NO all’utilizzo della didattica a distanza per esigenze diverse dalla pandemia
Gli Enti Locali si adoperino per garantire le attività didattiche in presenza senza invadere l’autonomia organizzativa e didattica delle scuole. L’intervento della FLC per fare chiarezza sulle competenze dei diversi soggetti istituzionali


La didattica a distanza, utilizzata nell’ultimo trimestre dell’a.snno scolastico 2019/2020 come unica possibilità per mantenere il contatto tra docenti e alunni nel periodo del lockdown, è stata successivamente regolamentata per gli aspetti didattici dalle Linee guida sulla didattica digitale integrata (DDI) del Ministero dell’Istruzione e per gli aspetti legati al rapporto di lavoro dei docenti dal CCNI firmato il 6 novembre 2020.
Sia nelle Linee Guida che nel CCNI il ricorso alla didattica a distanza è connesso alla situazione eccezionale che il Paese sta attraversando a causa della pandemia da COVID -19.
Gli stessi decreti della Presidenza del Consiglio che, a partire dal mese di ottobre, con il riacutizzarsi dei contagi si sono finora susseguiti, hanno circoscritto il ricorso alla DDI alle sole scuole secondarie di secondo grado, riconoscendo la necessità di mantenere la didattica in presenza nel primo ciclo e prevedendo anche per la scuola secondaria di secondo grado almeno il 75% dell’attività in presenza, alla ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia.
In contrasto con queste indicazioni governative, per ragioni estranee alla pandemia, alcuni Enti Locali stanno pubblicando Ordinanze che prevedono, anche nel primo ciclo, l’interruzione delle attività didattiche e il ricorso alla DAD per brevi periodi, non solo per cause di forza maggiore dovute al maltempo o al ripristino delle condizioni di sicurezza a causa di eventi imprevisti, ma anche per eseguire lavori di manutenzione ordinaria o assecondare le richieste di alcune famiglie preoccupate dell’aumento dei contagi. In un caso si arriva addirittura ad anticipare le vacanze natalizie di due settimane per eseguire lavori edilizi nei plessi scolastici.
Riteniamo che le Ordinanze dei sindaci non possano interrompere le attività didattiche, se non per gravi e improrogabili motivi e, soprattutto, non possano imporre la didattica a distanza come soluzione a problematiche non connesse all’emergenza sanitaria.
Si tratta di un’invasione dell’autonomia scolastica e della distorsione dello strumento della DAD per fini diversi da quelli per cui è prevista.
E’ pertanto necessario un intervento urgente del MI presso le rappresentanze delle autonomie locali, da noi già richiesto alla Ministra Azzolina, al fine di fare chiarezza sulle competenze degli Enti Locali in materia di istruzione e di edilizia scolastica, troppe volte ignorate o disattese dai sindaci in questa difficile situazione.
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