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Presidi incaricati e dirigenza: cosa ne pensa la Cgil Scuola

L’incarico come credito.

10/11/1999
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L’incarico come credito.
La nostra Organizzazione, che in tutte le fasi di definizione della dirigenza scolastica e della Legge sul precariato ha assunto costantemente posizioni a tutela delle professionalità acquisite sul campo rappresentate dai Presidi incaricati (dall’allargamento della quota riservata nel primo concorso per Dirigenti scolastici, alle modalità specifiche di svolgimento del percorso proprio della quota riservata, alla richiesta di partecipazione ai corsi di formazione per l’acquisizione della qualifica dirigenziale), continua a ritenere punto centrale nell’approccio alla questione della tutela dei Presidi incaricati la valorizzazione dell’esperienza maturata sul campo e la considerazione di tale esperienza come credito professionale spendibile in ogni fase del corso- concorso.

Il concorso.
Con questa consapevolezza la CGIL Scuola si è mossa largamente per tempo, tanto che da gennaio di quest’anno, ma poi anche nella fase del confronto contrattuale di maggio e del contratto integrativo di luglio, essa ha posto all’interlocutore ministeriale - prima il Gabinetto e poi la Direzione Generale della Scuola secondaria di Primo grado - la richiesta di bandire celermente il concorso: da ultimo, l’8 ottobre, un incontro alla Direzione generale della scuola media ha impresso un impulso positivo alla questione.
Ci ha mosso in questa richiesta la considerazione della necessità di dare risposte rapide alle aspettative degli interessati e l’obiettivo di riempire le vacanze che si determineranno nei prossimi anni con nomine in ruolo.
A partire da ciò, considerando che, secondo le prime stime di fonte ministeriale, i posti da mettere a concorso variano da 2267 a 3279 (stima della Direzione Generale) oppure da 2523 a 3534 (stima del SIMPI), occorre disegnare un percorso di valorizzazione dei crediti professionali maturati con l’esperienza in modo tale che chi accede, avendo il requisito dei tre anni di incarico, al corso concorso possa mettere a frutto, anche a beneficio dell’amministrazione, le competenze acquisite sul campo.

Le prove.
Per quanto riguarda le prove selettive psico-attitudinali (modalità prevista nella procedura concorsuale ordinaria), ciò non può che essere un’ipotesi che comunque non è applicabile per gli incaricati in quanto l’attribuzione delle note di qualifica annuali da parte dei Provveditori agli Studi, da questo punto di vista, rappresentano certificazioni "all’attitudine" che si debbono ritenere più che sufficienti e che, pertanto, assorbono tale eventuale previsione.
Per quanto riguarda l’accesso al corso di formazione, i Presidi incaricati debbono poter sostenere una forma specifica di prova che, mutuata dall’esperienza che si sta attualmente facendo nei corsi di formazione dei Presidi titolari, sia centrata sulla progettazione di lavoro sul campo, nell’istituto.
Per quanto riguarda i corso di formazione, la sua articolazione deve contenere moduli specifici che partano dai "bisogni formativi" che sono diversi da quelli del docente, che per la prima volta intende accedere alla direzione di un istituto, in quanto le mansioni di capo d’istituto sono già state esercitate dagli incaricati e per un lungo lasso di tempo.
La prova finale, da ultimo, deve permettere al concorrente Preside incaricato di affrontare in un colloquio la discussione di caso o comunque di esperienza.

I posti.
Il 50 % da riservare per i Presidi incaricati deve necessariamente superare due prevedibili questioni: l’incardinamento del concorso a livello regionale e la differenziazione dei posti fra la scuola di base e la secondaria superiore.
Per la prima questione, al fine di evitare che lo svolgimento del concorso regione per regione possa dare una somma che sui posti messi a concorso non corrisponda al 50 %, l’utilizzo dei posti deve essere necessariamente di livello nazionale.
Per la seconda questione, poiché si potrebbe determinare un forte scompenso fra posti riservati disponibili e concorrenti (ad esempio pochi posti nella media inferiore rispetto ai concorrenti o molti posti nella superiore e pochi concorrenti) occorre prevedere che i moduli di formazione, che nel decreto legislativo sulla dirigenza oggi sono previsti alla conclusione del corso dopo la proclamazione dei vincitori per favorire la mobilità professionale, siano espletati per i Presidi incaricati all’interno del corso, cioè prima della conclusione dei corsi stessi: ciò potrà favorire il transito da un settore all’altro, dopo quanti hanno maturato il servizio specifico nel settore richiesto, senza sbarramenti di sorta e senza il rischio di determinare graduatorie con tempi lunghi di scorrimento.

Gli incaricati con meno di tre anni.
Rimane la questione dei Presidi incaricati che, all’atto del bando, hanno meno di tre anni di incarico: la nostra proposta, in questo caso, è quella di prevedere una forte valorizzazione del credito professionale nell’ambito del concorso ordinario.

Le iniziative della Cgil Scuola.
La Cgil Scuola è impegnata a portare le proprie proposte a confronto con le altre Organizzazioni sindacali e con l’Amministrazione.
Contemporaneamente, sulle proposte contenute in questo documento, la CGIL scuola in tutte le situazioni provinciali è impegnata ad attivare incontri e riunioni, con iscritti e non iscritti, che diano l’esatta conoscenza delle nostre richieste e sostegno al confronto che su queste posizioni il Sindacato ha già aperto con l’Amministrazione.

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