Senza assegnazioni di risorse certe alle scuole va avanti la politica dei tagli
A quando le misure per una buona contabilità?
Con molta frequenza la FLC Cgil ha stigmatizzato i continui tagli alle risorse professionali e finanziarie alle scuole statali. Negli ultimi tempi con maggiore insistenza, data l’entità che gli stessi tagli hanno raggiunto fino a mettere a repentaglio la capacità minima da parte delle istituzioni scolastiche di offrire un servizio degno di questo nome.
Le denunce lanciate dalla FLC Cgil e dalle altre Organizzazioni Sindacali si sono accompagnate a quelle che direttamente ci sono pervenute dai Consigli di Istituto, dai Collegi dei Docenti, Dirigenti Scolastici e DSGA.
Ora, una delle misure che questo Governo si è ben guardato di adottare è la determinazione dei parametri per la quantificazione del contributo ordinario e perequativo alle scuole statali come previsto dall’articolo 6 del DPR 233/98 e dal comma 3 dell’ art. 2 dalla Legge 306 del 27.10.2000 che testualmente recita ”…Con decreto del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, sentito il parere delle commissioni parlamentari competenti, sono individuati i parametri per la definizione della dotazione finanziaria ordinaria delle scuole. Detta dotazione ordinaria e' stabilita in misura tale da consentire l'acquisizione da parte delle istituzioni scolastiche dei beni di consumo e strumentali necessari a garantire l'efficacia del processo di insegnamento-apprendimento nei vari gradi e tipologie dell'istruzione. La stessa dotazione ordinaria, nella quale possono confluire anche i finanziamenti attualmente allocati in capitoli diversi da quelli intitolati al funzionamento amministrativo e didattico, e' spesa obbligatoria ed e' rivalutata annualmente sulla base del tasso di inflazione programmata. In sede di prima determinazione, la dotazione perequativa e' costituita dalle disponibilità finanziarie residue sui capitoli di bilancio riferiti alle istituzioni scolastiche non assorbite dalla dotazione ordinaria. La dotazione perequativa e' rideterminata annualmente sulla base del tasso di inflazione programmata e di parametri socio-economici e ambientali individuati di concerto dai Ministri della pubblica istruzione e del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, sentito il parere delle commissioni parlamentari competenti.” Cosa che avrebbe consentito di dotare le scuole di una risorsa finanziaria certa, che ogni istituto avrebbe potuto utilizzare senza vincolo di destinazione, come recita l’articolo 2 del regolamento di contabilità scolastica (DM 44/2001); e che avrebbe consentito la costruzione di un vero sistema autonomo nell’allocazione delle risorse, nella efficacia e nella trasparenza degli atti.
Nient’altro che questo richiede la norma, e precisamente il D.L.vo 279/97, che a seguito del grande processo riformatore avviatosi con il D.L.vo 29/93, ha disposto l’introduzione della contabilità economica per centro di costo finalizzata alla rilevazione, verifica, e monitoraggio dei costi dei rendimenti e dei risultati.
Invece abbiamo assistito ad continuo ed arbitrario rimaneggiamento delle risorse e alla impossibilità per le scuole di programmare e stabilizzare il proprio operato finanziario. Le istituzioni scolastiche sono state destabilizzate e private della loro autonomia programmatoria dal momento che le risorse sono state tagliate in corso d’anno e che i programmi annuali vengono necessariamente come scritti sull’acqua. Tanto che la stessa Corte dei Conti in un suo ormai famoso rapporto sul funzionamento delle istituzioni scolastiche del 2003 ha parlato di “programmazione invertita” (programmazione fatta dopo, cioè non-programmazione).
Noi abbiamo posto da tempo la fine di tale stato di cose e abbiamo avanzato molte proposte di modifica anche del Regolamento di contabilità.
Ma quello che soprattutto va rivendicato e ottenuto è il superamento dell’arbitrio politico e amministrativo che nasce dalla mancata fissazione dei parametri per la dotazione finanziaria delle scuole obbligo espressamente previsto da una legge dello Stato.
Ora, ben si comprende perché l’Amministrazione non applica la legge, evitando di fissare i parametri della dotazione finanziaria ordinaria e perequativa di ogni singola scuola: essa si tiene le mani libere per tagliare come e quando vuole, all’inizio dell’anno, in corso d’anno ecc.; non solo, ma tiene a sé una prerogativa che non le appartiene più, cioè quella di indicare “come” devono essere spese le risorse erogando fondi finalizzati e ignorando che il finanziamento deve, per legge fondativa dell’autonomia, essere senza vincolo di destinazione.
Ma è ora che tali parametri vengano fissati. Per il rispetto delle leggi, certo, ma anche per il rispetto dell’autonomia delle scuole che non possono andare avanti con un Ministero che può tagliare i fondi perché non ha fissato i parametri di finanziamento.
Una volta fissati i parametri il gioco finisce. Noi siamo impegnati a premere per la realizzazione di una nostra ormai antica richiesta, che non può più essere disattesa, per il bene del servizio scolastico e dell’autonomia delle scuole statali e che ribadiremo in occasione del prossimo incontro del 16 marzo convocato dal Miur a seguito del telegramma unitario del 1.2.2006
Roma, 14 marzo 2006
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