
Rinnovo dei CCNL: trattative al via. Si parte con l’Agidae
Il 18 ottobre p.v. inizia con l’Agidae, l’associazione padronale delle scuole religiose, il confronto per il rinnovo del CCNL 2006-2009. Mentre con la Fism, l’associazione di ispirazione cristiana che organizza le scuole materne e gli asili nido, l’apertura del tavolo negoziale inizierà l’11 ottobre. Ancora è da definire il calendario con l’Aninsei, associazione che rappresenta le scuole non statali a gestione laica.


Come noto i CCNL da rinnovare sono tre: il CCNL Agidae, il CCNL Aninsei e il CCNL Fism tutti scaduti il 31 dicembre 2005. Per effetto dell’accordo del 23 luglio 1993 sulla struttura contrattuale si tratta di rinnovare il quadriennio (2006–2009) per la parte normativa e il biennio (2006–2007) per la parte economica sulla base delle piattaforme approvate dai lavoratori e presentate formalmente dalle organizzazioni sindacali firmatarie dei CCNL alle rispettive associazioni padronali e datoriali lo scorso luglio.
Complessivamente alla vertenza sono interessati oltre 170 mila addetti, in forza a vario titolo e con tipologie contrattuali diverse nelle scuole e nei corsi, religiosi e laici, di ogni ordine e grado compresi gli asili nido e i corsi di cultura e formazione varia.
Le proposte rivendicative avanzate dalle organizzazioni sindacali della scuola mirano ad elevare le condizioni economiche e normative delle lavoratrici e dei lavoratori, ad ampliare la sfera dei diritti e delle tutele del personale e a stabilizzare i rapporti di lavoro riducendo al minimo il ricorso al lavoro precario.
Sul versante economico le organizzazioni sindacali rivendicano per il personale trattamenti retributivi che non solo consentano al personale un reale recupero del potere di acquisto dei salari ma che, nel breve periodo, riducano il più possibile l’attuale divario con i trattamenti retributivi previsti per i lavoratori in forza nella scuola statale.
Da qui la proposta di una implementazione delle retribuzioni tabellari - 150 euro per il docente visto come parametro di riferimento - nell’arco del biennio economico 2006-2007; richiesta che si colloca notevolmente al di sopra del tetto programmato di inflazione. Le organizzazioni sindacali ritengono, infatti, inaccettabile l’attuale situazione di bassi salari che rischia di mettere in seria discussione le condizioni di vita, di lavoro e di cittadinanza di quanti oggi lavorano nel settore della scuola non statale.
In un settore dalle tutele debole come quello della scuola non statale a gestione privata il valore, il ruolo e la centralità del CCNL e della contrattazione collettiva rivestono particolare importanza nell’affermazione dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori.
Non a caso, infatti, nelle piattaforme si rivendicano più diritti e più tutele. Si tratta di diritti e tutele che vanno dai diritti sindacali al diritto allo studio e alla formazione, dal diritto al completamento d’orario a quello di avere riconosciuta la propria professionalità, dal diritto al contratto a quello di avere riconosciuto un rapporto di lavoro regolare e standard, dal diritto di tutela della malattia a quello della maternità, dal diritto al trattamento previdenziale a quello di avere una pensione integrativa, dal diritto ad un orario contrattuale definito a quello di una riduzione contrattuale della prestazione lavorativa. Insomma gli istituti contrattuali più significati vengono migliorati e soprattutto unificati nella prospettiva di arrivare, in un immediato futuro, all’unificazione contrattuale del settore della scuola non statale.
Nelle piattaforme viene data attenzione alle novità legislative in materia di lavoro introdotte dal centro desta. Le norme introdotte dal DLgs 368/2001 e dalla legge 30/2003 (e suo decreto applicativo DLgs 276/2003) vengono “palettate” nel caso dei contratti a termine, mentre viene escluso il ricorso ad alcune tipologie contrattuali (job sharing, contratto a chiamata ecc.) e ridotto al minimo l’uso del contratto a progetto. Comunque ai lavoratori che operano con tipologie contrattuali non standard vengono estesi diritti e tutele.
Per rimuovere i processi di deregolamentazione e di precarizzazione messi in essere nel settore dalla politica del centro destra la solo azione contrattuale, però, rischia di essere insufficiente. Questa va affiancata da una nuova legislazione in materia di lavoro che cancelli la legge 30 e la sostituisca con norme più avanzate ove il contratto collettivo e la contrattazione collettiva, il lavoro a tempo indeterminato, il diritto alla formazione, l’individuazione di diritti universali, l’estensione dell’area degli ammortizzatori sociali e la lotta al lavoro e irregolare diventano centrali.
Contemporaneamente va portato a definitivo compimento sia dal punto di vista amministrativo che legislativo i processi di “demorattizzazione” anche nella scuola non statale con particolare riguardo a quelle norme di tolleranza sui rapporti di lavoro introdotti dal centrodestra che hanno stravolto la legge di parità.
Solo attraverso tali interventi l’azione contrattuale può essere incisiva e pienamente efficace.
Roma, 12 settembre 2006
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