
Parte il contro-sondaggio sul valore legale del titolo di studio
Le Assemblee nazionali Università bene comune e Scuola bene comune insieme per smascherare gli espedienti ingannevoli sottesi al questionario proposto dal governo.


I temi del diritto allo studio e del valore legale del titolo di studio tornano periodicamente a suscitare dibattito e prese di posizioni accese. Oggi, a dispetto delle iniziali dichiarazioni, l’attuale governo sembra voler proseguire l’operato di smantellamento del sistema pubblico dell’istruzione e della ricerca universitaria andando addirittura oltre quanto disposto dal precedente Ministro. Tanto da avviare una campagna di opinione contro il valore legale del titolo di studio per favorire, stante le dichiarazioni, interventi a favore della revisione di norme e strumenti normativi che disciplinano i titoli di studio rilasciati da istituti autorizzati. Il governo ha quindi lanciato una consultazione pubblica sotto forma di sondaggio che fin da subito è apparsa strutturata in modo tale da predeterminare l’esito della consultazione se non a favore della abolizione del valore legale, certamente verso un suo radicale depotenziamento.
La nostra organizzazione sindacale ha da subito rigettato la partecipazione al sondaggio chiedendo invece la sua sospensione e riformulazione. In tal modo si sarebbe potuto costruire un sondaggio metodologicamente più accurato che avrebbe garantito una maggiore credibilità e valore all'iniziativa. Il ministero ha invece ritenuto di dover comunque proseguire l'iniziativa, palesando lo scarso interesse verso una consultazione vera e basata su basi solide.
La FLC CGIL partecipa pertanto al "contro-sondaggio" lanciato dai network Assemblea nazionale per un'università bene comune e Convenzione nazionale della scuola bene comune, e pubblicato sul sito con lo scopo di contrastare nei numeri e nelle argomentazioni l'iniziativa del governo, e di informare e sensibilizzare su un argomento delicato e dalle molteplici implicazioni che non può essere lasciato ad iniziative dal sapore populista e dagli obiettivi opachi.
Per rispondere al questionario: https://www.di.unito.it/
Inizio del controsondaggio 17 aprile 2012, conclusione 15 maggio 2012
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Comunicato stampa
Contro-sondaggio aperto a tutti i cittadini/e sul valore legale del titolo di studio: le Assemblee nazionali Università bene comune e Scuola bene comune insieme per smascherare gli espedienti ingannevoli sottesi al questionario proposto dal ministro Profumo sul sito del MIUR
Da alcune settimane il sito del Miur ospita un questionario sul valore legale del titolo di studio, organizzato in modo tale che appare realizzato pregiudizialmente al fine di ottenere un risultato scontato: "Sì all'abolizione del valore legale del titolo di studio". L'Assemblea nazionale per un'Università-bene-comune e la Convenzione nazionale della Scuola-bene-comune hanno pertanto deciso di proporre un loro questionario che risulti viceversa trasparente e senza secondi fini, esponendo esplicitamente gli argomenti sia di chi è favore sia di chi è contrario all'abolizione.
Attraverso l'iniziativa si vuole offrire ad ogni cittadina/o della Repubblica la possibilità di esprimersi in modo diretto su un tema che riguarda il futuro del nostro paese e la qualità della nostra democrazia: garantire o non garantire uguaglianza di opportunità nella formazione scolastica e universitaria alle nuove generazioni?
Da parte loro le Assemblee organizzatrici si sono già espresse negativamente rispetto all'abolizione del valore legale del titolo di studio. La mossa del MIUR appare infatti rientrare nei piani del processo di privatizzazione dell'istruzione pubblica già in atto, come emerge dal complessivo definanziamento di scuola e università; dall’adozione di sistemi di valutazione punitivi; dal sostanziale azzeramento del fondo per il diritto allo studio; dal blocco del turn-over; dalla chiamata diretta degli insegnanti, dai contributi "volontari" delle famiglie per l’ordinario funzionamento delle scuole, e dall'aumento vertiginoso delle tasse universitarie.
Il risultato della cancellazione del valore legale del titolo di studio, in un paese come l'Italia, porterebbe inoltre in pochi anni a classificare i diplomati e i laureati solo in base alla scuola o all'ateneo di provenienza, e non alle reali qualità individuali. Verrebbe a realizzarsi così una divisione fra chi potrà permettersi scuole e università di serie A e chi non potrà per ragioni economiche, un ritorno a un passato che pensavamo ormai superato, quando i figli dei dottori facevano i dottori e i figli degli operai gli operai. La parola dunque ai cittadini/e ricordando sempre e con ammirazione l'articolo 3 della nostra Costituzione nel suo secondo comma, che sintetizza l’agire e l’essere del nostro impegno civile: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Assemblea nazionale per un'Università-bene-comune
Convenzione nazionale della Scuola-bene-comune
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