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Si persevera: poche risorse per la terza area degli istituti professionali

La terza area degli istituti professionali è quella parte del curricolo ordinario delle quarte e quinte classi, che affiancandosi alla prima ( area comune) e alla seconda ( area di indirizzo) garantisce agli studenti un titolo immediatamente spendibile sul mercato del lavoro, perché riconosciuto dalle imprese, grazie proprio alla sua configurazione.

24/10/2003
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La terza area degli istituti professionali è quella parte del curricolo ordinario delle quarte e quinte classi, che affiancandosi alla prima ( area comune) e alla seconda ( area di indirizzo) garantisce agli studenti un titolo immediatamente spendibile sul mercato del lavoro, perché riconosciuto dalle imprese, grazie proprio alla sua configurazione. Ne costituisce in qualche modo l’anima, perché garantisce concretamente il rapporto tra la scuola e il lavoro. Infatti, con la terza area si realizzano percorsi integrati con la formazione professionale e il lavoro, attraverso l’apporto di esperti, interni ed esterni alla scuola, e stage aziendali. Insomma con la terza area gli stage in azienda sono diventati curricolari.

Paradossalmente proprio il ministro che tanto parla (straparla?) di rapporto tra scuola e lavoro, che addirittura rivendica il merito di aver introdotto l’alternanza scuola lavoro nel sistema scolastico italiano……è il ministro che non garantisce più la copertura finanziaria proprio all’alternanza che una parte della scuola pubblica realizza ordinariamente da anni. In realtà con l’art. 4 della sua legge ( quello sull’alternanza appunto) il Ministro pare abbia in mente altro. Magari realizzare l’ennesima, ulteriore divisione tra i “bravi e meritevoli di cultura” e gli altri, che è bene che vadano a lavorare presto, imparando un mestiere povero di saperi.

Già l’anno scolastico scorso ponemmo il problema della scarsità dei finanziamenti con una lettera al dott. Capo, che rispose inviando una nota alle scuole in cui, nel dichiarare l’impossibilità del Miur a garantire la copertura finanziaria sufficiente, invitava i dirigenti a far ricorso a tutto quanto era nelle loro facoltà per fronteggiare una situazione che allora venne definita di emergenza.

In realtà l’emergenza è diventata ordinaria amministrazione, visto che il problema non è stato risolto in modo definitivo e quest’anno la situazione si riproduce negli stessi termini, data la rinnovata insufficienza delle risorse. Per alcuni versi anzi rileviamo un aggravarsi della situazione, perché ormai le scuole non hanno più residui e/o risparmi cui attingere per garantire quella parte, ordinaria, del curricolo di quelle classi.

E’ questo, di tutti, l’aspetto più grave: il Miur ormai non garantisce neppure il regolare svolgimento delle attività didattiche ordinarie. Si mettono così in discussione i diritti degli studenti a ricevere quanto previsto dall’ordinamento, il diritto dei lavoratori a essere remunerati per le attività che svolgono e si espongono i dirigenti al rischio di rispondere di persona per le inadempienze dell’amministrazione.

Sorge il sospetto che in realtà anche l’insufficiente finanziamento della terza area sia funzionale alla volontà di dequalificare la scuola pubblica, di ridurla in tale stato che alla fine il passaggio ad altre amministrazioni, regionali o altro, potrà persino apparire il male minore.

Noi pensiamo invece che la scuola pubblica vada sostenuta e messa nelle condizioni di garantire almeno quanto previsto dagli ordinamenti vigenti.

Abbiamo sollevato il problema della terza area nell’incontro con il Ministro del settembre scorso, e lo stiamo riproponendo in tutti gli incontri e richieste di intervento sulle questioni finanziarie.

Di seguito pubblichiamo il testo della lettera inviata nei giorni scorsi al Miur su questo tema.

Continueremo fino a quando non sarà gli data soluzione definitiva, promuovendo altre iniziative.

Roma, 24 ottobre 2003

Testo lettera inviata al Dott. Pasquale Capo, e per conoscenza alla Dott.ssa Maria Grazia Nardiello e alla Dott.ssa Domenica Testa, a firma del segretario generale Enrico Panini il 23 ottobre 2003.

Dottor Capo,

siamo di nuovo costretti a segnalare alla Sua attenzione il grave problema che si sta riversando anche per l’anno scolastico in corso sugli istituti professionali, relativamente all’insufficiente finanziamento della terza area.

Come Lei ricorderà già l’anno scorso sollecitammo un Suo intervento sullo stesso problema, che quest’anno si ripropone per alcuni versi in termini più drammatici. Infatti ci risulta che anche gli istituti che l’anno scorso hanno fatto ricorso a risorse frutto di accantonamenti e/o economie di bilancio, quest’anno non siano più in quella condizione, avendo appunto esaurito le risorse residue disponibili. Ci sono ancora docenti che devono essere remunerati per le prestazioni effettuate per la terza area l’anno scolastico precedente: è una situazione che non possiamo accettare, essendo un diritto dei lavoratori percepire la remunerazione nei tempi dovuti.

Si tratta di garantire il diritto degli studenti a ricevere dalla scuola quanto previsto dall’ordinamento; come Lei ben sa, infatti, la terza area è parte integrante del curricolo ordinario di quelle classi e non è pensabile che la scuola non sia più in grado di garantirne lo svolgimento.

E’ una situazione grave, sia sul versante del diritto degli studenti sia sul versante del personale, a cominciare dai dirigenti che si trovano a dover far fronte ad un problema che non sono nelle condizioni di risolvere. Né la soluzione può essere ridurre o annullare una parte del curricolo delle classi quarte e quinte, pena il valore del titolo rilasciato, o non remunerare il personale impegnato.

E’ una questione che richiede un intervento deciso e definitivo, nonché tempestivo, anche per mettere i dirigenti nelle condizioni di predisporre il programma annuale 2004, né è pensabile farvi fronte facendo appello alla “creatività” dei dirigenti scolastici ed amministrativi.

In assenza di tali interventi, ci vedremmo costretti ad intraprendere iniziative che non escludano anche il ricorso alle vie legali, denunciando il Ministro dell’istruzione per gravi inadempienze, che mettono in discussione i diritti degli studenti ed espongono a rischi il personale, su cui l’Amministrazione non può scaricare responsabilità che le sono proprie.

In attesa di un Suo gentile riscontro, porgiamo distinti saluti

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