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Comunicato della Giunta nazionale sul ddl che riforma lo stato giuridico.

La Giunta Nazionale del CIPUR si è riunita a Roma l'11 novembre 1999

11/11/1999
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La Giunta Nazionale del CIPUR si è riunita a Roma l'11 novembre 1999.
Erano presenti i Proff. Vittorio Ferraro, Alberto Incoronato, Vittorio Mangione, Paolo Manzini, Francesco Sorrentino e Salvatore Sorriso.
La Giunta viene chiamata a discutere e deliberare sui seguenti punti:

1. Atteggiamento nei riguardi della bozza di legge

2. Iniziative da intraprendere in seno a FederUni

3. Eventuali iniziative autonome nell'ipotesi non si dovesse realizzare in FederUni la convergenza auspicata

4. Convocazione del Consiglio Centrale

Il Presidente Nazionale richiama brevemente i problemi sul tappeto, più specificatamente connessi con la bozza di legge sullo stato giuridico presentato dal ministro dell'URST. La Giunta Nazionale del CIPUR esprime una valutazione negativa delle successive versioni della bozza di disegno di legge, che evolve nei giorni, secondo le notizie di stampa, in maniera ondivaga, secondo le pressioni ricevute e che contiene come costante la difesa di privilegi anacronistici ed elementi punitivi per i professori di seconda fascia.
La Giunta valuta positivamente la proposta di un disegno di legge di revisione dello stato giuridico, di cui da anni si sentiva la necessità, ma deplora che il disegno di legge venga presentato con lo strumento del collegato alla finanziaria. Inoltre la Giunta rileva come dalla proposta del ministro traspaia la volontà di restaurare un assetto già superato dagli statuti dell'autonomia dell'Università, del tutto riproponendo situazioni anteriori al DPR 382/80. Forse una conoscenza settoriale dell'Università, poi, può avere indotto il ministro a giudizi negativi sull'intera Comunità Universitaria. La Giunta ribadisce che nel disegno di legge non è perseguita la figura del docente unico, e tramite la continuazione dell'equivoco delle due fasce nel cosiddetto ruolo unico, meccanismo che 18 anni di verifica ha già mostrato i propri limiti, non si persegue in realtà nemmeno la realizzazione del ruolo unico (come dimostra il meccanismo concorsuale proposto per il passaggio di fascia, il mantenimento del doppio straordinariato ed il riconoscimento nella fascia superiore solo di parte della carriera pregressa nella fascia inferiore). Manca, a tutt'oggi, nelle varie dichiarazioni ministeriali, traccia della volontà politica di voler inserire norme transitorie, volte a riconoscere i diritti acquisiti, ma conculcati da bandi di concorso rarefatti nel tempo e gestiti, spesso, con disinvoltura. La Giunta evidenzia l'attenzione prestata ad alcuni problemi categoriali, ad esempio i passati interventi per i tecnici laureati, quelli in itinere o prospettati nella bozza di disegno di legge per i ricercatori, mentre stupisce che siano completamente ignorati i problemi dei professori di seconda fascia e si tenta di ripristinare antiquate riserve di elettorato passivo per i professori ordinari. Infine sconcerta che mentre nel settore clinico universitario si sta pervenendo a definire per legge l'incompatibilità con la libera professione, in altri settori si propone di gestire la situazione mediante autocertificazione. La Giunta, in uno spirito costruttivo che porti ad accordi utili per l'Università italiana, intravede la proposta accettabile a tutte le parti interessate nel mantenimento dello schema ministeriale su nove classi stipendiali, percorribili solo mediante adeguate tipologie di valutazione e non per anzianità, depurato però della ipocrita suddivisione in due fasce e con adeguate norme di raccordo fra la situazione attuale e quella a regime.
La Giunta unanime da mandato al Presidente Nazionale ed agli Organi competenti di presentare e sostenere questo documento ad Direttivo Nazionale di FederUNi, alle altre forze siondacali universitarie, alle forze politiche ed al ministro dell'URST.