARAN, anche se nei testi di lavoro che ci hanno via via inviato, ad oggi, non vi è ancora alcuna indicazione sulle modalità di utilizzo di queste risorse.

Un tema di natura economica ancora aperto riguarda la possibilità di aumentare il fondo del salario accessorio, almeno relativamente alla quota di salario accessorio necessaria per riequilibrare il fondo in base alle nuove assunzioni di personale. Abbiamo posto da tempo attenzione su questo tema, anche perché per il personale del settore università questo aspetto può avere una ricaduta economica importante, considerando che il piano straordinario di reclutamento finanziato con la legge di bilancio 2022 porterà, nei prossimi tre anni, ad un incremento di circa il 10% del personale tecnico-amministrativo. Su ciò abbiamo registrato attenzione e condivisione anche dall’ARAN e dal MUR e pertanto siamo fiduciosi che una soluzione verrà trovata, almeno relativamente alle assunzioni derivanti dal piano straordinario di reclutamento.

PARTE NORMATIVA

Per scelta dell’Aran, con il nuovo anno, è ripartita la trattativa rivedendo la parte generale, quella che riguarda tutti e quattro i settori del CCNL “Istruzione e Ricerca”, per poi proseguire di nuovo con le parti specifiche dei singoli settori. Il testo di lavoro prodotto dall’ARAN l’11 gennaio per riprendere la trattativa, inspiegabilmente, non recepisce ancora alcuni degli avanzamenti che pure si erano ottenuti nel corso delle trattative in base alle proposte che avevamo avanzato sia come FLC CGIL che unitariamente sull’ordinamento professionale. Proprio per quanto riguarda l’ordinamento professionale, ormai superata la discussione sul numero delle aeree che, come abbiamo sempre sostenuto, è opportuno che rimangano quattro (cambieranno solo di nome), auspicavamo che il documento dell’ARAN recepisse l’esito della discussione relativamente al valore e al numero dei “differenziali economici” che, ricordiamo, andranno a sostituire le attuali posizioni economiche tabellari e rappresenteranno la nuova modalità di progressione economica all’interno di ciascuna area. Purtroppo, come detto, ciò non è avvenuto, anche se pensiamo di poter dare come acquisito il fatto che sia stata superata la prima ipotesi dell’ARAN e che quindi, come abbiamo sostenuto, il valore complessivo dei differenziali economici di ogni area sarà maggiore dell’attuale differenza economica tra il valore di ingresso e quello apicale.
È inoltre rimasta ancora aperta la discussione sul finanziamento delle indennità e sul loro valore economico: a nostro avviso potranno aumentare in relazione alla possibilità che vengono finanziate anche con risorse esterne al fondo del salario accessorio, utilizzando, ad esempio, parte delle risorse derivanti dal PNRR.

Sulla parte generale del CCNL di particolare interesse per il settore università, nelle tre riunioni svolte a gennaio, abbiamo ribadito le nostre posizioni, che partono dalla esigenza di tenere in giusta considerazione e valorizzare la specificità del lavoro svolto nelle università e nelle AOU e quindi abbiamo avanzato delle proposte di modifica al testo di lavoro dell’ARAN su diversi argomenti e in particolare:

  • Organismo paritetico per l’innovazione: per il nostro settore riteniamo abbia poco senso istituirlo a livello di ateneo mentre potrebbe avere una sua utilità se previsto a livello nazionale con l’attivazione di un livello di confronto con il MUR;
  • Performance: riteniamo indispensabile il superamento dell’art. 20 del contratto vigente che prevede la valutazione annuale della performance per la erogazione differenziata di premi individuali. Abbiamo proposto di abrogare i primi tre commi dell’articolo in quanto la suddivisione dei lavoratori in tre fasce di premialità non risponde ad alcuna esigenza reale, anzi, l’applicazione di una tale previsione contrattuale, non dovuta in termini legislativi, rappresenta un ulteriore problema e non certo una incentivazione per la valorizzazione del lavoro improntato alla collegialità, così importante per tutti i settori che compongono il contratto istruzione e ricerca.
  • Lavoro agile: Per quanto riguarda il lavoro agile, nella riunione del 25 gennaio la FLC CGIL ha proposto una serie di modifiche al testo di lavoro proposto dall’ARAN, che vorrebbe rimanere ferma nel testo a quanto previsto nei CCNL già sottoscritti di Funzioni centrali, sanità e funzioni locali. Lo scopo che ci siamo prefissi è quello di rendere maggiormente esigibile e flessibile l’utilizzo di tale modalità di lavoro, tenendo conto e valorizzando la specificità e complessità dell’organizzazione del lavoro e delle attività che vengono svolte nel nostro settore, aspetto fondamentale di cui l’ARAN dovrà prendere atto per le ricadute che ha su diversi aspetti delle norme contrattuali in discussione, che non possono semplicemente essere mutuate dai contratti già sottoscritti degli altri comparti.

Dopo le ultime tre riunioni sulla parte generale svolte a gennaio, dallo scorso 8 febbraio si è cominciato ad affrontare, articolo per articolo, i temi della sezione scuola, dopodiché verrà il turno della sezione università che pertanto, presumibilmente, vedrà la ripresa della discussione nel mese di marzo. Si è già concordato che verranno calendarizzate anche riunioni su tematiche specifiche, quali quelli sulla sanità universitaria, la distinta disciplina dei Collaboratori esperti linguistici e sulla nuova figura del tecnologo dell’università a tempo indeterminato.

Ci auguriamo che la trattativa possa entrare veramente nel merito delle questioni che più volte abbiamo posto e che l’ARAN non continui a limitarsi a registrare le posizioni sindacali, ma che cominci a dare risposte alle proposte avanzate, consentendo così al confronto di entrare effettivamente in una fase più concreta, prevedendo di poter concludere il rinnovo entro i prossimi 2/3 mesi.

Nel frattempo, nei giorni scorsi, abbiamo inviato una lettera unitaria per richiedere un incontro specifico sull’università alla Ministra Bernini, anche al fine di evidenziare alcune delle problematiche relative al nuovo CCNL. In particolare, l’intervento del ministero si rende indispensabile per la soluzione della problematica dei Lettori di madre lingua e dei Collaboratori Esperti Linguistici in quanto le risorse necessarie per finanziare la nuova distinta disciplina di Insegnante di madre lingua non potranno che essere reperite al di fuori dell’attuale finanziamento del CCNL: pertanto è necessario un apposito finanziamento del MUR che, a parer nostro, potrà contare anche sulla parte delle risorse previste dall’articolo 11 della legge 117 del 2017 che residuerà dopo aver dato completa soluzione del contenzioso degli ex Lettori.

Continueremo a tenervi informati sull’evoluzione della trattativa.