Vertenza diplomati magistrali: confronto serrato al Ministero
Dopo la sentenza dell’Adunanza Plenaria occorre salvaguardare l’anno in corso e dare una soluzione politica al problema.
A seguito della nostra richiesta, formulata in occasione degli incontri del 21 e 22 dicembre con il Sottosegretario De Filippo, si è tenuto in data 4 gennaio il confronto con il MIUR sulla vicenda dei diplomati magistrali.
All’incontro hanno partecipato tutte le Organizzazioni sindacali rappresentative.
Il sottosegretario De Filippo ha condotto il confronto e in apertura ha dichiarato che, stante la disomogeneità delle situazioni soggettive dei ricorrenti, è stato chiesto un ausilio all’Avvocatura dello Stato. Pertanto nessuna decisione e nessun provvedimento formale potranno esser presi fino a quando non sarà espresso questo parere. Ciò comporta che nell’immediato nessun docente vedrà a rischio il proprio posto di lavoro e la propria posizione in GAE.
L’amministrazione ha quindi fornito i dati in suo possesso relativi allo stato dell’arte. I ricorrenti con sentenza cautelare che hanno avuto l’assunzione a tempo indeterminato sono circa 6000, di cui l’82% nelle regioni del nord, il 13% al centro e il 5% al sud. Di questi 2/3 sono stati assunti nel 2016/17 e quindi hanno già superato l’anno di prova. Complessivamente i ricorrenti sono all’incirca 43.000, mentre gli iscritti in GAE a pieno titolo, presenti prima dei ricorsi sono circa 26.000.
La FLC CGIL, con il segretario Francesco Sinopoli, ha presentato le sue richieste:
- salvaguardia dell’anno scolastico in corso: una misura necessaria per tutelare la continuità didattica, la serenità del lavoro dei tanti docenti che in forza delle sentenze cautelari stanno operando con serietà nelle scuole;
- riapertura delle graduatorie d’istituto, al fine dell’inserimento di quei docenti che, collocati in GAE e quindi in prima fascia d’istituto, erano stati esclusi dalla seconda fascia;
- ricognizione completa dei dati: anche con riferimento ai contratti in essere a tempo determinato e indeterminato stipulati dai ricorrenti;
- tutela dei lavoratori che potrebbero trovarsi espulsi dalla scuola per effetto del superamento del limite di 36 mesi stabilito dal comma 131 della Legge 107/15;
- individuazione urgente di una soluzione politica al problema.
In un quadro complesso in cui si muovono interessi contrapposti e legittimi, da parte dei docenti già presenti nelle GAE, dei laureati in Scienze della Formazione Primaria e dei diplomati magistrali, è necessario tracciare una soluzione che tenga insieme tutti gli interessi in campo. E’ quindi chiaro che a fronte della chiusura delle GAE è necessario individuare un percorso di accesso alle assunzioni in ruolo, in analogia con quanto già stabilito per i docenti abilitati della scuola secondaria.
Il Sottosegretario ha espresso un’apertura in questa direzione, dicendosi disponibile a formalizzarla in una nota di sintesi dell’incontro. Nel verbale stilato al termine dell’incontro è stata evidenziata l’esigenza, condivisa con le organizzazioni sindacali, di definire “un meccanismo di reclutamento da utilizzare per la scuola dell’infanzia e primaria, anche alla luce delle soluzioni già adottate dal Governo per la scuola secondaria”. Una soluzione questa che comunque dovrà tenere conto della complessità inerente la fase conclusiva della legislatura.
La FLC CGIL ha ribadito che molti dei mali di questa vicenda sono da connettere con quell’atteggiamento di chiusura al confronto con le Organizzazioni Sindacali, che ha caratterizzato la fase di approvazione della Legge 107. Il Governo è stato sordo rispetto alle richieste delle organizzazioni sindacali di porre fine alla “strategia del ricorso legale” e oggi la scuola e i lavoratori pagano le conseguenze di tale atteggiamento.
Inoltre la FLC CGIL ha chiesto che in attesa del pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato rimanga aperto un canale di confronto con i sindacati, in modo che ci sia una costante collaborazione per tutte le problematiche che potrebbero emergere.
Infine Sinopoli ha ribadito che l’attenzione della FLC rimarrà alta e continueremo a chiedere un provvedimento legislativo che, nel rispetto di tutti gli interessi in campo, dia risposta ai tanti docenti abilitati (sia diplomati magistrali, che laureati in Scienze della Formazione Primaria) che hanno diritto ad accedere a un percorso di stabilizzazione nella scuola primaria e dell’infanzia.
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