Liceo del Made in Italy: concluso l’incontro con le organizzazioni sindacali sul nuovo Regolamento
Illustrate le novità ordinamentali, nessun aspetto migliorativo rispetto all’impostazione complessiva di un'innovazione totalmente inefficace per raccogliere le sfide della scuola e del lavoro di oggi.
Si è tenuto il 24 maggio 2024 il preannunciato incontro al Ministero dell’istruzione sul Regolamento concernente la definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del made in Italy. Il provvedimento è stato presentato in due distinti incontri alle organizzazioni rappresentative del personale della scuola e a quelle rappresentative dell’area della dirigenza scolastica.
I contenuti della bozza di Regolamento
Istituzione del Liceo del Made in Italy
La legge 27 dicembre 2023, n. 206, istituisce, a partire dall’a.s. 2024/2025, il percorso liceale Made in Italy nell’ambito dell’articolazione del sistema dei licei, collegandolo in sede di prima applicazione, all’opzione Economico Sociale del percorso del liceo delle scienze Umane, che a regime sembrerebbe confluire nel nuovo indirizzo (art. 18 c. 4). Il regolamento presentato provvede alla definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento. A tal fine sono state apportate le necessarie modifiche al D.P.R. n. 89/2010. Si specifica nell’articolato che il percorso del liceo del Made in Italy è indirizzato allo studio delle scienze economiche e giuridiche collegate alla promozione, gestione e valorizzazione degli specifici settori produttivi del made in Italy.
Fondazione “imprese e competenze”
La Fondazione denominata “Imprese e competenze”, istituita con la L.206/23, ha il compito di assicurare il supporto al potenziamento e all’ampliamento dell’offerta formativa, in coerenza i diversi settori produttivi e le realtà territoriali, con particolare riferimento alle attività laboratoriali e alle interazioni con il mondo delle imprese.
Monitoraggio e valutazione
È costituito un tavolo nazionale interministeriale di monitoraggio e valutazione per il liceo del Made in Italy, coordinato dal Ministero dell'istruzione; ne fanno parte anche regioni, enti locali e parti sociali. Il tavolo si avvale dell’assistenza tecnica di INVALSI e INDIRE.
Le novità ordinamentali
- È previsto l’insegnamento nella lingua straniera 1 dei contenuti di un’altra disciplina (CLIL) nel terzo, quarto e quinto anno di corso per almeno un terzo del monte ore annuale della disciplina individuata.
- L’orario annuale delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti, come già per i Licei Scientifico, Linguistico e delle Scienze Umane è di 891 ore nel primo biennio e di 990 nel secondo biennio e nel quinto anno.
- Il monte ore complessivo dei PCTO è aumentato di 30 ore: si passa da 90 ore nel corso del secondo biennio e ultimo anno, attualmente previste nel sistema dei licei, a 120 ore di cui 20 al secondo anno del primo biennio.
- Vengono eliminate 3 ore settimanali per la disciplina “Scienze umane”, attualmente prevista per il LES in tutto il quinquennio (-99 ore per ogni anno).
- Viene modificata la disciplina “Diritto ed economia politica”, (presente nei LES per 99 ore l’anno per i cinque anni) che scompare e lascia il posto a quattro distinte discipline: “Diritto” ed “Economia politica” nel primo biennio e “Scienze giuridiche per il made in Italy” e “Scienze economiche per il made in Italy” nel secondo biennio e il quinto anno (per un totale di 198 ore per ogni anno, per i cinque anni).
- Viene ridotta a 2 ore la disciplina “Lingua e cultura straniera 2”, rispetto alle 3 presenti nel piano di studi del LES.
- Viene introdotta la disciplina “Storia dell’arte e del design” presente dal primo biennio per un’ora a settimana e per due ore a settimana in terza, quarta e quinta classe.
- Sono individuate 180 ore di attività di laboratorio interdisciplinare all’interno del monte ore annuale: 30 ore al secondo anno, 40 al terzo, 50 al quarto e 60 al quinto, suddivise equamente tra i due laboratori:
- laboratorio interdisciplinare “Cultura e comunicazione del made in Italy” di ambito umanistico-linguistico;
- laboratorio interdisciplinare “Dai distretti ai mercati globali: strumenti e strategie per il made in Italy” di ambito scientifico- giuridico-economico.
Commento
In premessa, la FLC CGIL ha manifestato la propria contrarietà all’idea di un percorso di studi che nasce con la specifica e circoscritta finalità di creare professionalità che operino per valorizzare i prodotti a marchio italiano promuovendo e difendendo le eccellenze italiane dalle falsificazioni. Appare una finalità con una ambizione formativa estremamente povera, che intende costruire un percorso di studi in vista dell’allineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro, con l’individuazione di conoscenze, abilità e competenze connesse al made in Italy. Altre e più ambiziose dovrebbero essere le esigenze formative del sistema di istruzione, a fronte della complessità dei contesti culturali, sociali e relazionali in cui si trovano immersi le ragazze e i ragazzi del nostro tempo; ben più ambiziose dovrebbero essere anche in riferimento alle competenze professionali che, sempre più si rivolgono a contesti globali, sia nella domanda che nell’offerta di lavoro e che richiedono non la riproduzione dell’esistente, ma l’introduzione di abilità e conoscenze nuove e innovative in un mondo sempre più digitale e green. La FLC CGIL, inoltre, considera pericoloso, rispetto all’autonomia professionale e all’autorevolezza del Collegio, il ruolo della Fondazione “Imprese e competenze per il made in Italy”, che “assicura il supporto al potenziamento e all’ampliamento dell’offerta formativa”.
Di seguito le puntuali criticità rilevate nell’ambito dell’incontro:
Le indicazioni nazionali, pur se prevalentemente riferite alla elaborazione di contenuti su una immagine retorica del made in Italy, piuttosto che alla costruzione di un profilo educativo, culturale e professionale, sono inattuabili con la parcellizzazione proposta. La FLC CGIL ha rilevato che le indicazioni nazionali non hanno questo compito, qui si entra molto nel dettaglio degli argomenti, non limitandosi a tracciare un percorso o una sequenza di studio.
Le variazioni effettuate nei piani orario sono minimali rispetto al DPR 89/2010 e l'offerta formativa non è stata sostanzialmente ampliata, nonostante le altisonanti intenzioni. Purtroppo, però, a causa di questi pur minimi spostamenti la classe di concorso A-18 Filosofia e Scienze umane ne esce seriamente penalizzata. La FLC CGIL ha ribadito la incomprensibile esclusione, presente anche in altri indirizzi liceali, della classe di concorso A-21 Geografia rispetto all’insegnamento di “Storia e Geografia”.
Forti perplessità riguardano l’incremento di 30 ore dei PCTO e la poco chiara introduzione di 180 ore di attività dei Laboratori interdisciplinari
- Rispetto all’aumento delle ore dedicate ai PCTO, come FLC CGIL abbiamo dichiarato che l'aspetto irricevibile è l’introduzione di ben 20 ore al 2° anno, che è un unicum nel panorama degli ordinamenti e che abbiamo chiesto di cassare: gli studenti non hanno ancora iniziato le discipline caratterizzanti (scienze giuridiche per il made in Italy e scienze economiche per il made in Italy) pertanto non potranno già aver maturato la "vocazione dei settori e dei territori" da "coniugare" agli studi. Essendo ancora nel biennio obbligatorio, non hanno alcuna necessità di svolgere PCTO dal momento che non hanno consolidato le basi specifiche su cui far crescere l'esperienza.
- I laboratori interdisciplinari rimangono un tema critico perché il piano-orario non risponde affatto a chiarire come si svolgeranno: per gli studenti rientrano nel monte-ore annuale dal 2° al 5° anno, ma non è chiaro se per i docenti sia prevista attività in compresenza oppure si tratta di una diversa denominazione dell’insegnamento curricolare assegnato a ciascun docente. In tal caso l’introduzione obbligatoria di queste modalità rappresenterebbe una lesione delle competenze specifiche degli organi collegiali per cui ne andrebbe complessivamente ripensato complessivamente l’impianto. L’amministrazione ha puntualizzato che si tratta di una semplice metodologia didattica affidata all’autonomia degli insegnanti.
Infine, abbiamo chiesto di chiarire se, a partire dall’a.s. 2025/26, per l’attivazione di un nuovo Liceo del Made in Italy sarà necessaria la contemporanea soppressione di una classe di Liceo Economico Sociale. L’Amministrazione ha assicurato il massimo impegno per evitare tale possibilità, ma al momento non ha dato certezze sull’univoca interpretazione dell’art. 18 c. 4 della Legge 206/2023.
A margine dell’incontro, sono stati comunicati i numeri definitivi delle iscrizioni al Liceo del Made in Italy per l’a.s. 2024/25, che confermano il sostanziale fallimento di tutta l’operazione: 506 alunni distribuiti su 30 classi sul territorio nazionale,
La FLC CGIL ribadisce la propria contrarietà ad un progetto di scuola, presente nel Liceo del Made in Italy, così come nella Filiera tecnologico-professionale, che persegue una malcelata visione ideologica in cui la funzione primaria del sistema di istruzione, quella formazione globale del cittadino, viene piegata alle esigenze dell’impresa e all’idea di studentesse e studenti trasformati in risorse umane.
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